Butto il telefono per terra e mi siedo nel letto.
Era meglio se fosse rimasta al orfanotrofio, almeno lì me ne stavo per i fatti miei e non mi creavo problemi.
Ormai si sa che nella mia vita e finisce sempre tutto male.
Spesso mi chiedo perché i miei genitori mi abbiamo abbandonata all'età dei soli quattro anni.
Una rabbia sovrumana mi scorre dentro. La sento fluire dentro le vene, se potessi stringere qualcosa, la spappolerei in un nanosecondo.
Schifo. Parola che descrive la mia intera esistenza.
Recupero il mio telefono, che per fortuna non si è rotto e faccio uno screenshot al messaggio che mi ha sicuramente inviato Ariana.
Domani andrò da lei e le chiederò spiegazioni perché in realtà quella che dovrebbe essere incazzata sono io.
Mi metto una maglia rosa e dei leggins. Vorrei buttare quei tacchi e quel vestito perché so già che ogni volta che li vedrò, mi ricorderanno la bruttissima giornata di ieri.
A malavoglia scendo giù a riempire il mio stomaco che non fa altro he brontolare.
Qualcuno suona il citofono e mi affretto ad aprire la porta.
"Finalmente ti sei svegliata bella addormentata" Robert fa il suo ingresso tutto sorridente.
Lo guardo stranita e mi trattengo dal chiedergli la causa della sua insolita felicità.
Chissà se si sente in colpa per quello che ha fatto e che sta facendo a Margoth.
Entro in cucina e bevo un po' di aranciata.
Il mio telefono vibra e leggo sulle notifiche il messaggio di Josh.
'Noi due dobbiamo parlare appena arrivo a casa'
'Aron mi ha raccontato tutto'
Appena leggo mi sento male. Devo uscire da qualche parte per evitare di affrontare Josh.
Mi ritrovo a camminare per le strade di Manhattan a me sconosciute.
Meno male che c'è Google Maps ad aiutarmi.
Mi siedo su una panchina e chiudo gli occhi assaporando il momento di libertà.
"Ehi scusa"
Apro di scatto gli occhi e mi ritrovo davanti un ragazzo dai capelli neri e gli occhi grigi.
"Cristopher" Mi porge la mano con un sorriso bellissimo.
"Joyce" Ricambio il saluto confusa più di prima.
"Mi sa che ieri eri troppo ubriaca per ricordarti di me"
"Sei quello che mi voleva lasciare andare?"
Mi alzo allontanandomi da lui.
"Non esattamente, sono l'altro, quello che ti ha salvata"
Tiro un sospiro di sollievo e gli sussurro un grazie avvicinandomi a lui.
"Che fai da queste parti?" Chiede sedendosi accanto a me.
"Non so nemmeno dove sono, mi sono incamminata e mi sono ritrovata qui" Dico ridendo.
"Ti sei appena trasferita?"
"Mi hanno adottata, prima ero nell'orfanotrofio.
Sono la sorella di Josh Parker"
"Ah, lo conosco di vista"
"Comunque grazie per ieri, mi avrebbe sicuramente violentata quel tipo se non fossi arrivato in tempo"
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Another life
Roman d'amourUn dolce nasino all'insù, dei lunghi capelli biondi e degli ochhioni azzurri da angelo. Questa è la storia di Joyce, una diciottenne orfana che ritroverà se stessa in un famiglia che decide di accoglierla a braccia aperte. Joyce assaggerà il gusto d...