Una volta dentro inizia ad avere dei ripensamenti sul mio trovarmi lì, ancora non potevo credere a quello che era successo ed ero ancora scossa, ma che altro potevo fare? Non potevo tornare indietro, non volevo. Passai davanti al guardaroba e mi misi in coda, l'attesa durò poco che già tocco a me. C'era il ragazzo dell'altra volta Jeremia, sembrò sorpreso nel vedermi, ma subito la sorpresa si trasformò in qualcos'altro che non riuscivo a interpretare:
< C'è qualche problema? > gli chiesi in tono un po' sgarbato, ero ancora turbata per ciò che era successo non c'è la facevo a essere gentile in quel momento.
< no, mi spiace signorina per averle rivolto strani sguardi, sono solo sorpreso che una ragazza come lei frequenti questi posti > la sua voce lo tradì perché sembrava poco convincente mentre parlava, stava mentendo.
< una ragazza come me? Pensi forse di sapere qualcosa sul mio conto? > chiesi con un po' di isteria nella voce.
< Le porgo nuovamente le mie scuse, non era questo che intendevo...> prima che potesse finire lo interruppì:
< Lascia stare!> gli diedi la mia mantella, che lui prese con cura e mi diede il numerino corrispondente, girai i tacchi e me ne andai, dopo qualche passo mi girai a controllare cosa stesse facendo il ragazzo del guardaroba, lo vidi digitare freneticamente sul suo smartphone. Quel ragazzo sapeva qualcosa, dovevo tenerlo d'occhio ma questa non era la serata giusta, ero venuta qui per cacciare ma ora non ero neanche poi tanto sicura di riuscire a farcela, optai per il bancone del bar e mi ci avviai. Ordinai un long island al bar-man e dopo qualche minuto me lo porse davanti, iniziai a bere il mio drink senza gustarmelo, lo bevvi a una velocità pazzesca e ne ordinai un altro subito dopo. Dopo il secondo drink iniziavo a sentirmi poco lucida quindi decisi che non era la serata per cacciare, non avevo forze e testa per farlo. Mi arrivò un terzo drink che non avevo ordinato:
< non ne ho ordinato un altro> risposi seccata al bar man.
< Questo lo offre il signore laggiù> e mi indicò un signore sulla quarantina seduto in fondo al bancone, questo vedendomi che lo stavo guardando ammiccò un sorriso e lasciò intravvedere i denti bianchi...vampiro.
Perfetto! Mi ero vestita così per attirare qualche vampiro, e ora che non volevo più attirarne nessuno perché ero mentalmente instabile al momento, ecco che ne compare uno! Potevo aspettarmelo, sono stata una sciocca ad entrare li dentro con la convinzione che non c'è la avrei fatta ad affrontare la serata in questo stato.
Mi limitai a ringraziare l'uomo mimando un "grazie" con le labbra e tornai a concentrarmi sui miei drink. Dopo aver bevuto anche il terzo, volevo andarmene da lì, non sapevo dove altro sarei andata ma lì non volevo più starci. Mi alzai dallo sgabello, non feci in tempo a fare un passo che persi l'equilibrio, mi preparai all'impatto e chiusi gli occhi, dopo qualche secondo passato così, riaprì gli occhi e vidi il pavimento a mezzo metro dalla mia faccia, non ero caduta, strano. Sentivo qualcosa reggermi per la vita, con le mani inizia a tastare cosa mi stava tenendo e c'era qualcosa di caldo e morbido a sorreggermi, altre mani. Cercai di sollevarmi un po' e queste mani intorno alla mia vita mi aiutarono a farlo e a quel punto realizzai che qualcuno mi aveva afferrato per impedirmi di cadere.
< Graz....> mi girai per ringraziare ma mi bloccai, mi trovai davanti un ragazzo spettacolare, rimasi a bocca aperta. Aveva capelli mossi di un castano dorato, i suoi lineamenti erano morbidi con zigomi alti ed evidenti, gli occhi erano verdi e profondi e che dire delle labbra, erano carnose al punto giusto.
Il ragazzo mi guardò e sorrise imbarazzato e poi parlò:
< mi dispiace che tu ti sia trovata le mani di qualcuno addosso, ma non potevo fare altrimenti o saresti caduta> mi guardò fisso negli occhi e la sua voce era così ammaliante. Ero imbambolata da lui, però percepivo qualcosa di strano in lui, solo che non ero abbastanza lucida per capire cosa.
< Allora grazie per avermi evitato un face to face con il pavimento> risposi biascicando, non riuscivo a reggermi in piedi e persi di nuovo l'equilibro. Trovai le sue braccia forti a sorreggermi ancora una volta, non capivo più nulla. Mi ritrovai a camminare in mezzo al locale con questo ragazzo che mi accompagnava impedendomi di cadere, dove mi stava portando?
< Dove cavolo mi stai portando?> risposi agitata. Ma prima che potesse rispondermi mi ritrovai seduta sui divanetti in velluto rosso del night.
< Vado a prenderti dell'acqua aspetta qui> e scomparve in mezzo alla folla di gente. E chi si muove? Pensai, anche perché fare qualche passo ora sarebbe stato improponibile. Aspettai e dopo qualche minuto il ragazzo tornò con una bottiglietta d'acqua.
< bevila tutta, ti aiuterà a smaltire l'alcool dal sangue> alla parola sangue la sua voce si incrinò, così lo guardai storto. Lui se ne accorse e si premurò di aggiungere altro:
< Mi chiamo Sebastian, non sono un maniaco se stai pensando questo e so che la domanda che sto per farti può far sembrare ciò ma...c'è la fai a tornare a casa?> il suo sguardo mi imprigionava.
<Io sono Alyssa e si c'è la faccio a tornare a casa, anzi penso che me ne andrò subito, ti ringrazio per quello che hai fatto per me>. Non ero affatto sicura di voler tornare a casa, se Caleb mi vedesse visto in questo stato ci riproverebbe di sicuro, dovevo solo sperare di incontrare Ethan o Elenia prima di incontrare chiunque altro.
< Posso almeno accompagnarti all'uscita?> mi chiese in tono gentile. Il minimo che potessi fare per ringraziarlo era assecondarlo in questa sua richiesta, così' annuì con un cenno del capo. Mi alzai lasciandomi aiutare, le sue mani passarono di nuovo intorno alla mia vita e ci incamminammo verso il guardaroba. Mentre passavamo in mezzo alla gente notai l'uomo-vampiro che mi aveva offerto il drink seguirmi con lo sguardo famelico di un predatore, mi girai verso Sebastian e notai che stava fissando l'uomo con guardo truce. Fantastico! Una ragazza ubriaca era una bella preda facile per un vampiro, ero stata una cretina a bere così tanto per affogare i brutti pensieri che mi stavano attanagliando.
Arrivati al guardaroba, diedi il numeretto a Jeremia che stava scambiando sguardi con Sebastian, non riuscì a resistere e le parole mi uscirono di bocca senza pensarci:
< ma voi due vi conoscete?> fissai entrambi mentre lo dicevo, e dopo essersi scambiati un ultimo sguardo rispose Jeremia:
< è un cliente abituale, cosi' come lei > non gli credevo, ma poco importava, non mi avrebbe mai detto la verità. Presi la mia mantella, Sebastian recuperò la sua giacca di pelle nera e dopo aver raggiunto l'uscita ci dirigemmo fuori. Una volta all'aperto un ondata di aria gelida mi investì e mi fece uscire un gemito e mi strinsi nelle spalle. Sebastian lo notò e fece per darmi la sua giacca, ma rifiutai con una mano:
< Non avrei occasione di ridartela poi, quindi va bene così, non abito lontano, starò bene > non ero sicura in quello che dicevo, e la residenza non era proprio poi così vicina. Guardai Sebastian e sembrò un po' deluso dalla mia risposta, ma se il suo obbiettivo era un altro avevo fatto bene a tenere le distanze.
< Va bene, mi spiace lasciarti così in queste condizioni, sei sicura di farcela? > la sua voce tradiva tristezza.
< si, ti ringrazio ancora per tutto, sto già molto meglio> mentii, ma non potevo fare altro.
< è stato un piacere aiutarti, e non ci penserei due volte a rifarlo.> dopo aver detto ciò aspettò qualche minuto una mia risposta, ma non risposi, restammo lì a guardarci, alla fine lui si girò e rientro nel locale. Mi avviai verso la foresta e appena giunta all'entrata alberata mi voltai indietro e vidi una figura scura uscire dal locale, seguita da un'altra subito dopo.
Controllai che il mio pugnale fosse a posto e che ipugnali dai decoltè si sfilassero, avevo la sensazione che molto presto avreidovuto usarli.
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THE RED HUNTER
FantasyCopertina @andreagraphics Vi chiedo di lasciarmi un voto o anche un commento se la storia vi piace o no, così da potermi migliorare :) Trama: Alyssa ha 19 anni, è una cacciatrice di vampiri salvata dai cacciatori 2 anni prima quando trovò i suoi gen...