Eleven: drunk & nasty.

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"Odiava il modo che aveva
la gente di alludere a qualcosa
per poi fare marcia indietro,
quella malizia.
Succedeva di solito
con il sesso e con la morte."
-Alice Munro

"-Alice Munro

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HARRY'S POV.

Il locale in cui ero capitato quella sera, dopo aver percorso in lungo e in largo gran parte della città per trovare un luogo di svago che veramente potesse interessarmi, e in parte anche per calmare il mio stress, era gremito di gente.

Alla fine, in seguito ad un lungo tour d'ispezione, avevo optato per una piccola discoteca di periferia che, se in un primo momento era passata inosservata, durante la seconda ronda non avevo potuto non notare, soprattutto a causa della grande quantità di sesso femminile che si trovava sul marciapiede, e da cui il mio occhio vispo era stato subito attirato. E dovevo ammettere che, in fin dei conti, la mia scelta sembrava apparentemente soddisfare i miei standard.

La pista da ballo circolare, che potevo perfettamente scrutare nel dettaglio dalla mia seduta, posizionata proprio difronte al bancone principale, era prevalentemente affollata da ragazze che, a primo impatto, seguendo l'ampio ondeggiamento dei loro fianchi, potevo definire piuttosto alticce. Senza alcun minimo di pudore si strusciavano con mosse provocanti addosso a ragazzi che quasi sicuramente erano ubriachi almeno quanto loro: tipica e solita scena da discoteca.

Tuttavia decisi di non lamentarmi. Del resto ero lì solo per liberare la mente. L'obbiettivo della serata era unicamente staccare la mente da quella marea di pensieri che avevano iniziato ad inondarla non appena avevo concluso la chiamata con quel bastardo, e magari, perché no, pure portarmi a letto qualcuna. O quantomeno provarci, poiché, a dire il vero, nonostante stessi bevendo quello che era ormai il quarto drink della serata, l'impresa si stava rivelando più difficile del previsto. In quell'istante maledissi la mia capacità di reggere fottutamente bene l'alcol.

Mandai giu un altro grande sorso del mio Margarita, guardandomi attorno oltre il bordo sottile del bicchiere di cristallo. Nel farlo colsi in flagrante un gruppetto di ragazze intente a fissarmi a debita distanza. Passai in rassegna una ad una con lo sguardo, dalla testa fino alle punte dei piedi, cercando di non farmi notare troppo, e, con grande piacere, notai che tra esse ve n'era una che poteva fare al caso mio: abbastanza alta, bionda, seno prosperoso, fisico asciutto e, avrei azzardato, pure un bel sedere; o almeno questo era quello che avevo notato prima che fermasse i suoi movimenti sensuali solo per mangiarmi letteralmente con gli occhi.

Sorrisi sghembo al pensiero di aver finalmente trovato la mia preda per quella nottata, alla quale lanciai uno sguardo veloce, capendo immediatamente quanto fosse già propensa a ficcarmi la lingua in bocca -e non solo- dalle maliziose occhiate con cui stava rispondendo alla mie sottili provocazioni. Un gioco di sguardi, un paio di mosse lascive e, con le ragazze, il gioco era fatto. Un semplice schiocco di dita e sarebbero tutte cadute ai tuoi piedi, donandoti quella bella nottata di sesso animalesco che, infondo, anche la maggior parte di loro cercava. Tempo di trovare un posto appartato il più vicino possibile e già il tuo cazzo si trovava tra le loro mani. A quel punto dovevi solo sperare che la ragazza ci sapesse fare e che, soprattutto, non fosse una di quelle che dopo una banale scopata s'infatuavano, per poi iniziare a farsi i soliti film mentali o a tampinarti di insulse domande e odiose richieste, di cui, puntualmente, non ricordavi nulla il giorno seguente. Solitamente non ricordavo nemmeno il nome della ragazza con cui ero stato la notte precedente, il che, francamente, non mi toccava più di tanto. Una valeva l'altra per me, l'importante era che fosse abbastanza carina e altrettanto disponibile, ma a dire il vero, riguardo a quest'ultimo aspetto, solitamente non dovevo nemmeno faticare più di tanto per riuscire a portarmene una a letto. In vita mia, non avevo mai ricevuto un no come risposta da parte del genere femminile; al massimo era capitato che trovassi qualcuna che giocasse a fare la preziosa più delle altre, eppure, anche in quelle rare occasioni, scoprendo le mie carte lentamente, aveva inevitabilmente finito per cedere proprio come tutte.

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