Capitolo 15

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Diana's pov.

Sbatto le palpebre almeno dieci volte prima di cercare di aprire la bocca ed emettere fiato. Ma la mia mente non formula alcuna frase di senso compiuto. I suoi occhioni verdi solo li che mi guardano speranzosi del fatto che io risponda alla sua dichiarazione. Ma riesco solo a fissarlo e osservare la sua stazza di un metro e 90 seduto di fianco a me.

"Di?" Chiede Raul con un filo di voce.

Non riesco a rispondere. Perché la mia bocca non emana alcun suono? E perché lui non smette di fissarmi? Il fatto che lo stia facendo mi mette ancora più ansia. Ma che cavolo mi prende?

"Di, tutto ok?" Insiste il mio amico.

"Si.." Dico titubante mentre la mia mano sinistra si muove da sola sul suo viso. Lo guardo negli occhi e quando il mio corpo si muove verso il suo, d'un tratto mi rendo conto di essere seduta su di lui.

La voglia di baciarlo ormai è estrema, sento il cuore ormai accelerato, ma inizio a pensare a ciò che questo potrebbe comportare. Gli piaccio. Cazzo gli piaccio e lo sguardo che aveva nel dire quelle parole, Dio, era così bello. Ma se gli confesso i miei sentimenti, poi vorrà sicuramente saperne di più rispetto a tutto il resto. Ed io non sono ancora pronta a tutto questo.

"Devo andare Raul.. Non prenderla sul personale, ma così.. non possiamo così" Taglio corto, mentre velocemente mi alzo e mi allontano da lui, mentre inizio a raccogliere tutte le mie cose.

"Così come? A cosa ti riferisci?"

"Scusa, devo andare" Dico mentre mi infilo le scarpe ed esco dalla stanza.

Non so cosa fare, ne cosa dire, non so come affrontare tutto questo, non so più niente.

Scendo di fretta le scale, per andare verso l'ingresso della residenza ed uscire da questo edificio. Sento Raul che corre dietro di me, urlando di fermarmi.

"Di, ti prego, aspettami, non volevo spaventarti in alcun modo!" Mi dice disperato.

Mi giro in mezzo alle scale, lo guardo, e sincera gli dico che lo so, che il problema non è quello che mi ha detto.

"Allora qual è il problema Diana?" Mi chiede quando ormai mi ha raggiunto al piano di sotto e mi stringe le mani sulle spalle.

Quanto è bello e tu quanto sei stupida.

"Ce ne sono troppi di problemi Raul.. ti prego, lasciami andare".

"Che cazzo succede?" Mi chiede Nacho quando ci incrociamo sull'uscio della porta.

"Nacho! Per favore, digli che mi dispiace, che gli parlerò presto" Mi giro un'ultima volta e osservo Raul che torna su in camera incazzato nero, sbattendo la porta di camera sua "Ti prego, stagli vicino oggi, eh?"

"Voi due siete entrambi matti" Mi risponde lui con un sorriso "Ora va, a lui ci penso io, ma te non fare troppi danni!"

Sorrido al mio amico ed esco di li.

Si, forse non ho reagito nei migliore dei modi, ma in quel momento è stata la cosa più sensata da fare. Lo so che in realtà non ha senso, ma non so come gestire queste emozioni e che cavolo, ora mi ritrovo in metro a piangere. E' stato così sincero con me, così affettuoso, tutta la notte.

La verità è che mi piace da morire e non so come tutto questo possa sfociare.

Magari se gliene parli, lo scopri, idiota.

Raul's pov.

Ma che diavolo ho detto di male? Non appena pronunciate le parole Diana è sbiancata e corsa via da me in un batter d'occhio ed ora sono seduto sul mio letto, con Nacho che cerca di calmarmi offrendomi da fumare. Io non voglio fumare, io voglio lei e sapere che le passa per la testa. Voglio sapere cosa prova, perché un momento prima era pronta a baciarmi e un momento dopo è scappata via.

Sono un fascio di nervi e giuro che se il mio amico continua a farmi battute del cazzo, pur cercando di tirarmi su il morale, gli spezzo qualche osso del corpo.

"Mi spieghi che è successo?" Mi chiede il mio amico.

"Le ho detto che sono pazzo di lei e lei è scappata via"

"Raul, amico, lo sapevano tutti tranne voi due"

"Dici?"

"Ti dirò di più, anche lei è cotta di te. Stravedeva per te nonostante stesse con il francese"

"Boh, non saprei, davvero. So soltanto che c'è ancora qualcosa che non mi torna e che la blocca" Faccio un respiro profondo, sdraiandomi sul letto, "stanotte siamo stati benissimo, nonostante l'incidente in discoteca, non capisco davvero cosa vuole".

"Amico, ti ripeto che anche lei è cotta di te, forse ha solo paura di questa cosa che la blocca".

"Forse, ma ora non voglio stare un'altra volta senza sentirla per troppo tempo!"

"Allora che fai ancora qui? Prendi qualcosa da mangiare e vai a casa sua. Sono sicuro che vorrà stare con te".

"Grazie Nacho, sei un amico".


Dopo la chiacchiera con Nacho decido di chiamare una pizzeria e farmi preparare delle pizze da passare a prendere e portare nell'appartamento di Diana. Invio anche un messaggio a Denis e Eva per sapere se ci saranno anche loro.

"Si tesoro, ci siamo sia io che Eva, perché? Vuoi parlare con Diana?" Mi risponde Denise al messaggio.

"Si, porto delle pizze ok? Ma non dirle nulla per favore, non vorrei scappasse via".

"Va beneee, siete proprio strani voi due".


Solo le 21.30 e sono sotto casa delle ragazze con 4 megapizze in mano, grandi tanto da sfamare un esercito. Ho inviato un messaggio a Denise e mi ha aperto il portone. Quando entro nell'appartamento mi fa strada e appoggio le pizze in cucina, mentre mi dice che Diana è fuori a correre e che quindi sarebbe meglio aspettarla.

Passati una ventina di minuti di chiacchierata con Denis sulle varie vicende accadute da ieri sera, sentiamo la porta aprirsi e compare la figura di Diana.

"Raul" Dice sottovoce, bloccandosi sulla soglia di casa.

"Ciao Di.. Lo so, dovevo avvisarti, ma noi due dobbiamo parlare e ho portato le pizze" Le dico tutto d'un fiato, con mezzo sorriso.

Lei sorride a vicenda e mi risponde "Si, lo so. Dobbiamo parlare, ma non so se questo è un buon momento..".

La tensione si taglia con il coltello, ma nel frattempo ha richiuso la porta alle sue spalle ed ha fatto un paio di passi avanti.

Allora mi avvicino del tutto, raggiungendola all'ingresso della casa. " Lo so, lo so che non è un buon momento, ma io sono pazzo di te e ho bisogno di sapere cosa ne pensi. Lo so che ci sono mille cose ancora di cui discutere e per questo sono qui. Non voglio metterti fretta, sia ben chiaro, ma vorrei provare a fare qualche passo alla volta, per favore".

Il suo corpo si rilassa nel sentire queste parole, ma lei non dice nulla. Mi guarda, accenna un sorriso e si dirige verso la cucina.

"Hai preso la mia preferita?" Mi chiede con un sorriso a 32 denti.

"Si, Di." Le dico inseguendola mentre si muove per la casa.

Mi sono riseduto sul divano accanto a Denise. Diana è in camera sua a sistemarsi i vestiti da mettersi dopo la doccia. Sono concentrato a capire il film che ha messo la sua coinquilina, quando sento la sua voce dolce che mi chiama.

"Raul.. potresti venire un attimo?" Mi chiede con voce titubante.

"Certo, dimmi tutto" Le chiedo mentre la raggiungo in bagno.

"Non mi prendere in giro ok? Sono distrutta e non riesco a prendere quell'asciugamano in alto, potresti aiutarmi?"

Faccio una risata e mi allungo a prenderglielo. Ma una volta raggiunto l'asciugamano, mi rendo conto della posizione in cui si trovano i nostri corpi. 

Attacco di panicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora