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APPENA ENTRIAMO IN CAMERA Marcus va in bagno e io mi siedo nel piccolo angolo tra il letto e l'armadio dalla mia parte di stanza.
Ho accumulato troppe cose, non c'è la faccio, sono come un vetro fragile, un foglio di carta su cui è stata versata una boccetta d'inchiostro senza lasciare nessun millimetro bianco, una vaso rotto, una persona rotta, una ragazza rotta.
Se chiudo gli occhi vedo quel uomo...
Il padre di Billy, per terra, con la testa spaccata e affondata in una pozza di sangue, gli occhi spalancati e vitrei che guardano il vuoto.
E Jonathan, il mio Jonathan...stessa espressione prima della morte, il suo pensiero mi invade la mente di notte quando sono sola, quella ragazza che si avvicina a lui con quel coltello, io che non ho potuto fare niente mentre la crudele ascia della morte lo strappava dal nostro viaggio in cerca di un luogo migliore dove vivere.
E Chico...il suo sguardo fisso nel mio subito dopo che il proiettile che io ho sparato gli ha trapassato la carne, poi lo stesso sguardo ma più terrorizzato mentre Maria gli tagliava la gola con quel fatale vetanglio, la sua visione stesa per terra mentre quel taglio fatto sul tatuaggio che aveva sul collo faceva da porta per la sua anima sporca per uscire dal suo corpo.
Poi vedo il sorriso di mia madre, che mi dice che è fiera di me, vedo me stessa mentre mi guardo allo specchio e nel riflesso vedo un essere che è uguale a me ma allo stesso tempo lo sento così diverso.
E infine vedo Maria e Marcus, su quell'auto, che spezzano il silenzio creatosi nella mia testa con lo stesso suono con il quale hanno spezzato il silenzio su quella macchina, e sento il mio cuore appesantire pensando a tutto questo.
A cosa sto diventando, già...cosa sto diventando? I peggiori incubi di me bambina, ecco cosa sto diventando.
Guardo con la vista offuscata l'acchiappa sogni che mi ha dato Kylie, vorrei urlare ma non ci riesco, singhiozzo soltanto, le lacrime scendono sulle mie guance e quella destra fa male perché lì ho ricevuto quel pugno dal uomo che ho aiutato ad uccidere, li ho un livido che mi ricorderà cos'ho fatto fin quando non sparirà dalla superficie della mia pelle, ma non dalla mia anima.
Sento la porta del bagno aprirsi e mi alzo di scatto, esco dalla camera senza guardare Marcus e salgo sul tetto della scuola, ho bisogno di aria, mi sento in trappola.
Mi siedo sul cornicione e rimango lì per un tempo indefinito, poi sento una presenza dietro di me.<<Sel...come stai? >>Vedo che si appoggia al cornicione alla mia sinistra. <<Che domanda stupida, Marcus>>
<<Lo so, ma vale la pena farla>>
<<Non dovresti essere qui, ora, vicino a me, Marcus, quando sono in queste condizioni tendo ad attaccare la gente intorno a me credendo che mi faccia stare meglio>> chiudo gli occhi cercando di calmarmi. <<Eppure ancora non hai detto niente di tagliente>>
<<Vorrei dire tante cose, ma mi trattengo>>Rispondo sussurrando e riaprendo gli occhi, stavano già ricomparendo i volti di Chico, Jo, Maria, il padre di Billy, e Marcus.
<<Perché? >>
<<Perché sei l'unica persona che ho vicino in questo momento, e anche se vorrei urlare, anche se vorrei scaricare tutti i sentimenti contrastanti che sto provando adesso, so che non riuscirei a rimanere sola, in questo momento>>
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ɢᴜᴀʀᴅᴀᴍɪ || Mᴀʀᴄᴜs Lᴏᴘᴇᴢ
Fanfiction«ɢᴜᴀʀᴅᴀᴍɪ, ᴅʀɪᴛᴛᴏ ɴᴇɢʟɪ ᴏᴄᴄʜɪ,ᴠᴏɢʟɪᴏ ᴠᴇᴅᴇʀᴛɪ ᴍᴇɴᴛʀᴇ-»