sᴏᴘʀᴀᴠᴠɪᴠᴇʀᴇ

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<<MAESTRO LIN credo sia abbastanza>> una ragazza dai capelli lunghi neri lo ferma dal parlare poggiando delicatamente la mano sul braccio del uomo, si, ti prego, fallo smettere, digli di lasciarmi andare, digli di portarmi da Jo. <<Tu hai il dono della famiglia Birch, puoi usarlo>> Invece lui la ignora e mi chiede proprio la cosa di cui non voglio parlare, la mia famiglia, voglio scappare, non mi piace sentirmi in trappola. <<Per cosa? Ridere mentre sgozzo o avveleno un innocente? Passo, psicopatico, preferisco buttarmi davanti ad un treno>>
male, non so nemmeno da dove sia uscito tutto questo coraggio da parte mia, forse dal fatto che le sue domande mi irritano a tal punto da far uscire la parte più nascosta di me.

<<Hey, porta rispetto al maestro Lin>>
l'asiatica mi minaccia facendo qualche passo avanti e guardandomi con un'aria superiore che non mi piace per niente, oh no ragazza...quando mi sento in trappola faresti meglio a lasciarmi calmare prima di parlare. <<Il maestro Lin può mangiare la mia merda>> ecco fatto, la prima di tante bombe, sganciata.

<<Ora, dov'è il mio amico? >> vengo ignorata, un'altra cosa che non mi piace:essere ignorata, lo trovo molto irrispettoso, non che dire agli altri di mangiare la mia merda sia molto educato ma ignorare è un'arma alla quale non ho mai saputo rispondere bene perché fa troppo male. <<Marcus, vedo che avete la stessa mentalità e a quanto pare, le stesse parole, quindi per la sua insolennità credo che dividerete la camera per un bel pò>>Dice l'uomo senza smettere di guardarmi. <<Cosa? La trattiene qui? Ha appena detto che non vuole>>

Già, Marcus, ho detto che non voglio, faglielo capire, fagli capire che voglio scappare il più lontano da qui, che voglio liberarmi di questa sensazione merdosa di stare con le spalle al muro, faglielo capire, diglielo, non so come, ma fallo. <<Selene, cosa diresti se ti dicessi che qui, puoi imparare ad usare quel dono a fin di bene? >>
Ed ecco ancora che il signor continuo con il mio scopo ignora la seconda persona che gli vuole far intendere che io, qui, non ci voglio stare.

Ed ecco ancora che fa una delle sue stupide domande. <<Come può uccidere le persone essere per una buona causa? >>Chiedo sarcastica, ha perso qualche rotella, io non uccido.
<<Mafiosi, criminali, persone che uccidono per divertimento, come tua madre, inesistenti in un mondo dove tu hai imparato nella mia scuola a cancellarli dalla faccia della Terra, è di questo che tu sto parlando, uccidere le persone che se lo meritano>>

<<È pur sempre uccidere>>stringo ancor di più le ginocchia al petto, devo scappare, ma non riesco, sento ancora le gambe molli, la schiena troppo rilassata in contrasto con il mio cervello teso, mi hanno iniettato qualcosa di forte.

<<Dai al King's Dominiom un mese di tempo, provaci, vedi se capirai cosa sto dicendo...in più, l'altra alternativa è sotto a un ponte con dei barboni ubriaconi pronti a stuprarti, con il tuo amico fuori gioco, hai bisogno di sostegno>>

<<John...è...>>

<<Morto, si>>Risponde la ragazza dai capelli neri, chiudo gli occhi un'attimo trattenendo le lacrime, non lo conoscevo da una vita ma ci avevo passato abbastanza tempo insieme da affezionarmi, ne abbiamo passate di tante insieme e non sarei qui se lui non mi avesse insegnato a sopravvivere.<<Allora? >>Mi chiede porgendomi la mano.

Non voglio toccare quel uomo, ma non ho neanche altre alternative, magari riesco ad elaborare un piano mentre starò qui e poi me ne andrò, e se va tutto bene riuscirò anche a non uccidere nessuno...

Lui ritira la mano.

<<Marcus, porta la tua nuova compagna di stanza nella 107,secondo piano>>Dice dandogli una chiave, il ragazzo del divano si avvicina e si abbassa al mio livello porgendomi la mano, lo guardo negli occhi, vedo la sincerità, ma in questo momento sento talmente tanto dolore al petto che persino se i suoi occhi mi avessero urlato che sta mentendo, avrei accettato comunque. <<Anch'io sono qui da poco, puoi fidarti di me almeno per alzarti, con il sedativo che ti hanno dato non sarai capace di camminare da sola>>Annuisco e gli permetto di aiutarmi, poi mi sostiene fino alla Camera 107 e mi lascia sul letto. <<Beh, è decisamente più grande della Camera che avevo prima, grazie...>>

<<Selena>>Dico ricordandogli il mio nome.

<<Grazie Selena>>Non rispondo, semplicemente abbasso lo sguardo e trattengo le lacrime...Jonathan , quel Jonathan, è morto...il mio migliore amico...morto... Per una stupida festa!

<<Ehy...uh...ascolta, non sono bravo a consolare le persone e non so nemmeno cosa ti stia passando per la testa in questo momento ma se vuoi...possiamo parlare? Se vuoi... >>
Mi dice rimanendo ad una debita distanza, e fa bene, almeno è intelligente. <<Da quando le persone che frequentano scuole di killer sono gentili? Perché non parliamo di te invece? Voglio sapere qualcosa sulla persone con cui dividerò la stanza>>

<<Per me va bene, allora...io sono qui perché voglio vendicare i miei genitori e devo imparare come assassinare Ronald Reagan>> si appoggia alla scrivania dietro di lui guardandomi da capo a piedi.

<<Ronald Reagan? Il Presidente? >>

Chiedo incredula, lui annuisce soddisfatto. <<Non so qui per cazzate tipo chi è il più popolare della scuola, chi ha ucciso più persone o chi è il più cattivo, perché è questo ciò che è presente in questa scuola, tutti bimbi viziati del cazzo raggruppati per non stare da soli>> si avvicina lentamente verso di me, che sono seduta ai piedi del letto. <<Sono qui da solo una settimana e l'ho capito, so com'è essere nuovi e se hai bisogno di aiuto, fai un fischio>>

<<Aiuto per cosa? >>

<<Sopravvivere>>

ɢᴜᴀʀᴅᴀᴍɪ || Mᴀʀᴄᴜs LᴏᴘᴇᴢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora