Bum bum babe

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Fu il rassicurante profumo di caffè a risvegliarmi di nuovo, probabilmente qualche ora dopo dal sogno.

Il sogno, già.

Trovai dei miei vestiti appoggiati sulla poltrona vicino al mio letto, erano una maglietta attillata e dei jeans, probabilmente Godric era già qui.

Scesa al piano di sotto, invece, c'era solo Jack, con un bel sorriso rivolto proprio a me e quello strano luccichio negli occhi.

"Buongiorno, Crista."

Lo salutai e feci colazione con calma, ma bisognava tornare al lavoro prima o poi.

"Hai già chiamato Godric?"

"Sì, è andato a prendere Kira, ci raggiungeranno già di sopra."

Fu esattamente lì che andammo, nella stessa stanza dove avevamo progettato la fuga di Lex.

I due arrivarono dopo poco, accennando un saluto, poi fu il mio momento.

"Ragazzi, ascoltate bene.Io.. ho fatto un sogno ieri, e c'era Katerina che ha detto di volersi unire a noi."

Riuscii solo a vedere le facce incredule e contrarie, perché Kate, ovviamente, fece il suo ingresso scenico.

"Vi raccomando, ragazzi, non troppa felicità. Ciao, Selena."

Godric le aveva già puntato un pugnale alla gola, ma la vampira rise e allontano il pugnale accarezzando il mio amico in modo molto..sensuale.

"Ascoltate," cominciò mia sorella sedendosi su una sedia "so che abbiamo avuto delle incomprensioni, ma Michael mi aveva fatto delle promesse. Dovevo solo fare una cosa di poco conto infondo.. ma ho capito che non è così che otterrò ciò che voglio, lo otterrò solo ammazzando quel bastardo. Quindi ci sono anche io."

Con mia sorpresa, Jack e Kira furono subito d'accordo con lei, solo io e Godric la guardavamo con circospezione ma.. nei suoi occhi verdi, più tendenti al marrone dei miei, leggevo solo determinazione, nessun segno di complotto. Aspettavano tutti il mio verdetto, e anche io acconsentii a farla entrare.

Serviva un piano che isolasse Michael in modo da non avere tutto l'Ordine addosso, doveva essere più solo possibile.

"Io dico che molto probabilmente ha già intuito qualcosa, non sarà mai completamente solo" cominciai "dobbiamo giocare bene le nostre carte, ed essere pronti a morire, Michael non è uno stupido."

Lo sapevamo tutti che non sarebbe finita bene, che oggi era l'ultimo giorno da vivere.

"Selena, potrei proporti un piccolo piano." sorrise perfida Katerina " Michael è sicuramente intelligente, ma di certo non sospetta questo mio cambio di programma. Potrei chiamarlo, fissare un incontro per domani alla radura, magari dicendo che ho il tuo cadavere." completò indicando me. Non era un piano esattamente perfetto, ma avrebbe funzionato.

"Va bene, poi noi staremo pronti e attaccheremo. Michael è mio."

Godric fece alcune telefonate in caso avessimo bisogno di rinforzi, ma in realtà non ero molto fiduciosa su questa missione. Michael era sempre un passo davanti a chiunque, cosa diavolo mi faceva pensare di poterlo attaccare?

Mi diressi verso la mia stanza, ma Kate mi fermò.

"Selena.. possiamo parlare?"

Sembrava agitata mentre passeggiava su e giù per la mia camera, e quando mi guardò negli occhi vidi dolore, rimorso.

"Ho sbagliato, quella volta che ci siamo uccise, l'ho capito quando era ormai troppo tardi e poi..ho incontrato Michael, mi ha riconosciuta subito." Sospirò prima di continuare "ha detto che potevo avere tutto ciò che desideravo se ti avessi attirata in Transilvania."

Vedendo che non parlava più, le chiesi cosa potesse mai volere.

"Tu, sorellina. Volevo parlare con te e cercare di riallacciare i rapporti in qualche modo."

Rise, probabilmente per l'assurdità di quello che stava dicendo; insomma, che diavolo si aspettava?

"Katerina..non credo che possa tornare tutto normale da un momento all'altro, però sono contenta che tu sia qui, e che abbiamo un'altra occasione."

Dopotutto stavamo per morire, che male c'era a lasciarsi andare ad un sorriso e un abbraccio?

Dissi a Katerina che poteva restare a dormire nella mia stanza, io avevo bisogno di stare sola, lì nel corridoio, mentre tutti dormivano.

E se fosse stata davvero l'ultima notte? E se non avrei mai più visto quegli occhi azzurri?

La vita è decisamente troppo breve, e io non sto vivendo, sto aspettando.

E se..

Due piccole e insignificanti parole che insieme ti illuminano su ciò che non hai mai fatto o ciò che hai rimandato.

E se.. non avessi più tempo da perdere?

Mi precipitai nella camera di Dracula, di Jack, senza bussare, come se non fossi me stessa. Il cuore batteva forte, il respiro era irregolare e sapevo di avere un'aria da pazza dipinta sul viso. Il vampiro mi stava guardando sorpreso sotto la luce offuscata dell'abat jour.

"Crista.. cosa fai qui? Qualcosa non va?"

Mi avvicinai a passo lento verso di lui, indecisa su come comportarmi e su cosa fare. Gli sfiorai la guancia con una mano, tracciando una linea fino alle sue labbra e giù per il collo; la sua espressione stupita mi fece essere più audace, quindi riportai la mano tra i suoi capelli e lo baciai, cauta.

"Crista.."

"Io stavo pensando," lo interruppi "domani potrei morire e ci sono così tante cose che non ho fatto o che ho rimandato per il mio orgoglio o per paura di vivere.. non voglio sprecare questa notte Jack, voglio questa notte e basta, con te. Voglio te."

Fu in quel momento che le nostre barriere crollarono, e ci lasciammo andare ai baci e all'amore. Jack era dolce in ogni carezza e in ogni movimento, ci amammo senza fretta e senza rimorso, in quell'unica notte che ci restava. Gli permisi di nutrirsi del mio sangue, e fu un'esperienza bella e dolorosa, eravamo ormai una sola persona.

Mi svegliai presto quel mattino, solleticata dal profumo di caffè che Jack aveva portato apposta per me.

Ci scambiammo qualche parola, senza accennare alla notte passata insieme.

L'incontro era fissato nel primo pomeriggio, mancava qualche ora, e poi sarebbe finito tutto.

I miei amici si stavano preparando, fissando alcuni dettagli sulla strategia di combattimento, ma qualcosa attirò la mia attenzione: un tic tac di un orologio che non avevo mai notato. mi avvicinai al centro del salotto, e lo strano ticchettio proveniva da sotto il tavolo. Era una bomba.

"Bomba! Tutti fuori!"

Feci a malapena in tempo a buttarmi dalla finestra che la bomba esplose, facendo cadere praticamente la casa intera e, con lei, tutte le nostre armi.

Evidentemente Michael mirava proprio a quello, in quanto eravamo tutti assassini esperti e più di qualche graffio non avevamo.

Arriverà la resa dei conti, bastardo.

I used to love him, but I had  to kill him [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora