Il viaggiatore è il pellegrino della sua anima

123 5 0
                                    

Godric e Kira non erano a casa, strano.

Preparai la valigia con vestiti normali e vestiti adeguati alla mia parte da segretaria poco intelligente e molto sensuale, poi notai un piccolo foglietto che rivelava il motivo per cui i miei amici non c'erano: erano in missione anche loro.

Uscita dalla porta di casa trovai una fantastica Cadillac parcheggiata proprio davanti a me, e ancora più davanti a me c'era un fantastico ragazzo.

"Jack, che ci fai qui?"

"Ho pensato di venire a prenderti. E come diavolo sei vestita?"

Effettivamente i miei jeans e la mia maglietta larga non rappresentavano la mia parte al meglio; ma Jack era.. wow, in giacca e cravatta, con l'aria sicura, ma i capelli erano ancora un po' ribelli come al solito.

"Andiamo all'aeroporto e mi cambio lì."

"Non penso proprio, vai dietro, ti cambi in macchina, subito."

Era inutile ribattere su una piccolezza del genere, quindi andai nel retro della macchina e mi cambiai, mentre lui si precipitava all'aeroporto. Ogni tanto guardavo verso Jack, e sapevo che ogni tanto lui guardava verso me; spione!

Scesi dall'auto con la mia corta gonna nera e la camicia bianca un po' scollata, infondo avevo un po' di forme.

Va bene, avevo una seconda piena, niente di che.

Misi i finti occhiali da vista e cercai di non cadere sui tacchi, io di solito evitavo questo genere di vestiti.

Jack mi guardava, e continuava a guardarmi.

"Beh?" gli dissi in modo poco femminile.

"Dovresti vestirti un po' più in questo modo, Crista, sembri una donna."

Borbottai un 'idiota' sottovoce e andammo a prendere l'aereo.

Durante il viaggio verso la Romania non conversammo molto e cominciai a non sentirmi bene. Il mio respiro si fece sempre più affannoso, e sentivo che stavo per svenire; l'ultima cosa che vidi furono due occhiate preoccupate di Jack.

Nella visione c'era l'uomo che cercavamo e io ero spaventata, sentivo Jack vicino a me che stringeva forte i pugni e ringhiava, poi la visione cambiò e mi trovai da sola con Lex , che mi aveva inchiodato al muro e..Sobbalzai.

Avevo il respiro affannoso, ero tornata alla realtà.

Jack si era avvicinato a me, con l'aria preoccupata e un po' curiosa.

"Sto bene, lascia stare." gli dissi, sperando non facesse domande, ma ovviamente sperare è una cosa da idioti.

"Tu hai delle visioni."

Il suo tono sorpreso mi fece capire che non era la prima volta che sentiva parlare di visioni, era solo la prima volta in cui, sia io che lui, ci chiedevamo come mai fossimo nell'Ordine. Già, perché sei nell'Ordine Jack Collins?

"Preferirei non parlarne adesso. Piuttosto, io non so nemmeno dove stiamo andando!"

"Ne riparleremo di tutto ciò, Crista," annunciò con severità " stiamo andando a Bran."

Il modo in cui l'aveva detto era strano, come se fosse preoccupato davvero, come se si sentisse.. in pericolo.

Bran, avevo già sentito questo nome.

Guardai fuori dal finestrino per nascondere la sorpresa, dovevo andare nel castello Bran, il castello di Dracula.

Che Jack avesse paura per la sua identità rivelata? Ma no.. chiediamoglielo.

"Ah, non è mica dove c'è il castello di Dracula?"

"La cultura della tua generazione è davvero sconcertante. Sì, è proprio lì che andremo."

Per ora nessuna reazione interessante.

"Buffo no? Cerchiamo una specie di vampiro e finiamo nel castello del principe dei vampiri, il più temuto."

Fece una smorfia di sufficienza e concluse il discorso così:

"Infatti questa storia comincia a disturbarmi, ma infondo Dracula è morto, possiamo andare nel suo castello come ogni turista umano, come te."

Quindi non sapeva che ero una sirena, molto bene, ma io sapevo che era un vampiro, IL vampiro.

Quando atterrammo fummo subito scortati vicino al castello, in un albergo di lusso davvero notevole.

La signorina formosa e bionda alla reception ci sorrise e chiese i nostri nominativi per la camera, stavo per risponderle, ma qualcuno lo fece al il mio posto. Che nervoso.

"Io sono il dottor Luke Wash, e lei è la mia assistente, la signorina Cecily Hill."

La signorina continuava a guardare Jack senza pudore, come un cagnolino bisognoso di cibo, e ora basta. Mi schiarii la voce e guardai in malo modo la signorina, la quale controllò subito le camere.

"Siete nella suite 118."

Ah, no, no. Io voglio una camera mia, separata dannazione!

"Mi scusi, signorina, non è possibile avere due camere?"

"Sono spiacente, non abbiamo più posti."

Dannazione a tutti e a tutto. Sentivo che stavo per esplodere, per mandare a monte tutto e ammazzare quella testolina bionda, ma una mano si posò sulla mia spalla.

"Su Cecily, non sarà male stare in camera insieme." ammiccò, facendo intuire che tra noi ci fosse la tipica relazione tra capo e segretaria.

Purtroppo non riuscii ad essere altrettanto ammiccante e venni trascinata via.

Jack continuò a trascinarmi senza cerimonie, stringendo la presa e aumentando i passi, tanto che incespicavo nelle scarpe.

"Ehi! Lasciami!"

Ma i miei lamenti vennero ascoltati solo una volta chiusa la porta della suite.

"Si può sapere che diavolo di problema hai?" sbraitò lui.

"Ho solo chiesto se c'era una camera in più!"

"E dopo? La stavi uccidendo con lo sguardo, dannazione!"

Lo ignorai e disfai la valigia buttando tutto all'aria, ma quando mi girai Jack era molto vicino a me. Sobbalzai e feci un passo indietro.

"Ma che fai?!"

"Che problema c'è se dormo qui con te, paura?" mi stuzzicò.

Paura io? Sì, una paura fottuta; non perché era lui ma io ero a disagio con l'intimità, molto a disagio. Tra i molti motivi per cui decisi di fuggire dall'Ordine c'era anche quella stupida missione che mi affidò Michael, non riuscivo più a tollerare il tocco di un uomo se non quello di Godric.

"Senti, collega, io non voglio dormire con nessuno che non sia me stessa. Mi sembra normale visto che abbiamo semplicemente un rapporto lavorativo."

Ci guardammo un altro po', poi Jack rise leggermente, quanto erano rare le sue risate!

"Va bene, farò finta di averti creduto, so che nascondi qualcosa. Prendi pure il letto, io dormirò sul divano."

Il divano era molto spazioso, e avrei preferito dormire io lì, in quanto Jack era, beh, grosso; doveva pur mettere da qualche parte quei muscoli!

"No Jack, lo voglio io il divano."

Stranamente non disse altro, si limitò a fare come avevo detto.

La brutta sensazione che avevo riguardo questo viaggio si faceva sempre più presente, come se qualcuno volesse giocare con il passato e tutta questa pagliacciata della ricostruzione storica facesse parte di un piano più grande.
Beh, si sbaglia se pensa di potersi prendere gioco di me.

I used to love him, but I had  to kill him [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora