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《Certo che te le cerchi un po', Mich》.
Da dietro la nuvoletta di fumo che Michele aveva appena esalato spuntò la testa rossa fuoco di Linda, stretta nelle spalle per il freddo.
Lui fece un profondo respiro. Il vicepreside non gli aveva detto più di tanto, alla fin fine: grande delusione, la scuola non può lasciare correre un avvenimento del genere, sospeso per una settimana, che non si ripeta più.
《Non c'è bisogno di infierire Linda... una settimana di sospensione basta e avanza》sbuffò Michele, aspirando di nuovo il fumo. 《Sono stato un coglione》.
《Almeno potrai usare questo tempo per studiare per i recuperi》. Linda rise appena vide lo sguardo che il ragazzo le lanciò. 《A parte gli scherzi: Alessio è il coglione. Tu però non avresti dovuto assecondarlo...》.
Michele la fissò alzando un sopracciglio. Linda alzò gli occhi al cielo.
《Sei impossibile! Poi ti lamenti che non piaci a nessuno》esclamò, ma di colpo i suoi occhi si illuminarono. 《O ti interessa piacere solo ad una persona... la persona a cui hai fatto quella foto?》.
《Non sono affari tuoi Linda》sbottò l'altro, prendendo un altro tiro dalla sigaretta quasi finita. La rossa rise.
《Non sono affari miei? Sei mio amico, dovrebbero essere affari anche miei se ti piace un...》.
《Non dire. Un'altra. Parola》sibilò Michele, puntandole l'indice in faccia, che subito lei allontanò con uno schiaffo.
《Lo capisci che cerco di aiutarti?!》sbottò alzando la voce. Michele la fissò arrabbiato, ma poi distolse lo sguardo, gettando la testa all'indietro e la sigaretta per terra.
《Lo so... scusami》mormorò lui ad occhi chiusi. Linda sorrise appena.
《Devi capirlo Mich... lui ha la tipa! Da tanto... potrebbe essere una battaglia già persa in partenza...》.
《Pensi che non lo sappia? Pensi che non ci abbia provato a smettere di sentire tutto questo? Non posso farci niente! Non posso controllarmi, non ci riesco!》. Michele fissò lo sguardo negli occhi verdi di Linda. 《Ed è la prima volta che sento una cosa del genere, così forte e prorompente! E non voglio perdermela...》.
Linda lo fissò stranita per alcuni secondi, poi sospirò rassegnata scutendo la testa, ma con un sorriso sulle labbra.
《Fai come vuoi! Non potrei nemmeno impedirtelo... comunque da dove l'hai tirato fuori quel parolone... prorompente!》. Linda scoppiò a ridere e anche Michele non riuscì a trattenersi.
《Ora devo andare o perdo l'autobus...》disse poi la ragazza, superando l'amico e lasciandogli un veloce bacio sulla guancia. 《Comunque, qualunque cosa tu faccia, per il tuo bene, non farti coinvolgere troppo...》.
Michele sospirò, osservando Linda allontanarsi e aspettando l'arrivo di sua mamma.
"Un po' troppo tardi per un consiglio del genere..."

Linda stava camminando verso la fermata e sentiva distintamente i passi dietro di lei, strascicati sull'asfalto, come di un ubriaco. Cercò però di non farci caso, arrivando poi alla fermata dell'autobus.
A quell'ora era praticamente vuota e i passi erano sempre più vicini a lei finchè non sentì una voce a pochi centimetri da sè.
《Ehilà...》.
Si voltò di scatto verso l'uomo dietro di lei, abbastanza giovane e neanche orrendo, ma appena aprì di nuovo bocca, il suo respiro per poco non la uccise. Puzzava d'alcool in una maniera incredibile.
《Perchè non vieni a bere qualcosa con me? È quasi sera e poi possiamo fare baldoria fino a tardi...》.
《Domani ho scuola, mi dispiace》ribattè secca Linda, tornando a fissare la strada, ma l'uomo non demorse.
《Avanti, solo un bicchiere o due...》. Le appoggiò una mano sulla spalla, da cui Linda si scostò all'istante.
《Ho già altri impegni e penso che tu abbia già bevuto abbastanza》continuò acida la ragazza.
L'uomo cambiò di colpo atteggiamento, afferrando un polso di Linda e stringendolo forte. Lei non lasciò andare nemmeno un mugugno.
《Tu non provare a dirmi mai più una cosa del genere... e quello non era un invito, perciò ora...》.
《Ehi tesoro!》.
Da dietro l'uomo spuntò improvvisamente Alessio che, con un movimento veloce, prese Linda per la vita e la allontanò dall'uomo. Poi guardò il tizio che era rimasto perplesso dall'apparizione del corvino.《C'è qualche problema?》chiese, fissandolo furente.
Quello non rispose, limitandosi ad allontanarsi per la strada da cui era arrivato. Solo quando scomparve dietro l'angolo, Linda si rese conto che aveva trattenuto il fiato.
《Grazie, ora puoi anche lasciarmi, tesoro!》disse la rossa, scrollandosi di dosso il braccio di Alessio.
《Sarebbe questo tutto il tuo ringraziamento per averti salvata?》. Linda sorrise ironica, stringendo la sigaretta tra i denti nel tentativo di accenderla.
Mentre faceva scattare l'accendino, Alessio la osservò attentamente, le occhiaie nascoste dal correttore, gli occhi verdi spenti e la ricrescita bionda che si faceva spazio tra la tinta scarlatta.
《Come va a casa?》.
La domanda la colse impreparata. Si tolse la sigaretta di bocca, ancora spenta, e la rimise nel pacchetto. Poi alzò lo sguardo su Alessio.
《Tutto bene》.
《Non è vero》.
《Sì, invece》.
《Hai le occhiaie, si notano》. Linda sbuffò.
《Perchè non ti puoi fare una buona dose di cazzi tuoi?》.
《Perchè dovrei? Se qualcosa non va puoi dirmelo》. La rossa alzò gli occhi al cielo.
《Oh! E da quando ti interessa cosa mi succede?》. Alessio alzò le spalle.
《Da un po'... è un problema?》. Linda fece una faccia un po' imbronciata, ma dentro di lei sentiva qualcosa scaldarsi a dismisura. Poi vide il suo pullman avvicinarsi.
《No》affermò, facendo un passo verso il mezzo blu. 《Ma questo non ti fa diventare mio amico del cuore》. E poi corse sull'autobus, mentre dietro di lei Alessio rispondeva urlando.
《Non ne dubitavo!》.
Poi le porte dell'autobus si chiusero e seduta su uno dei sedili, Linda non poteva fare a meno di sorridere...

•EPIPHANY• how I fell for my teacherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora