•11•

802 45 8
                                    

Era una giornata straordinariamente calda quella che si presentò sabato mattina. Pur essendo metà febbraio il sole splendeva scaldando tutte le creature terrene, che dopo mesi di freddo si azzardavano a mettere fuori la testa dal loro rifugio. Tra queste creature vanno comprese anche gli esseri umani, finalmente fuori dalle loro case, fondamentalmente trascinati dai figli desiderosi di passare del tempo all'aria aperta.
Ecco perchè quel giorno il parco brulicava di bambini urlanti, mentre Michele aspettava in fremente attesa che il prof arrivasse.
Si era presentato con mezz'ora di anticipo, cosa che non aveva mai fatto in tutta la sua vita e di cui si pentiva amaramente.
Seduto sulla panchina, il biondo non riusciva a stare fermo. Era sempre stato pieno di energie, ma l'attesa lo stava facendo impazzire: continuava a far battere il piede sulla ghiaia del sentiero, si alzava a fare due passi e poi si rimetteva seduto, controllava ossessivamente l'orario sul cellulare e se fossero arrivati messaggi di buca ma nulla. Solo il cinguettio degli uccelli che gli trapanava i timpani.
Cosa diavolo gli era saltato in mente di accettare quell'uscita?
Dopo quello che era accaduto venerdì, ne aveva discusso con le due ragazze, che per poco non erano andate in iperventilazione per l'emozione! Subito dopo lo avevano riempito di domande e consigli su come comportarsi a questo appuntamento ed ora tutte quelle parole gli rintronavano il cervallo!
Ma poi, lo si poteva chiamare appuntamento? Probabilmente no... e poi, di cosa avrebbero discusso di così importante? E dopo cosa avrebbero fatto? Sarebbero andati da qualche parte?
Mentre pensava a dei luoghi che sarebbero potuti piacere al prof, Michele si rese conto che non aveva idea di cosa gli piacesse sul serio.
Aveva passato giornate intere con Azzurra e Giulia, immaginandosi dove sarebbero andati ma era semplici supposizioni, perchè non pensava davvero che sarebbero finiti in una camera d'hotel quel pomeriggio...
In classe non si lasciava mai andare e quando lo faceva, non permetteva comunque alla sua vita privata di interferire. Era come una statua greca, l'animo nascosto dietro il marmo bianco. Una scultura molto arrapante, in ogni caso...
Si coprì subito il viso con le mani, mentre tante idee gli passavano per la testa.
《Cosa diavolo stai facendo?》.
《Porca puttana!》esclamò Michele, sLtando sul posto e mettendosi una mano sul cuore.
《È questo il nuovo modo per dire buongiorno?》domandò con un sorriso soddisfatto il prof, mentre il biondo riprendeva fiato.
《La vuole smettere di saltare sempre fuori dal nulla?! Ogni due per tre mi fa prendere un infarto!》continuò poi il ragazzo, fulminando con lo sguardo l'uomo.
《Se ti guardassi intorno invece di usare la tua mente per elaborare pensieri sconci non ti coglierei sempre di sorpresa》ribattè il prof, un sorrisetto malizioso che gli tagliava il viso.
《Parla il santo dei santi》esclamò di rimando Michele, avvicinandosi di un passo al prof. 《Dovrebbe guardare a sè stesso prima di parlare》.
《Ti rendi conto che mi stai ancora dando del lei, giusto?》disse l'uomo, incrociando le braccia al petto.
《E allora?》.
《Mi fa sentire vecchio, potresti darmi del tu, almeno fuori scuola》.
《Meglio di no... sarebbe strano...》. Michele ci aveva già pensato. Chiamarlo col suo nome, sentire come suonava sulle sue labbra... ma non avrebbe potuto. In classe avrebbe rischiato di lasciarselo sfuggire, si conosceva fin troppo bene...
《E non è strano darmi ancora del lei dopo esserci baciati?》.
Il prof aveva alzato fin troppo la voce. Una donna con i figli che passava lì accanto li osservò perplessa, poi infastidita, per poi superarli senza dire una parola. Michele l'aveva notata.
《Meglio non urlare...》mormorò il ragazzo, tenendo gli occhi bassi. Il prof sospirò ma sorrise.
《Va bene. Non c'è nessun problema, lo capisco》. Poi allungò una mano e gli sfiorò le dita, per fargli sentire che lui c'era, che sapeva ciò che gli passava in testa e che non gli avrebbe messo fretta perchè non ce n'era alcun bisogno. Anche Michele sorrise, incrociando gli occhi scuri del prof.
《Allora... adesso dove mi vuole portare?》domandò malizioso il biondo, inumidendosi il labbro inferiore. 《So che ci sono degli ottimi hotel qui in giro...》. Il prof ridacchiò.
《Per quanto l'idea sia allettante, la mia idea era tutt'altra... ho intenzione di acculturarti a modo mio... per cui vieni d goditi il silenzio》disse l'uomo, stringendogli la mano e cominciando a trascinare il ragazzo verso il centro della città.
Michele però non riusciva a concentrarsi per bene... il calore che si espandeva dalla stretta del prof gli faceva andare a fuoco la mano, le guance, ogni singola parte del corpo! Si coprì il viso con una mano, mentre scuoteva la testa con un sorriso sempre più ampio.
"Ormai sono proprio senza speranza..."

•••
Spazio autrice🌻
Prima di tutto, grazie a chi sta leggendo questa storia. Mi fa piacere che qualcosa di mio venga apprezzato!💓
Secondo, spero davvero che la storia vi stia piacendo, in caso contrario fatemelo pure sapere nei commenti.👇
Ultimo ma non meno importante, probabilmente non riuscirò ad aggiornare spesso nella prossima settimana, ma tornerò presto con un nuovo capitolo!
Grazie dell'attenzione!🤗
Anne🌻

•EPIPHANY• how I fell for my teacherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora