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Il prof adorava insegnare. Gli era sempre piaciuta l'idea di poter essere in grado di inculcare nelle menti di chi lo ascoltasse concetti ed idee nuove, conoscenze che mai si sarebbero aspettati. Rimaneva sempre impressionato da come i cervelli dei giovani lavorassero e quali pensieri potessero nascere da esse... ma altre volte continuava a stupirsi della loro imbecillità...

《È suonata la campanella, ve ne siete accorti?》urlò, affacciandosi alla finestra, ad un gruppetto di ragazzi intenti a fumare nel cortile.
Quelli lo guardarono di sbieco, alcuni imprecarono anche, ma dopo qualche secondo si erano già dispersi.
Alzò gli occhi al cielo dirigendosi alla cattedra, mentre i suoi alunni ridacchiavano della scena appena terminata.

《Bene!》esclamò il prof, gettando di botto il libro sulla cattedra. A parte alcune bestemmie dall'ultima fila ed urletti dalle ragazze, l'ordine fu ristabilito. 《Dopo questa scenata da circo sia fuori sia dentro... chi si offre per parlarmi di Pirandello?》.
Un silenzio di tomba cadde immediatamente sulla classe.
《Non accalcatevi...》esclamò, aprendo il libro di colpo. 《Centotrentatré. Uno e tre fa quattro, e tre, sette. E il sette è... Michele!》.
《Non c'è prof!》. La voce di Linda si alzò dal fondo dell'aula. 《È ancora in ospedale》.
《Non lo dimettevano oggi?》. Linda alzò le spalle. Il prof alzò gli occhi al cielo.《Questi giovani d'oggi che per un'appendicite stanno a casa...》.
Le risate degli alunni lo fecero sorridere, ma una lieve stretta all'altezza dello stomaco lo infastidì... Prese un respiro profondo, tentando di scacciare quella sensazione, ma fu inutile, anzi, la cosa peggiorò.

《Per la vostra gioia, farò finta di dimenticarmi dell'interrogazione》. Varie urla di gioia riempirono l'aria. 《Per ora leggette le pagine relative ad Uno, nessuno, centomila e dopo ne parleremo insieme》.
Nel mentre si era alzato, dirigendosi leggermente barcollante verso la porta.
《Prof, sta bene?》domandò Azzurra, un po' preoccupata.
《Sto alla grande! Ho solo dimenticato di andare in segreteria a firmare alcuni moduli. Torno subito. Voi non fiatate!》. Detto ciò uscì.

Non si diresse però verso la segreteria. Non si allontanò neppure di molto dalla classe. Svoltò appena l'angolo e si appoggiò al muro ricoperto da scritte e disegi indecenti. Inspirò ed espirò, più e più volte, mentre cercava di scacciare le parole che Michele gli aveva detto ed il veleno con il quale erano state pronunciate. Avrebbe voluto spiegarsi meglio, ma alla fine non era riuscito a dire nulla... Cercò di non pensare al fatto che presto avrebbe lasciato tutto dietro di sé. Michele, i suoi alunni, il suo lavoro... ma ne valeva la pena?
Scosse la testa cercando di darsi un contegno. Sabato si era lasciato andare, ma non poteva permettersi di lasciarsi trasportare di nuovo.
Tra meno di ventiquattro ore sarebbe partito verso unq nuova vita e non sarebbero stati dei rimorsi di coscienza a fermarlo.

Tornò verso la classe, dalla quale proveniva un cicaleccio fastidioso.
Aprì la porta di colpo, interrompendo all'istante il brusio che si era creato. Tutti i ragazzi erano ancora seduti ai loro posti e leggevano sui loro libri, eppure c'era qualcosa che non gli tornava...
《Cosa sono quei sorrisetti beffardi?》mormorò il prof, puntando il dito contro i ragazzi. 《Che avete combinato?》.
《Perchè dovremmo per forza aver fatto qualcosa?!》esclamò Filippo, con un'espressione seria in viso.
《Perchè vi conosco da quattro anni, ecco perchè》esclamò il prof voltandosi verso la cattedra, e fu allora che lo vide.
Avevano ricoperto la cattedra con cibo e schifezze ed avevano scritto sulla lavagna: "Arrivederci prof! Ci mancherà", firmando tutto intorno.
Il prof non riusciva a crederci. Come avevano fatto a sapere della partenza? Lui non ne aveva fatto parola con nessun... si inturruppe mentalmente quando collegò i puntini.
《Michele...》sussurrò tra sé e sé. Poi sorrise, chinando leggermente la testa. Era decisamente tardi per non lasciarsi coinvolgere.
《Grazie ragazzi...》mormorò, passandosi una mano sugli occhi. 《E grazie per avermi fornito cibo per la dispensa per i prossimi tre mesi!》.
《In realtà sarebbe anche per noi...》fece osservare qualcuno.
《Ah sì? Peccato... ma prima ditemi cosa avete capito delle pagine che ho dato》.
Un unanime lamento si sollevò dai ragazzi ed il prof sorrise... gli sarebbero mancati, e non poteva farci proprio nulla.

•EPIPHANY• how I fell for my teacherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora