Capitolo 7

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Raul's pov.

Sono seduto al bordo del letto, con Diana in piedi di fronte a me, intenta a mettermi la pomata sopra gli ematomi e riesco a pensare solo al fatto che, la faccia che fa quando si concentra, mi fa venire voglia di baciarla.

Ma cosa diamine stai dicendo Raul?

Non lo so cosa mi stia prendendo, ma allo stesso tempo devo essere sincero con me stesso e con lei.

<<Ecco fatto, aspetta qualche secondo e ti aiuto ad infilarti la maglietta>> Mi dice sorridendo, <<Muoviamoci, che sto morendo di fame!>>

Una volta scesi nella sala principale della residenza Nacho ci invita a sederci al grande tavolo dove hanno già posizionato le pizze.

La cena trascorre tra discorsi sull'accaduto in discoteca e varie prese in giro verso Pedro e Nacho, per aver ordinato la pizza con non so quale assurdo ingrediente.

Pierre fa una battuta e Diana inizia a ridere come una matta. Ho notato che ultimamente parlano più del solito e adesso non hanno fatto altro che ridere e scambiarsi occhiate.

Non so chi decide di mettere un film da guardare tutti insieme sui divani, giusti giusti per 8 persone.

Quando mi sto per sdraiare, faccio spazio a Diana per mettersi accanto a me, ma Pierre decide di invitarla gusto dall'altra parte e a stare vicino a lui.

Durante il film continuo a guardare incazzato nella loro direzione, lei se ne accorge più di una volta e mi risponde guardandomi con delle facce preoccupate. Sono incazzato e non so neanche di cosa stia parlando il film, io volevo lei, io volvo poterle stare vicino, proprio come lo è stata lei la scorsa notte.

Perché si è messa vicino a lui? perché stanno così vicini?

A metà film mi alzo e me ne vado in camera mia.

<<Che succede Ra?>> Mi urla Nacho, quando mi avvicino verso le scale.

<<Vado a dormire>> Rispondo bruscamente.

Diana's pov.

Quando vedo Raul andarsene in quel modo brusco mi domando ancora di più cosa diamine stia succedendo.

Dico a tutti che sono stanca e lo raggiungo in camera. Sulla soglia della porta vedo che cerca di levarsi la maglia, ma senza risultati.

<<Aspetta, ti aiuto io>> Gli dico gentilmente.

<<Non preferisci aiutare Pierre?>>

Cosa ha detto?

<<Ma che cazzo dici Raul?>>

<<Ho notato le vostre smancerie stasera, come ti abbracciava o ti faceva i grattini sulle gambe, magari te lo sei pure già scopato>>

<<Come scusa? Poi da quale pulpito viene la predica! Sei geloso? Perché a me non sembrava l'altro giorno con Lucia>>

<<Va bene dai allora vai a guardarti il film con lui e non toccarmi, che me la caverò da solo!>>

<<Prima spiegami che cazzo ti prende!>> Gli urlo ferma davanti a lui.

Davvero non posso credere all'assurda situazione che ha creato.

<<Mi prende che sei stata tutto il tempo con lui, quando quello che ti ha chiesto di restare sono io!>> Mi dice avvicinandosi <<Mi prende che volevo stare con l'unica vera amica in questo posto, l'unica di cui mi fido al 100%, invece lei ha preferito scherzare e ridere lontana da me>>.

<<Cazzo Raul, ti ho aiutato in mille cose, ho dormito con te, non riesco a lasciarti da solo, ma se ho passato un paio d'ore con un altro ragazzo, semplicemente era perché mi ha distratto da tutta questa triste situazione. E anche se stavo abbracciata a lui, che ti importa, non sei il mio ragazzo, gusto?>>

<<Giusto!>> Risponde sussurrandomi in faccia.

Velocemente si allontana, dopo mille tentativi si leva la maglia e si mette a letto.

<<Se vuoi ancora dormire con me, metto dei cuscini in mezzo, così da non disturbarti, sennò chiamo Nacho e gli chiedo se ti può accompagnare a casa>>.

<<Fuori diluvia a dirotto e Nacho non ha più la macchina stasera, se non ti dispiace rimango qui>> Gli dico con voce più calma.

<<Bene, buonanotte Diana>>.

Raul's pov.

Gli antidolorifici non mi stanno facendo più effetto e mi sveglio di soprassalto quando mi giro nel letto e provocandomi una fitta di dolore per tutto il corpo. Decido di aprire gli occhi e noto che la sveglia nera, che mi ha regalato mia madre, segna le 02:00 del mattino.

Giro la testa verso destra e osservo Di sdraiata, che mi da le spalle. I nostri corpi sono separati da i due cuscini che ho voluto mettere nel mezzo del letto matrimoniale. Perché l'ho fatto? Non lo so. Suppongo che dalla rabbia volevo starle lontano ma, allo stesso tempo, non volevo che se ne andasse, quindi mi è sembrata una scusa plausibile.

Sto ancora fermo a guardarla e d'un tratto si muove, rivolgendo il corpo e il viso verso di me.

<<Non riesci a dormire?>> Mi chiede con la voce impastata di sonno.

<<No, ti ho svegliata?>>

<<No, tranquillo. Ho sonno, ma non riesco ad addormentarmi, il mio cervello pensa troppo>>.

<<Ah si? E a cosa stai pensando?>>

Mi guarda, ma non mi risponde. Ci fissiamo negli occhi. Da quel poco che riesco a vedere del suo sguardo, la vedo abbastanza tormentata, ho la sensazione che voglia dirmi qualcosa e, ad esser sincero, io muoio dalla curiosità di sapere cosa le frulla in quella testolina.

Si sposta un po' più vicino a me e leva uno dei due cuscini.

<<Sto pensando a te>>

Attacco di panicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora