Odio questo posto più di quanto non odiassi già me stessa.
Non è facile che una ragazza di sedici anni cresca in un orfanotrofio, soprattutto se è testarda e menefreghista.
Mi chiamo Joyce e come sapete già, ho sedici anni.
Non vedo l'ora di averne diciotto, così potrò andarmene da questo orribile posto, che mi porta sempre brutti ricordi.
Ieri sera la signora Gridlon, che per la sua cattiveria non merita neanche di essere una direttrice, mi ha detto che oggi avrei dovuto preparare le valigie per andarmene con una famiglia che ha acettato di adottarmi.
Ed è esattamente quello che sto facendo adesso, sistemo la mia valigia mettendoci i pochi vestiti che ho a disposizione e di certo non dimentico il mio peluche senza mano.
Quando ero piccola la signora Gridlon mi trovò davanti all' orfanotrofio con il peluche tra le braccia, avevo solo quattro anni.
Non so niente dei miei genitori biologici, è dura vivere senza di loro ma è ancora difficile accettare che ti abbiano abbandonata.
Quando finisco di mettere via la mia roba, vado in bagno a sistemarmi per essere il più presentabile possibile.
Questa era una delle raccomandazioni della signora Gridlon.
Pettino i miei capelli ondulati a causa della treccia e mi metto un po' di eyeliner e mascara, giusto per mettere in evidenza i miei occhi chiari.
Esco dal bagno della grande stanza e supero tutti i letti sistemati in fila delle mie "compagne" di stanza preferirei non chiamarle così perché non ci siamo quasi mai scambiate una parola.
Mi avvio alla porta, girandomi un' ultima volta per guardare il mio letto che mi ha sostenuta durante i miei pianti e miei sbalzi d' umore.
Scaccio via questo pensiero per riflettere sulla nuova vita che mi aspetta.
Velocemente raggiungo l' edificio della direttrice e con le mani tremanti busso alla porta di legno.
Quando entro, trovo la signora Gridlon al suo solito posto, dietro la scrivania e davanti ad essa un uomo e una donna sulla quarantina.
Quest' ultima indossa un elegante vestito rosso ed ha i tacchi alti neri.
Si può notare chiaro e tondo che sono ricchi sfondati.
La cosa che mi colpisce di più e che la donna ha dei capelli biondi quanto i miei.
Non mi soffermo molto a pensare su questo collegamento, anche perché non solo io in questo mondo ho i capelli chiari.
"Joyce, mi hai sentito?" Le urla della direttrice mi fanno sobbalzare e mi affretto a risponderle.
"Si, cioè no, io... "Cerco una scusa, ma la mia scarsa sveltezza me lo proibisce e quindi interviene la signora dai capelli biondi.
"Siediti tesoro, stavamo dicendo che saremo noi i tuoi nuovi genitori affidatari e in più ti prometto che ti faremmo vivere ciò che non hai vissuto nella tua infanzia, vero Robert?" Sposta lo sguardo dal mio a quello del marito in attesa di una risposta.
"Sì certo, tesoro" Mi guarda con un sorriso sincero che di conseguenza mi fa riflettere sull'importanza dei genitori che non ho mai avuto.
Dopo varie raccomandazioni dalla parte della signora Gridlon, finalmente la saluto con un semplice
'ciao'
Sinceramente ritengo che lei sia una che non meriti neppure un mio sguardo.
Esco fuori accompagnata da Robert e Catherine.
Ho scoperto il nome di quest'ultima quando poco fa si è presentata.Percorriamo un piccolo tratto di strada per poi raggiungere il parcheggio.
"Entra pure amore, ora andremo a casa e ti faremo conoscere nostro figlio Josh, della rua stessa età" Mi dice Robert con un sorriso che gli fa intravedere le poche rughe attorno agli occhi.
Questo uomo mi sta simpatico e questa cosa vale anche per Margoth.
Io mi limito ad annuire.
Il tragitto in macchina non mi mette ansia, la scorsa notte la paura e il nervoso mi hanno impedito di dormire, quindi decido di appoggiare la testa al finestrino della Porche e lottare contro il sonno.
Ma invano, mentre dormo sogno una bambina in mezzo ad un bosco che gioca con il suo peluche.
"Joyce sveglati tesoro, siamo arrivati" Mi dice una voce dolce e calda e sento delle mani scuorltermi delicatamente la spalla.
Apro gli occhi e sussulto quando vedo la troppa vicinanza tra me e Margoth.
Scendo dalla macchina e mi guardo intorno notando una gigantesca casa bianca.
Seguo Margoth e Robert con la valigia in mano mentre cammino verso la porta d'ingresso della mia nuova casa.
Dopo tanti anni finalmente mi sento rinata e potrei anche considerarmi come tuute le altre ragazze che hanno una famiglia e una casa.
Resto a bocca aperta quando vedo una gigantesca piscina con i sedili da spiaggia intorno.
Afretto il passo per raggiunge "I miei genitori ", d'ora in poi voglio sempre chiamarli in questo modo perché se lo meritano entrambi.
Entro e non mi stupisco dei mobili preziosi con cui è arredata la casa, anzi la villa.
Il salotto è pieno di foto appese sulle pareti, in una di esse sono presenti due genitori sorridenti che abbracciano un piccolo bambino dai capelli neri.
Intuisco che quello bambino sia loro figlio di cui mi hanno parlato prima.
Chiaramente era piccolo perché ora è più grande di me.
Sposto il mio sguardo in una foto in cui c'è un neonato pelato che dorme beatamente e riesco a riconoscere il sesso attraverso il ciuccio rosa alla bocca.
"Ehi, non sei curiosa di vedere il tuo nuovo fratello?" Mi spaventa una voce maschile da dietro le spalle mentrr ero molto concentrata a osservare tutte le foto.
Mi giro e noto un ragazzo alto vestito di nero da capo a piedi con un berretto nella testa che gli lascia i capelli biondi ricadere sulla fronte.
Mi si ghiaccia il sangue per lo spavento poi mi giro verso un ragazzo carino. Spero solo che sia intelligente come i suoi genitori.
"Oh certo, Io mi chiamo Joyce" Balbetto con un po' di imbarazzo dato che non mi era mai capitato di stare da sola con un ragazzo a conversare."Bene Joy quanti anni hai? Lasciami indovinare..." Mi osserva attentamente per riconoscere l'età e un minuto dopo gli si illuminano gli occhi e sfodera un sorriso dicendo "Sedici?"
"C'hai azzeccato, bravo" Dico anche se temo che l' avesse già saputo dai genitori la mia età.
Lui batte le mani vantandosi e dice
"Lo sapevo che sono un genio, comunque piacere io mi chiamo Josh e ho diciotto anni" Chiaccheriamo e ridiamo per un po' e sono molto felice perchè mi sento a mio agio con la mia nuova famiglia.Nel salotto entra Catherine e ci interrompe "Bene, vedo che siete subito andati d' accordo voi due eh?"
Credo che le verrà una paralisi facciale a forza di sorridere.
"Che ne dici Josh di accompagnare Joyce nella sua stanza? " Aggiunge prima di andarsene in cucina.
"Volentieri " le risponde il figlio ricambiando il sorriso.
Josh mi accompagna nella mia stanza, di fronte alla sua e mi lascia da sola a sistemare le mie cose.
Dopo aver cenato, faccio il mio zaino e proprio quando sto per addormentarmi sento qualcuno infilarsi in camera mia.
Merda.
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Another life
RomantizmUn dolce nasino all'insù, dei lunghi capelli biondi e degli ochhioni azzurri da angelo. Questa è la storia di Joyce, una diciottenne orfana che ritroverà se stessa in un famiglia che decide di accoglierla a braccia aperte. Joyce assaggerà il gusto d...