Four: surprise!

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"L'inaspettato
è sempre più bello del previsto."
-Unknown

"-Unknown

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L'indomani mattina il rumore infernale della sveglia non esitò a farsi sentire.
Controvoglia, cacciai fuori malamente un braccio dal mio rifugio caldo, e tastai ripetutamente con la mano sul comodino, situato a fianco del mio letto, in cerca dell'aggeggio infernale. Quando lo trovai, lo spensi con un colpo secco, decretando finalmente un po' di pace per i miei poveri timpani.

Sbuffai e, assolutamente non intenzionata ad abbandonare il piacevole tepore che emanavano le coperte, mi rigirai dall'altra parte, tentando di bearmi ancora di quella piacevole sensazione. Sfortunatamente, questo mio buon intento svanì nell'esatto istante in cui nella mia stanza fece capolino un'altro inconveniente: mio fratello.

«Svegliaaaaaa!» urlò lui a squarciagola, saltando sul letto con un tale slancio che finì per rimbalzare su di me.

«Jason, cazzo!» gridai a mia volta, quando il suo ginocchio colpì la mia coscia con forza.

Non era solito comportarsi in questo modo, la maggior parte delle volte mi toccava pregarlo per farlo uscire dal letto alla mattina, considerando che, inoltre, non aveva mai voglia di andare a scuola. Non che non si applicasse, anzi, molto probabilmente era il più secchione della sua classe, semplicemente, come ogni ragazzino della sua età, avrebbe certamente preferito stare attaccato alla TV mangiando schifezze, quasi come se andasse di moda. E forse era proprio così, perché ultimamente mi sembrava che mio fratello fosse particolarmente cambiato. Sapevo che gli piaceva studiare infondo, eppure in quest'ultimo periodo tendeva a nasconderlo più del dovuto, come se fosse un qualcosa di cui vergognarsi, e, ad essere onesta, non ne capivo il perché.

Comunque, decisi di non preoccuparmene molto, poiché ero sicura che se ci fosse stato qualcosa che non andava me ne avrebbe parlato, così come aveva sempre fatto. Fin da piccoli nostra madre ci aveva abituati ad aprirci con lei riguardo a qualsiasi cosa. Voleva essere più di una semplice mamma per noi: voleva essere anche un'amica, una sorella maggiore, una confidente, una persona sulla quale sapevamo di poter contare al cento percento, in qualsiasi occasione. E lei, sia per me che per mio fratello, riuscì ad essere proprio tutto questo. Diceva sempre che il dialogo era importantissimo, in qualsiasi tipo di relazione o rapporto; sosteneva che le parole fossero il veicolo del mondo, che senza confronto non si andasse da nessuna parte, ed aveva ragione. Per questo, dopo che era venuta a mancare, mi ero ripromessa che avrei fatto lo stesso per mio fratello, che mi sarei comportata con lui proprio come aveva fatto nei nostri confronti quella madre che, forse, ci era stata strappata fin troppo presto.

E, probabilmente, il suo comportamento inusuale di quella mattina era dettato proprio da questo, era dettato dal senso di colpa che gli avevo intravisto negli occhi la sera precedente, dopo le sue parole agghiaccianti. Sapeva quanto ci tenessi a portare avanti con lui gli insegnamenti della mamma, era a conoscenza di quanto io avessi a cuore tutto questo e di quanto impegno ci mettessi per stargli il più vicino possibile, per dargli tutto l'amore che meritava di ricevere.

Sins » h.s Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora