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《Non vedo cosa ci sia di male nel voler sposare un pazzo psicopatico!》esclamò Giulia, buttando le mani al cielo e roteando gli occhi.
《Cosa c'è di male? Potrebbe ammazzarti nel sonno!》esclamò Azzurra con gli occhi sbarrati.
《Ma se mi ha sposato vuol dire che mi ama e che non mi ucciderebbe mai!》ribattè la ragazza dai capelli blu, facendo alzare gli occhi al cielo alla mora.
《Penso che questa discussione abbia preso la piega sbagliata》mormorò Michele, in mezzo alle due che faceva passare lo sguardo preoccupato dall'una all'altra.
《Sei tu che ci hai chiesto come dovrebbe essere il nostro uomo ideale e noi ti abbiamo risposto!》precisò Giulia.
《Speravo che fossi io il vostro uomo ideale...》mormorò il ragazzo con una voce profonda e appositamente sensuale.
Entrambe lo fissarono con un'espressione leggermente infastidita, alzando le sopracciglia. Michele incrociò le braccia al petto, scoppiando a ridere.
《Ridi, ridi, ma i tuoi trucchi da marpione non funzionano, specialmente con me...》disse Azzurra con un sorrisetto malizioso sulle labbra. 《Perchè non usi questo tono con il prof? Sicuramente cadrà ai tuoi piedi!》.
《Zitta!》sibilò Michele, di colpo insicuro e rosso come un pomodoro. 《Potrebbe sentirti qualcuno...》.
《Ma per favore! Lo senti questo rumore? Nessuno sentirebbe neanche se volesse!》. Infatti la classe all'intervallo era più rumorosa di una discoteca, con tutte le risate e le voci che sembravano moltiplicarsi a dismisura. Tutti impegnanti a parlare tra loro per notare l'imbarazzo del giovane seduto tra le due ragazze. Anche il prof, che si era già accomodato alla cattedra per la lezione che sarebbe iniziata di lì a poco non sembrava aver notato nulla.
《Sono uno stupido, vero? Sperare di piacergli... è una pazzia...》mormorò, torturandosi le dita. Una mano con le unghie laccate di nero gli prese il braccio.
《Non sei uno stupido. Non puoi evitare di provare... questo! Io vorrei poter evitare di innamorarmi di ogni personaggio dei manga, ma non posso!》disse Giulia, sdramatizzando un po'.
《Non è la stessa cosa...》ribattè Michele.
《In un certo senso sì... lei non può evitarlo come tu non puoi evitare questi sentimenti ed io non posso evitare i miei》continuò Azzurra, mentre un sorriso triste le spegneva lo sguardo che saettò un istante a Filippo.
《Azzurra...》.
《Ma non possiamo fare finta che non esistano!》continuò la ragazza più risoluta. 《Dobbiamo accettarli e fare del nostro meglio perchè non ci distruggano》.
Giulia guardò l'amica, ma prima che potesse dire qualcosa la campanella suonò.
Tutti tornarono ai loro posti mentre il prof iniziava a scrivere qualcosa alla lavagna e Michele aveva già puntato lo sguardo sulla figura dell'uomo davanti a lui con occhi sognanti.
Quando il prof si spostò dalla lavagna, una parola illuminava la tavola di ardesia: "settecentoquaranta".
《Spero che così capirete tutti la pagina a cui dovrete aprire il libro...》disse, prendendo in mano il gigantesco volume di letteratura.
《Prof, non riesco a vedere bene la scritta... è settecento- cosa?》. La voce di Filippo si era levata e i ragazzi non capivano se stesse facendo apposta oppure no. Sta di fatto che il prof sorrise.
《Ah, scusami, mi ero dimenticato dei tuoi problemi di vista!》esclamò, scrivendo la cifra della pagina con una dimensione gigantesca. 《Ora ci vedi?》. Tutta la classe rise.
《Prof... giuro che entro fine anno la denuncio...》. Filippo fece scatenare una nuova ondata di risate.
《È troppo grande?》domandò il prof, con una nota di perplessità nella voce. Poi alzò l'indice e se lo leccò, passandoselo su tutta la lunghezza della lingua ed iniziando a cancellare parte del numero. Durante questa azione, tenne lo sguardo fisso su Michele, che lo fissò a bocca spalancata come uno stoccafisso.
Diversi gridolini schifati da parte delle ragazze riempirono l'aula, mentre la risata roboante di Alessio contagiava anche gli altri.
《Cazzo! Hai visto?!》esclamò poi Alessio, dando una gomitata a Michele. Quest'ultimo annuì, di colpo con la bocca secca. Si voltò verso Azzurra, che lo fissava sorridendo maliziosamente, e sentiva lo stesso sguardo da Giulia, seduta dall'altra parte dell'aula. Accanto a lui, il moro aspettava una sua reazione ma non sapeva che fare... la testa gli scoppiava e sentiva il cavallo dei pantaloni scaldarsi a dismisura.
《Prof! Posso andare in bagno?》chiese di botto, soprendendo lo stesso professore. L'uomo annuì, iniziando poi a placare gli altri ragazzi.
《Perchè, ti sei eccitato?》sussurrò Alessio, ridendo della sua stessa battuta.
《Non sono affari tuoi》sibilò in risposta il biondo, correndo fuori dall'aula e lasciando il cellulare sul banco insieme allo stupore del suo vicino.

•EPIPHANY• how I fell for my teacherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora