Verità rubate

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Sparita.

Si era volatilizzata nel nulla, la testimonianza della sua presenza data dall'eco della sua voce.

Mi lasciai cadere sull'erba, pensierosa. Per mia sorella tutto questo non è stato che uno stupido gioco, probabilmente come per Michael.

Michael, ma certo.

Qualcosa non andava, perché anche Dracula aveva l'ordine di uccidermi? Lui non poteva ricevere ordini!

Mi precipitai all'Ordine, armata di un'inquietante calma che di solito mi era sconosciuta, e Michael capì perfettamente che qualcosa non andava quando, pigramente, allargai un sorriso e mi accomodai sulla sedia di fronte all'uomo.

"Femke, che notizie mi porti?"

"Sai Michael, Katerina è sempre una gran chiacchierona."

Lui sorrise senza capire,aspettando che proseguissi, ma i suoi occhi rivelavano un barlume di paura, probabilmente perché di solito non ero così calma.

"Prima, mentre stavo parlando con mia sorella, mi ha fatto notare una cosa interessante: perché mai un Dracula dovrebbe ricevere ordini? Insomma, nessuno può farlo fuori, e lui mi ha detto che aveva l'ordine di uccidermi. Tutto questo conduce a te Michael, cosa mi dici?"

La risata nervosa del povero uomo lasciava trasparire il suo timore, e si agitò sulla sedia mentre cominciò a parlare.

"Dolcezza..tu ti sottovaluti molto quando si parla di Dracula. Ho visto combattere sia te che lui, e ho pensato che uno scontro fra voi fosse particolarmente interessante, quindi ho fatto in modo che accadesse, tutto qui!"

Tutto qui? Stupido essere.

Michael mi puntò una Glock 45, ma non mi intimorì, ero troppo arrabbiata, troppo calma, quasi non fossi io.

"Ancora una cosa, Crista" aggiunse " lui ti ucciderà. Gli ho dato una ragione per farlo, e credimi, lo farà."

Senza più ascoltarlo andai più vicino a lui e gli girai la mano, per poi stenderlo con il pugno più forte che riuscii a dare.

Mi avviai con passo veloce verso la casa di Dracula, infondo Michael aveva ragione, qualsiasi cosa gli avesse promesso era una buona ragione per uccidere, Michael trovata sempre il desiderio più nascosto di chiunque.. è così che faceva da sempre; piccoli e innocenti lavori in cambio della cosa che desideravi più al mondo.

Arrivata davanti alla bella casa, non entrai dalla porta di ingresso,ovviamente, ma decisi di arrampicarmi con l'aiuto di una corda.

Sbriciai dalla finestra più alta e notai la stanza buia, era la camera da letto. Mentre forzavo la finestra cercavo di non fare alcun rumore, ma con tutto il silenzio che c'era, sembrai un elefante in una cristalleria. Dannazione.

Anche all'interno della casa regnava il silenzio e, forse, Jack mi stava già aspettando. Uscita dalla stanza mi trovai sul corridoio illuminato come il salotto sottostante, ma ancora nessun segno di vita.

Sentii un ringhio provenire dall'alto, e l'immagine di Jack con i canini allungati e quegli occhi freddi e calcolatori mi ricordò di quanto avessi sbagliato a dargli quel poco di me, i baci e le lacrime; era un nemico, e questo nemico mi fece volare giù dalla ringhiera e atterrare in salotto. L'impatto fu decisamente molto doloroso, e mi annebbiò la vista e tutti gli altri sensi, ma dovevo rimettermi in piedi, dovevo. Sentivo i passi del vampiro farsi sempre più vicini, ma lo vedevo sfocato e barcollavo, ero pronta per essere scaraventata dall'altra parte della stanza. Questa volta non vi fu un impatto, poiché sapevo come atterrare in piedi, e questo giocò un effetto a sorpresa per il vampiro, che si beccò un bel calcio. Riuscii a sfoderare le mie armi preferite: paletto e pugnale. Lo scontro si fece, però, troppo ravvicinato perché potessi usarle, finché con una testata e un paio di mosse si fece lontano abbastanza.

I used to love him, but I had  to kill him [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora