Post sbornia

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Entro in aula e mi siedo in alto, i primi posti sono già stati presi, ovviamente.
Dopo qualche minuto Jughead entra e si siede nell'unico posto libero, accanto a me.
Mi sento troppo a disagio, sento i suoi occhi puntati su di me, non so se mi sta realmente fissando, ma non ho il coraggio di guardare per confermare la mia teoria.
Sto mentalmente rivivendo gli attimi che abbiamo passato da soli in camera ieri sera alla festa...

<Betty>, ha appena detto il mio nome, mi volto verso di lui.

<D-dimmi>

<Adesso sono sobrio, ti voglio!>, detto questo si fionda sulle mie labbra.

Il bacio divampa come un fuoco, le nostre lingue guizzano, danzano insieme assaporandosi a vicenda, cercando di più.
La sua mano si posa dietro il mio collo, tenendomi ferma in un bacio fatto di urgenza e lussuria.

Ho il corpo in fiamme, e non desidero altro che lui qui, adesso.

Mi sollevo leggermente sulle gambe e senza staccare il nostro contatto mi siedo a cavalcioni su di lui. Un leggero gemito fuoriesce dalla mia bocca quando seduta sul suo grembo, lo sento.

Immergo le mani nei suoi capelli mentre continuiamo a baciarci senza sosta. Mi accarezza la schiena rude, spingendomi più forte contro di se, con una mano mi strattona la camicetta, sento i bottoni arrivare a terra e il rumore che provocano disperdersi sotto i nostri ansimi.

La camicetta si apre lasciando intravedere il mio seno nudo. Con dita leggere lo accarezza, fremo a quel semplice tocco muovendomi su di lui, desiderando ben altro.

Lascio andare i suoi capelli e scendo giù, fino a trovare l'orlo della maglietta. Sento la sua pelle calda, liscia sotto il mio tocco. Un brivido lo percuote, facendolo inspirare bruscamente, e il mio corpo in risposta si accende di desiderio.

Un fitta si irradia dal mio basso ventre. Il bisogno di averlo mi scorre dentro, blandendo ogni parte di me.

Mi sporgo all'indietro, staccando le nostre labbra e porto le mani sulla patta dei suoi pantaloni.
Faccio scattare la cintura e tremando, finalmente abbasso la zip...

<Signorina Cooper? Elisabeth Cooper!>, la voce della professoressa mi riporta alla realtà facendomi arrossire.

<Si?>, suona la campana, é già passata un'ora? Guardo alla mia destra e Jughead mi riserva uno sguardo tra l'incredulo e il divertito. Osservo i suoi capelli neri, é la prima volta che li vedo, formano una leggera onda che gli ricade a lato del viso, é bellissimo.

<Si trattenga un attimo qui prima della lezione seguente, le devo parlare>, annuisco abbassando lo sguardo.
Tutti escono dall'aula in fretta, io mi incammino verso la mia carnefice.

Jughead's pov

Mi sveglio nel mio letto con un mal di testa atroce, saranno stati tutta la birra e gli alcolici vari che ho bevuto ieri sera, cazzo, non ricordo nulla.
Mi alzo mezzo rincoglionito, mio padre sta dormendo sul divano con una bottiglia di birra vuota in mano.
Gliela tolgo senza svegliarlo e lo copro con una coperta.
Salto la colazione, sono già in ritardo.
Prendo le chiavi di casa e indosso il mio...
Aspetta, dov'è il mio cappello?!
Non posso averlo perso, magari l'ho messo in un punto a caso della stanza mentre ero ubriaco.
Inizio a cercarlo per tutta la roulotte ma non lo trovo da nessuna parte, che cosa frustrante.

É come un'estensione della mia personalità, mi rappresenta.
Odio mostrarmi senza in giro.

Ho delle occhiaie da far paura, non ho nemmeno un'aspirina in casa per fare passare il casino che ho in testa.

Va bene, facciamo questo sacrificio, il primo che fa battute lo ammazzo.

Esco di casa, salto in sella alla mia moto e in un lampo raggiungo il college, dopotutto Riverdale é una città piccola.
Parcheggio la moto accanto a quella degli altri Serpents, tolgo il casco e subito il vento mi manda all'aria i capelli, so già che oggi senza cappello impazzirò.

Entro in aula e come al solito sono l'ultimo arrivato, l'unico posto libero é accanto alla ragazza che mi ha buttato addosso il suo pranzo. Non ho altra scelta.
Mi siedo vicino a lei e dopo qualche minuto si sconnette dalla realtà, non mi guarda nemmeno, si é incantata di brutto.

L'ora la passo leggendo di nascosto Iron Man, a un tratto la voce della professoressa mi riporta alla realtà.

<Signorina Cooper? Elisabeth Cooper!>, la professoressa cerca di attirare l'attenzione della biondina che esce finalmente dal suo stato di trans.

<Si?>, é proprio senza speranza questa tipa, mi guarda i capelli per un attimo, subito dopo mi dileguo per andare a mangiare qualcosa, muoio di fame.
Opto per un paio di merendine prese al distributore.

Incontro Archie in corridoio mentre do un morso alla mia colazione.

<Hey Jug>

<Archie bello>, dico con la bocca piena.

<Che?>

<Non é così che ti chiama la tua padrona? Dimmi un po', oggi ti ha portato fuori a fare la passeggiata?>, invece di incazzarsi scoppia a ridere.

<Le tue dolci parole mi commuovono Jug. Mi spiace per te ma oggi sono di ottimo umore, non riuscirai a scalfirmi>

<E io ho troppa fame per continuare nel tentativo, mi rifarò la prossima volta>, va via fischiettando, beato lui che conosce la felicità.
Io l'ho incontrata una volta sola, quando ho vinto una settimana di hamburger gratis da Pop's, poi più nulla.

Dopo altre quattro interminabili lezioni, tutt'altro che interessanti, posso finalmente prendere una boccata d'aria e andare al White Wyrm dai miei ragazzi.

Indosso il casco e sfreccio per le strade di una città che una volta veniva definita tranquilla e serena. Era un posto sicuro in cui trasferirsi con la famiglia, non esistevano guerre o scontri tra Nord Side e South Side. Ora invece lo stesso camminare per i corridoi della scuola poteva innescare la miccia di un'imminente guerra civile.

Le cose sono cambiate così tanto da allora... e io? Io sono cambiato insieme alla città stessa.

Sono così preso dai miei stessi pensieri da non accorgermi di avere già superato il locale.

<Merda!>, freno di botto facendo mezzo testacoda con la moto, ovviamente voluto, e torno indietro fino al parcheggio di fronte.

Una volta dentro mi accolgono tutti calorosamente, loro si che mi fanno sentire accettato per quello che sono: un tipo strano.
Io sono strambo!

Sweet Pea é seduto in modo scomposto al bancone.

<Sweet Pea>, mi siedo accanto a lui e mi fissa.

<Allora anche tu hai i capelli!>

<Che? Certo che li ho idiota!>

<Scusa Jug, circolano voci secondo le quali sei mezzo calvo, questo spiega perché porti sempre il cappello>

<Secondo me dovreste giocare di meno con la Jingle Jangle>, ride e continua a sorseggiare qualcosa da un bicchiere colorato.

<Ho un serio problema>

<Spara>

<Credo di essermi preso una cotta per una della nostra scuola, la vedo ogni tanto in giro per Riverdale, l'ho vista anche ieri sera alla festa, ma solo di sfuggita>

<Cavolo, se conti le volte che l'hai vista sei davvero cotto. Com'è? Un tipetto rude e mascolino?>

<Assolutamente no, é bionda, piuttosto ordinaria come ragazza>

<Sweet Pea, stavo scherzando, non me ne frega un cazzo di com'è>, corruga le sopracciglia e mi da le spalle.

<Oggi sei antipatico>, cos'ha? Due anni?

Il mio cellulare vibra.
Un messaggio anonimo.
Apro la notifica:

"So chi ha il tuo cappello."

Credo sia abbastanza chiara l'identità del mittente del messaggio 😏
Cosa succederà? ❤

~Snake Blood~BugheadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora