13. Lifesavers

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Proprio quella mattina Liam si era permesso di pensare che le cose stavano andando sorprendentemente bene. Nessun guaio in vista, nessuna minaccia sovrannaturale, nessuna notizia della Monroe da mesi. Si stavano godendo una piacevole vacanza. Si stavano godendo la vita. Ma a quanto pare il Fato aveva un bizzarro senso dell'umorismo.

La sera stessa, il quinto giorno di vacanza, stavano tutti beatamente davanti alla tv, a istruire Theo sulla cultura popolare di cui era evidentemente carente, circondati da cartoni di pizza, bibite e schifezze varie.

"Quindi io praticamente sono Voldemort" borbottò Theo, ficcandosi i pop-corn in bocca, mentre Harry Potter e Il Calice di Fuoco si concludeva.

"Tecnicamente Voldemort non è mai morto" specificò Liam

"Tecnicamente nemmeno io"
"Voldemort non ha il naso" insistette Liam, deciso a difendere il suo punto

"Con tutte le volte in cui me l'hai rotto, ci sono andato vicino anche io" si accigliò Theo.

"Vuoi provare ancora?"
"Ah sta zitto, sei solo invidioso, Paciock"
Liam ghignò "Mi hai appena fatto un complimento in realtà, ma come puoi saperlo? Non sei-"

Theo non seppe mai cosa non era, perchè in quel momento il telefono di Liam iniziò a squillare. Liam gettò un'occhiata allo schermo e si bloccò, afferrandolo per poi guardare i suoi amici. Alla loro occhiata interrogativa, rispose semplicemente "E' Scott" E poi rispose, saltando in piedi con un balzo e allontanandosi dalla confusione per parlare meglio.

"Cosa vorrà Scott a quest'ora di venerdi?" chiese Nolan dubbioso.

"Credete sia successo qualcosa?" fece Corey lentamente.

"Lo scopriremo presto, pare" borbottò Theo, afferrando il telecomando e spegnendo la tv, mentre Liam rientrava nel salone, la faccia tetra.

"Che è successo?" "E' morto qualcuno?" "Monroe?" fecero contemporaneamente Mason, Theo e Corey

"Dobbiamo tornare a Beacon Hills, vero?" sussurrò Nolan

Nessuno rispose per qualche secondo.

Poi Liam annuì. "Non mi ha dato i dettagli, ha detto che manderà qualcuno a spiegarci tutto domani" spiegò gravemente
"Be' è stato bello finchè è durato" borbottò alla fine Mason sospirando "Ora si ritorna alla solita routine"

*

Il giorno dopo si erano svegliati presto, e si erano messi in viaggio per poter essere a Beacon Hills per l'ora di pranzo. In auto c'era un silenzio teso, ma di una tensione diversa da quella che aveva accompagnato il viaggio d'andata. Era un silenzio carico di attesa, di paura e di ansia. Erano mesi che non si sentivano così. Si erano cullati in un senso di quiete, si erano permessi di concentrarsi sulle loro vite, sulla quotidianità, sulla banalità. Ma sapevano che presto sarebbe tornato su di loro il peso della responsabilità. Dopotutto la Monroe era ancora là fuori, ancora intenzionata a eliminare ogni creatura sovrannaturale che incontrava il suo cammino. E sapevano che prima o poi sarebbero dovuti tornare a combattere.

Mason accostò fuori dalla clinica, e non appena furono tutti fuori dall'auto, la porta si aprì e apparve Deaton sulla soglia. "Entrate, presto" li incitò, spostandosi per lasciarli passare. Il gruppo marciò in fila verso la sala operatoria. E si bloccò sulla soglia.
"Che fai tu qui?" chiese Liam alzando un sopracciglio all'uomo in piedi al centro della stanza.

"A quanto pare qualcosa ha fatto pensare a Scott che io fossi la persona adatta a fare da babysitter al suo branco di cuccioli" sospirò Peter, roteando gli occhi.

Theo rise "Guarda che ce l'aveva anche con te" gli fece notare Liam. Theo si zittì.

"Bando alle ciance" sbottò Peter, battendo le mani. "Allora, la missione" Peter fece un passo avanti e il gruppo prese posto attorno al tavolo operatorio. Deaton rimase in disparte a guardare la scena, silenzioso "Pare che la Monroe abbia riaperto la caccia ai lupi mannari. Stavolta agiscono in piccoli gruppi, si muovono di notte, attaccano soprattutto omega, o branchi deboli e isolati. E tendono trappole"
"Hanno capito che lo scontro diretto non funzionerà" commentò Theo lentamente. Peter annuì. "Scott ha ricevuto delle richieste d'aiuto ieri notte. Un paio di omega sono sfuggiti a un attacco e si stanno nascondendo. Hanno richiesto supporto"
"Da noi?" chiese Corey alzando un sopracciglio.
"Scott è diventato un punto di riferimento dopo il suo ultimo incontro con la Monroe, tutti vogliono l'aiuto del Vero Alfa, è il simbolo della resistenza" borbottò Peter, quasi seccato di doverlo ammettere. "Ma per quanto sia instancabilmente ottimista e ridicolamente eroico, nemmeno uno come Scott può fare tutto da solo. Qui entriamo in gioco noi-"
"Che dobbiamo fare?" chiese subito Liam.

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