Capitolo 6

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Diana's pov.

Quando apro gli occhi mi compare il viso di Raul rilassato, che dorme profondamente. I ricordi della notte riaffiorano e muovo la testa per cercare di capire che ore siano: le 6.30 del mattino.

Levo con delicatezza il braccio di Raul che mi cinge la vita e mi alzo per andare in bagno. Non ho ancora parlato con lui e non so se ci riesco: ancora non riesco a capire come mi faccia sentire questa situazione.

I miei pensieri vengono interrotti dall'entrata di un'infermiera addetta a portare la colazione ai pazienti. Le dico se gentilmente la può lasciare sul tavolino di legno con le rotelle ai piedi del letto e che presto lo avrei svegliato per farlo mangiare.

Mi metto seduta sulla poltrona a fianco al letto e inizio a rispondere a vari messaggi: tutti da parte delle ragazze e degli amici di Raul.

Quando finalmente riesco sentire tutti gli audio di whatsapp e rispondere alla maggior parte, Raul apre gli occhi, sbadigliando sonoramente.

<<Buongiorno, come ti senti?>>

<<Come se mi avessero pestato di botte>> Mi risponde sorridendo.

<<Scemo.. se vuoi c'è la colazione>> Dico timorosamente

<<Mmm, che fortuna, una colazione con i fiocchi!>>

<<Dai, smettila di scherzare, cerca di mangiare qualcosa>> Gli rispondo mentre gli avvicino il vassoio.

Quando finisce di mangiare, assume tutti i medicinali che l'infermiera gli ha portato. Si rimette a dormire e io o lascio riposare un po'. Mi alzo e mi metto sulla poltrona a vedere qualche episodio di Netflix.

Lo ammetto, ogni tanto alzavo lo sguardo e ammiravo tutta la sua bellezza.

Sono le 9.00 e qualcuno bussa alla porta: sono Pedro, Juan e Nacho. Per fortuna Raul si è risvegliato già da qualche minuto, dunque li saluta tutti con affetto e io ne approfitto per andarmi a prendere un tè caldo alla caffetteria dell'ospedale.

Rientrata in stanza trovo tutti i ragazzi attenti a capire le parole del medico, a quanto pare il nostro amico può rientrare a casa prima del previsto: questo stesso pomeriggio.

Raul's pov.

Finalmente sono rientrato nella residenza, sono ancora abbastanza indolenzito per colpa dei lividi e del braccio rotto. Diana è silenziosa, si rivolge a me sono per chiedermi se ho bisogno di una mano o se sto bene.

Il fatto di non avere una conversazione normale con lei da quasi una settimana mi fa impazzire!

Lo so, sono stato un coglione a sparire per quattro giorni, ma non sapevo come affrontare la situazione, ne come poter affrontare i sentimenti che provo per lei.

<<Io sto andando, che Nacho mi da un passaggio, vuoi che ti aiuto con qualcosa prima di andare via?>>

No, no, ho bisogno di più tempo con lei.

<<Ti andrebbe di rimanere qui con me oggi e questa notte?>> Le chiedo quasi supplicando con gli occhi.

Lei non mi risponde, esce dalla stanza ma, quando già mi stavo maledicendo, vedo la porta aprirsi con lei che entra.

<<Ho avvisato Nacho che rimango qui, mi ha detto che per stasera ordinano una pizza, ti va?>>

L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che avesse accettato di passare il resto del tempo insieme a me, della pizza non mi importava.

<<Per me è uguale, scegli tu>>

Sono intento a spogliarmi, per farmi una bella doccia, ma la mia situazione fisica non mi è affatto di aiuto. L'unica cosa facile da levare sono i pantaloni, ma per la maglietta non c'è verso.

<<Ok, allora per noi ho preso due margh.. oddio scusa!>> Urla Diana mentre richiude la porta della stanza.

<<No, vieni, tranquilla, mi vorrei fare una doccia, ma quando ti rompi il braccio con cui fai la maggior parte delle cose, diventa molto difficile riuscire nelle varie imprese. Ti andrebbe di aiutarmi?>>

<<Ma certo>>.

Si avvicina con cautela al mio corpo, il solo pensiero delle sue mani che mi sfiorano, mi manda in tilt. Sono super nervoso. Mi guarda con timore mentre tira su il tessuto della maglia, io alzo le braccia e mi siedo al bordo del letto per permetterle di sfilarmela, data la mia eccessiva altezza.

Una volta riuscito a levarmi tutto e rimanere in boxer, vado in bagno. Grazie allo specchio riesco a vedere come sono conciato: occhio gonfio, labbro rotto e ematomi su tutto il fianco sinistro del busto.

Apro l'acqua, ma quando cerco di insaponarmi, mi rendo conto che l'effetto degli antidolorifici sta quasi svanendo ed ogni piccolo movimento mi provoca una fitta di dolore acuta. Mi scappa un gemito di fastidio e Diana bussa chiedendomi se va tutto bene.

<<Potresti entrare un secondo?>>

<<Eccomi, che succede?>>

<<So che potrebbe sembrare imbarazzante, ma avrei bisogno di una mano per insaponarmi, l'effetto droga sta svanendo>>

Mi aspetto una risata, una presa in giro o addirittura urla negative che criticano questa mia richiesta, ma a mia sorpresa Diana risponde tranquilla: <<Nessun problema Raul, passami il telefono della doccia e la spugna>>.

Inizia a bagnarmi la schiena con il getto d'acqua e con delicatezza mi strofina la schiena. Ho i brividi al sentire come le sue mani mi sfiorano la pelle.

Sono completamente nudo, ma questo non la imbarazza.

E' uno dei motivi per cui questa ragazza mi fa impazzire: nel momento della difficoltà lei c'è sempre, non si tira mai indietro, anche se sono stato un completo idiota.

Quando finisce chiudo l'acqua e Diana mi passa l'accappatoio, che mi aiuta ad indossare.

Diana's pov.

Lo aspetto in camera, dove gli ho preparato un cambio pulito: boxer neri, t-shirt bianca e un paio di pantaloncini di tuta blu che indossa spesso qui nella residenza.

Prima di mettersi la maglietta gli dico di aspettare, che gli avrei sparso la crema per gli ematomi. Lo faccio dunque sedere sul letto, riscaldo la crema strofinando le mie mani tra di loro e, con più delicatezza possibile, gli spalmo la crema.

Attacco di panicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora