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Libri, libri, libri e ancora libri. Michele ne appoggiò rumorosamente alcuni su un carrello, girando tra gli scaffali alla ricerca della mensola corretta.
《Che cavolata》mormorò, controllando l'etichetta di uno dei libri e sistemandolo al posto giusto. Il prof, dopo la prima ora di studio, gli aveva dato quel compito insulso mentre a Giulia spettava la registrazione dei resi al computer... almeno lei forse si sarebbe divertita con la connessione internet della scuola... per non parlare del fatto che tutta quella polvere continuava a farlo starnutire.
《Cosa esattamente è una cavolata? Questa punizione?》.
Michele alzò gli occhi al cielo, perchè non ne poteva più di vedersi spuntare il prof dovunque, ed anche a causa dello spavento che ogni volta gli provocava; era più silenzioso di un cobra.
《Soprattutto i libri... avrei preferito continuare a studiare》. Il prof rise a denti stretti, scuotendo appena la testa. Michele fissò con la coda dell'occhio i capelli brizzolati del prof un po' troppo lunghi dondolare a ritmo, mentre sistemava un nuovo volume sullo scaffale.
《Michele che vuole studiare? Non me la bevo》. Michele scrollò le spalle.
《Se non ci fosse la polvere in effetti, sarebbe molto meglio...》ammise il ragazzo, scuotendosi dai palmi un leggero strato di polvere e riprendendo a spingere il carrello per il corridoio stretto tra gli scaffali. Il prof però gli si mise davanti. 《Mi lascia passare?》
《Quindi ti piacciono i libri senza polvere?》chiese l'uomo, sempre sorridendo. Michele non sapeva cosa dire, data anche la situazione strana in cui si trovava.
《Non particolarmente... dipende dai generi però. Come a tutti immagino》. Il prof annuì pensieroso. 《Ora mi lascia passare?》chiese ancora il biondo, tamburellando le dita sul carrello per l'agitazione.
《No》.
Il prof lo fissava negli occhi senza il minimo cedimento e Michele sosteneva lo sguardo con decisione, seppure sentiva il suo animo palpitare. Fu il prof ad abbassare per primo lo sguardo ed allungò una mano verso quella di Michele e la prese tra la sua. Michele in quell'istante si rese conto di quanto fosse difficile respirare come un essere umano normale...
《Come hai detto oggi in classe? "Dopo quattro anni ormai siamo una cosa sola"?》. Michele avrebbe voluto sotterrarsi in quel momento! In classe diceva tante di quelle cavolate senza rendersene conto ed ora venivano usate contro di lui. Però il prof stava ancora sorridendo. 《Forse hai ragione...》.
Strinse ancora di più la mano del ragazzo, alzando gli occhi sul viso rosso del giovane. Il suo sorriso si allargò ancora di più.
《Michele in imbarazzo? Che storia interessante...》disse ironico il prof, avvicinandosi ancora di più al ragazzo.
《Io? In imbarazzo? Ma quando mai!》esclamò Michele, anche se la risata isterica che seguì a quelle parole sembrò dar ragione al prof.
《Certo, certo, ed io non ti sto tenendo la mano》.
Seguì un istante di silenzio, prima che le labbra del biondo si muovessero di nuovo.
《Forse dovrebbe lasciarla》.
Michele disse quelle parole a fatica, perchè avrebbe potuto far finire tutto quello...
《O forse no. Potrei tenerla e potrei, con un po' di fatica data la tua altezza sovrumana, darti un bacio... cosa ne pensi?》.
A quelle parole, il cervello di Michele iniziò a farsi mille domande diverse: e la sua ragazza? Il prof era gay? Lo stava solo prendendo in giro? E se avesse accettato?
《Che succede?》domandò con un sorriso malizioso. 《Il gatto ti ha mangiato la lingua?》.
Michele gli lanciò un'occhiataccia e poi, prima che potesse ripensarci, prima che una vocina si insinuasse nella sua testa a dirgli quanto fosse sbagliato, si chinò fino a baciare il prof.
Gli appoggiò una mano sulla guancia, ruvida per la barba non rasata, e premette le sue labbra su quelle dell'altro. Un veloce bacio a stampo, ma per Michele fu come toccare il cielo come un dito, perfino quando interruppe il contatto.
Il prof era rimasto di sasso e Michele potè prendersi la sua piccola rivincita.
《Ed ora chi è rimasto senza lingua?》e detto questo, spinse il carrello dei libri oltre lo scaffale. Poi, con lo stomaco in subbuglio ed il cuore a mille, corse in bagno, superando una Giulia perplessa, mentre le gambe rischiavano di cedergli da un momento all'altro.
Arrivato in bagno, si accovacciò sul pavimento, coprendosi la bocca con una mano, mentre il suo viso raggiungeva il bordeaux.
"Porca puttana!"

•EPIPHANY• how I fell for my teacherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora