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Dopo quell'avvenimento, il prof quasi non si avvicinò più a Michele, tranne che per restituirgli la verifica su cui brillava un 5 rosso sottolineato per ben tre volte.
Michele sbuffò alla vista del voto, un altro aggiunto alla sua collezione.
《Ma prof!》esclamò Michele, buttando sul tavolo il foglio pieno di correzioni. Accanto a lui Azzurra lo fissava un po' stranita, nelle sue mani un nove che Michele poteva solo sognarsi. 《Poteva darmi almeno sei! Non ho fatto così tanti errori!》.
Il prof lo fissò alzando un sopracciglio e stringendo le labbra, accigliato.
《E tu non potevi impegnarti quel tanto di più per prenderlo questo benedetto sei a cui aspiri da ottobre?》domandò, muovendo qualche passo verso il banco del ragazzo, che non dava segno di voler abbassare lo sguardo.
《Sa che sto sempre attento prof! Sono il suo alunno migliore...》. Per poco il prof non scoppiò a ridere, nascondendo il viso dietro le verifiche degli assenti. 《Ed il suo preferito!》.
Il prof annuì vigorosamente, con gli occhi lucidi dalle troppe risate. Prese un profondo respiro.
《Su questo ci puoi scommettere》.
Michele rimase sorpreso da quelle parole, quasi sussurrate, che erano scappate al prof. Parole a cui non poteva ribattere in alcun modo, cosa di cui l'uomo approfittò per ritirare le verifiche ed iniziare la spiegazione del nuovo argomento.
Intanto Azzurra faceva scorrere lo sguardo dalla sua verifica, a Michele, al prof, specialmente tra gli ultimi due con gli occhi che brillavano di eccitazione. Il compagno di banco la fissò perplessa.
《Che vuoi?》.
Subito Azzurra spostò lo sguardo sul suo voto ma un piccolo sorriso le rimase stampato sul viso. Anche durante la spiegazione continuò a lanciare occhiate a Michele e poi al prof, specialmente quando questi due finivano per avere una delle loro conversazioni durante le lezioni.
Al suono della campanella, tutti si alzarono come bufali dalle sedie, dirigendosi veloci verso il cortile, giubbini in mano e sacche da ginnastica sulle spalle, mentre raschiavano nelle tasche alla ricerca di pochi centesimi per poter sfamarsi almeno per quell'intervallo. L'ora successiva avrebbero avuto motoria e non sarebbero resistiti alla lezione di quel pazzo del Lavini senza un po' di cibo nello stomaco. Anche Michele stava cercando di scappare fuori come il forsennato che era, ma venne bloccato dal prof.
《Cosa hai intenzione di fare?》. Michele lo osservò, senza capire. Poi il prof gli sventolò davanti agli occhi la verifica distribuita poco prima. 《La vuoi recuperare? O vuoi fregartene come sempre?》.
《Certo che la voglio recuperare!》 esclamò Michele punto sul vivo. 《Non sono mica uno scansafatiche come Alessio!》.
《E come vorresti recuperarla? Come la volta scorsa, con quella meravigliosa interrogazione da quattro?》. Michele abbassò lo sguardo sulle sue scarpe nuove. Erano stranamente interessanti, nel loro candore splendente. Il prof sospirò, massaggiandosi il ponte del naso. 《Non sto facendo questo per me, per essere un prof migliore. Sto cercando di venirti incontro... te ne rendi conto?》.
Michele annuì, senza alzare gli occhi, con uno sbuffo silenzioso. Odiava quelle ramanzine; lo facevano sentire così stupido...
《Vabbè, vai ora, o non riuscirai neanche a mangiare...》. Il prof lo liquidò con un movimento della mano che Michele assecondò, correndo fuori dall'aula.
Appena fu in cortile, l'aria fredda gli riempì i polmoni, dandogli per un istante un sentore di libertà... solo per un instante.
《Ehi Mich!》.
Azzurra spuntò da dietro Michele e lui la guardò di nuovo stranito.
《Tra te e il prof c'è sempre una forte tensione sessuale, ne sei consapevole, vero?》. Michele scoppiò a ridere. Istericamente.
《Ma che diavolo dici?》.
《Riporto solo ciò che i miei occhi vedono...》e detto ciò si avviò da Giulia, riconoscibile per i suoi capelli dalle punte blu anche da una lunga distanza.
Anche lui si diresse verso i suoi compagni, in gruppo sotto ad uno degli alti pini del cortile. Quando li raggiunse, dall'entrata della scuola uscì il prof, e Michele non riuscì a staccargli gli occhi di dosso. Poi gli venne un'idea.
Stavano tutti parlando e nessuno l'avrebbe notato. Prese il cellulare e, veloce come un fulmine, scattò una foto, immortalando il prof mentre usciva dal cancello. Sorrise guardandola.
《Che hai lì?》domandò Alessio, sporgendosi di colpo sul cellulare, che Michele bloccò di riflesso.
《Solo due belle bocce che non voglio condividere con nessuno!》.
A quelle parole, un coro di fischi si alzò dal suo gruppo, ma ciò non gli evitò di ricevere un'occhiata esaltata da parte di Azzurra. Dai suoi occhi capiva che aveva notato ogni cosa...
"Sarebbe un'ottima stalker..." riflettè, prima che il Lavini li chiamasse a raccolta per la sofferenza.

•EPIPHANY• how I fell for my teacherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora