Capitolo 2

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Diana's pov.

Mi sveglio per colpa del raggio di sole di mezzogiorno puntato dritto nei miei occhi, ieri mi sono dimenticata di abbassare la serranda della mia stanza. Decido di alzarmi e, con malavoglia, esco dal piumone caldo e mi trascino in bagno per lavarmi il viso. 

Durante il tragitto camera-bagno cerco di capire se Eva e l'altra mia coinquilina Denise sono tornate dalla festa o sono rimaste li a dormire. Ma niente, nessuna traccia delle ragazze. Questo vuol dire che avrò la casa tutta per me almeno fino alle 16.

Una volta lavata mi infilo un pantalone di tuta grigio e la felpa che ieri mi ha prestato Raul. La adoro, è grande e calda, mi avvolge mentre mi metto sul divano a guardare un po' di tv, nella speranza di far smettere il mal di testa dovuto all'alcol.

Il mio stomaco brontola e decido dunque di cucinarmi qualcosa, ma la mia attenzione si rivolge verso il telefono che inizia a vibrare ininterrottamente sul tavolino bianco rettangolare, di fronte al divano. Mi avvicino e leggo "chiamata in arrivo da Raul". Merda, dovremmo parlare di ieri sera/stanotte, ma per ora decido di non rispondere.

Verso le quattro del pomeriggio sento le chiavi che girano nella fessura della porta d'ingresso e, puntuali come un orologio svizzero, entrano Eva e Denise.

"Ciao Di!!" mi saluta Den venendomi in contro sul divano, preoccupata, chiedendomi se stessi meglio, Eva le ha raccontato cos'è successo con il mio amico.

"Dopo che ti ha accompagnato a casa Raul è diventato scontroso con tutti." Mi avvisa Den, "Avete litigato?"

"No" Le rispondo con fermezza "L'ho salutato con un bacio veloce e sono entrata qui. Lui voleva che rimanessi, ma non ne avevo proprio voglia. Volevo solo pensare e capire cosa fosse successo tra me e lui ieri. Mi piace, non lo nascondo".

"Ma Diana.. tu sai com'è fatto" Mi afferma Eva, mentre mi rivolge uno sguardo preoccupato. Lei ha appena chiuso con il suo fidanzato e non vorrebbe farmi passare quello che ha passato lei, io e Den le siamo state tutte vicine e adesso sta molto meglio.

"Sì, lo so. So anche però che ci siamo aperti un sacco nell'ultimo periodo, ma non saprei decifrare, nonostante questo, quello che pensa lui nei miei confronti".

Il telefono squilla di nuovo, è un'altra chiamata persa da parte di Raul. Non mi va di parlarci, non ancora, ho bisogno di stare da sola e non pensare per un po'.

Vado in camera e mi metto a studiare alcune cose, anche se l'anno è appena ricominciato, mi piace rimanere abbastanza aggiornata e a pari passo.

Quando finisco di studiare mi affaccio alla finestra e mi rendo conto che il sole ormai è calato. Dal sesto piano del nostro appartamento si possono osservare bene i cambi di luce quando tramonta il sole. Decido di abbassare la serranda e di andare a vedere se qualcuno ha preparato la cena o la deve preparare la sottoscritta.

Per fortuna le ragazze ci hanno già pensato e le trovo mentre apparecchiano la tavola. Nessuna delle due è brava a cucinare, dunque hanno deciso di scongelare una lasagna fatta da me qualche settimana fa. Mentre ci gustiamo uno dei miei piatti preferiti suona il citofono. Denise si affretta ad aprire, mentre io cerco di mandare giù l'ultimo boccone.

Raul's pov.

Sono stato tutto il giorno a riflettere sull'accaduto della scorsa notte. Mi dispiace davvero che abbia reagito in quella maniera, io non volevo farle del male. Era così bella e così solare. Non faceva altro che ridere e non sono riuscito a frenare l'attrazione che provo nei suoi confronti. Perché questa è la verità, Diana mi fa impazzire. Ma è sbagliato, è tutto così dannatamente sbagliato. Lei è così complicata e, soprattutto, ha un'immagine di me completamente diversa rispetto a la persona che sono davvero quando sto con lei. 

Attacco di panicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora