Come in ogni biblioteca, all'ingresso era presente una bibliotecaria che ci chiese i nostri tesserini, nonostante l'edificio fosse un complesso di cacciatori, all'interno cercavano di rispettare le regole del mondo esterno, così che non perdessimo il contatto con la realtà, sembra strano in effetti che di notte c'è ne andiamo in giro ad affondare dardi, paletti e quant'altro nel cuore dei vampiri e di giorno consegniamo il tesserino per consultare dei libri. La signora, sulla sessantina e i suoi capelli bianchi raccolti in uno chignon perfetto ci guardò dall'alto della sua postazione e ci fece cenno di entrare. La biblioteca era immensa, anni e anni di libri in copie originali raccolti in un unico posto, una parte di me era abbastanza fiduciosa sul fatto che avremmo trovato qualcosa, ma l'altra parte insediata dentro di me mi suggeriva che non era qui quello che stavamo cercando.
Ethan si girò verso di noi:
< Bene ragazze, giunte a questo punto direi di dividerci, la biblioteca è grande e insieme se non divisi non troveremo nulla> ammiccò un sorriso nella mia direzione, ed Elena sogghignò. Chissà cosa stavano tramando quei due.
Mi diressi verso le file di libri che iniziavano con la lettera "G", speravo di trovare qualcosa sulla parola "guardiano", inizia a passare in rassegna tutte le file, dall'alto in basso, ci impiegai un eternità ma alla fine non trovai nulla, i guardiani in quella biblioteca sembravano non esistere. Mi stavo arrendendo all'idea, non ci avrei mai capito nulla su tutta questa situazione, le cose stavano diventando sempre più complicate e io volevo solo fuggire, non ne potevo più, se quel maledetto giorno i miei non fossero stati uccisi ora sarebbe tutto diverso, io sarei diversa. Sono sempre stata consapevole che lamentarsi non sarebbe servito a nulla, i miei me lo dicevano sempre:
< Aly tesoro mio, lamentarti non ti porterà a nulla nella vita, lamentati per reagire ma non per crogiolarti in nelle tue stesse lamentele, hai una forza e un istinto straordinari usali per rendere la tua vita qualcosa che valga la pena vivere>.
Mi scese una lacrima lungo la guancia.
Era da tanto che non mi concedevo ai ricordi, faceva male riaprire vecchie ferite, quindi nonostante stessi cercando vendetta cercavo di non pensare al passato. Una volta che riapri quella porta sottile tra presente e passato è difficile richiuderla, ti senti travolto da questo mare di ricordi, belli o brutti che siano e ti senti anneggare dal tuo stesso passato, dai tuoi stessi errori. Mi è capitato una volta 1 anno fa, sono stata male per settimane, ero entrata in crisi e perfino Ethan Ed Elenia non sapevano come aiutarmi, alla fine ne ero uscita da sola...come? Anestetizzandomi, reprimendo i sentimenti e da allora sono stata "bene" per quanto si possa definire questa parola. A pensarci ora, se fossi stata più forte allora forse le cose non sarebbero andate così, forse non sarei neanche qui, avrei preferito morire insieme a loro piuttosto che sopportare tutto questo e finire in questo mondo. Stavo vivendo la vita come se fossi all'interno di un libro, ogni giorno una pagina, una storia che non si sappia a che finale porti. La mia storia.
Stavo ricadendo dentro il mio abisso di ricordi, dovevo uscirne prima di avere un'altra crisi, cercai di ricompormi, mi asciugai la guancia con il dorso della mano e mi rimisi a cercare.
Ero stanca e non avevo trovato nulla, stavo per ricongiungermi con gli altri quando mi paralizzai, nel vero senso della parola, non riuscivo più a muovermi! Mi senti gelare la nuca, qualcosa o qualcuno mi sfiorò i capelli e poi un bisbiglio all'orecchio:
< ciò che cerchi, bambina mia, non è qui, presto scoprirai la verità, presto tutto ti sarà svelato> Avevo gli occhi sbarrati e nonostante la paralisi fosse scomparsa, rimasi comunque paralizzata dallo schock. Girai lentamente la testa, dietro di me, ma non c'era nessuno, mi tirai un pizzicotto sul braccio per capire se ero sveglia, se ciò che era appena accaduto era reale e lo era! Il pizzicotto mi fece male.
Rimasi li imbambolata a guardare il punto dove probabilmente c'era qualcosa o meglio qualcuno, perché tutto questo stava capitando a me? Mi buttai a terra e incrociai la testa in mezzo alle gambe e mi avvolsi nelle braccia, inizia a dondolarmi avanti e indietro a ritmi spasmodici, stavo piangendo e non riuscivo a fermarmi, quella sottile porta era stata riaperta. Probabilmente cacciai un urlo nel pianto, perché poco dopo senti i miei amici accanto, ma nonostante fossero proprio di fianco a me li sentivo lontani, le loro voci erano confuse, non riuscivo a capire cosa mi stessero dicendo. Mi sentivo come una bambina in quel momento, avevo solo bisogno di loro, avevo bisogno del suo abbraccio e non solo della sua voce. La avrei riconosciuta tra un milione di voci, chi mi ha parlato poco fa, ne sono sicura, era mia madre.
E adesso? Adesso, avevo solo bisogno del suo abbraccio.
Rimasi in quello stato per almeno una mezz'ora, i miei amici erano ancora li, ma non riuscivo ancora a sentirli. Mi addormentaii, singhiozzando, il suo abbraccio non arrivo mai.
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THE RED HUNTER
FantasyCopertina @andreagraphics Vi chiedo di lasciarmi un voto o anche un commento se la storia vi piace o no, così da potermi migliorare :) Trama: Alyssa ha 19 anni, è una cacciatrice di vampiri salvata dai cacciatori 2 anni prima quando trovò i suoi gen...