Twenty-nine: black widow.

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"La gelosia si nutre di sospetti,
e si trasforma in furia
o muore
nel momento in cui il sospetto
si tramuta in certezza"
- François de La Rochefoucauld.

"La gelosia si nutre di sospetti,e si trasforma in furiao muorenel momento in cui il sospetto si tramuta in certezza"- François de La Rochefoucauld

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«Che cazzo ti è saltato in testa, Harry?!».

Sbottai, una volta trascinato fuori il riccio dalla baraonda generale creatasi all'interno dell'abitazione.

Avevo il fiato corto per via dello sforzo compiuto nel farmi largo tra la gente, con un Harry ben poco collaborativo, probabilmente a causa dell'immane quantità di alcol ingerita, e tenuto faticosamente sottobraccio a causa della sua grande stazza, resa appunto ingombrante dalla goffaggine che l'ebbrezza aveva iniettato nei muscoli del ragazzo. Quello stesso ragazzo che adesso, improvvisamente e stranamente ammansito, mi stava fissando a bocca aperta quasi fossi un'apparizione. Il suo modo di fare insensato sembrò confermare la mia intuizione: doveva aver decisamente bevuto parecchio, o altrimenti non mi sarei spiegata questo cambiamento d'umore eccessivamente repentino anche per i suoi soliti standard.

Sbuffai e, scocciata dal suo comportamento infantile e apparentemente immotivato, gli schioccai due dita difronte al volto, per farlo riprendere dallo stato di trance in cui sembrava essere caduto.

«Wow...» mormorò appena quest'ultimo, senza staccarmi gli occhi di dosso.
Grazie ad un flebile raggio di luna che si rifletteva nelle sclere cristalline, potei notare le sue pupille allargarsi leggermente.

«Wow cosa?» domandai, incrociando le braccia al petto sempre più spazientita, puntando di rimando le
mie iridi nelle sue, in attesa di una risposta decente.

«Sei una cazzo di dea».

Quelle parole bastarono per mandare in frantumi tutta la rabbia precedentemente accumulata.
A quel complimento, pronunciato in modo così spontaneo, mi sentii sciogliere come neve al sole.

Non ero avvezza ad attenzioni di questo tipo, anzi ero solita odiarle. Mi sentivo stupida quando ricevevo un apprezzamento, poiché non sapevo mai quanto la persona che lo stesse pronunciando fosse sincera. Ma stavolta era diverso.
Il modo in cui quelle cinque maledette parole erano scivolate via dalle labbra morbide e piene di Harry con incredibile naturalezza mi aveva travolta come un fiume in piena. E temetti di scomparire sotto quell'onda di emozioni contrastanti che sentii nascere dentro di me in seguito, e che si intensificarono nell'esatto istante in cui Harry fece un timido passo per accorciare le distanze tra di noi.

«H-Harry, i-io...» balbettai appena, incapace persino di formulare una frase di senso compiuto, momentaneamente incapace di mettere in moto gli ingranaggi storditi del mio cervello.

Un altro passo, ed il suo profumo mascolino iniziò a viziarmi le narici.

«Harry...» non seppi aggiungere altro.

Sins » h.s Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora