Non tutte le tempeste arrivano per distruggerti la vita. Alcune arrivano per pulire il tuo cammino
Mi sentii andare a fuoco.
Le mani di Mirko, salde sul mio corpo, sembravano non avere nessuna intenzione di lasciarmi andare. La pressione sempre più marcata dei suoi polpastrelli suoi miei fianchi, dava l'idea di volermi trattenere, non lasciandomi alcuna via di fuga.
Presa alla sprovvista da quel gesto repentino, le conseguenze di tale azione mi apparvero come un mondo lontano, apparentemente irraggiungibile. Bastò tuttavia un singolo istante per far sì che, quel contatto così fugace ed innocente, fosse registrato dalla mia mente come un errore.
Appoggiai frettolosamente entrambe le mani sul suo petto, distanziandomi.
Mi sentii sporca, macchiata da uno sbaglio che era stato in grado di farmi mancare il respiro. Mi sembrò di avergli permesso di entrarmi sotto pelle con un banalissimo bacio.
Non sarebbe mai dovuto succedere.
Mi alzai dal divano, allontanandomi il più possibile e lo guardai sbigottita. «Che cazzo stai facendo? Cosa vuol dire questo?».
Sentendomi divorare dal senso di colpa e succube del mio respiro irregolare, iniziai a chiedermi se il mio corpo stesse reagendo in quel modo per il bacio, oppure per l'irritazione dettata dalla tranquillità del ragazzo di fronte a me.
Aveva un'espressione rilassata. Non vi era alcuna traccia di risentimento sul suo volto e quell'atteggiamento mi diede sui nervi. Soprattutto perchè sapevo alla perfezione che comprendesse la gravità del suo gesto.
Cazzo, ero fidanzata!
«Potrei aver agito d'istinto», iniziò controllato, «tuttavia a volte serve qualcosa di forte per aprire gli occhi su una determinata situazione», dichiarò come se avesse avuto diritto di immischiarsi nella mia vita.
Mi morsi con forza il labbro inferiore, non riuscendo ad impedire alla razionalità e al buon senso di prendere il sopravvento. In quel momento ero solo nel panico più totale, divisa da forze che non sapevo riconoscere.
Avevo tradito Samuele.
Una morsa di dolore prese il sopravvento, andando a creare un buco vuoto all'interno del mio stomaco.
«Non dovevi permetterti», sibilai, percependo le lacrime salire agli occhi.
Furono sufficienti quelle parole affinché la tranquillità di Mirko si trasformasse in stupore. Mi guardò sorpreso, come se non capisse il motivo per cui mi stessi rivolgendo a lui con tale risentimento.
Cosa pensava? Che un suo bacio mi avrebbe aiutato con la mia relazione? Che razza di ragionamento era?
«Arianna, non vedi quanto ti fa stare male?», il suo tono delicato mi accarezzò a distanza. «Che senso ha continuare a starci insieme?».
Guardai il soffitto. Fissai gli occhi su una macchia nera nell'angolo, sperando di poter impedire alle lacrime di fuoriuscire.
Volevo evitare di parlarne. Non volevo mostrarmi così fragile davanti ai suoi occhi. Non ero abituata ad esserlo e non volevo accadesse proprio in quel frangente. Ero certa che, se mi fossi spezzata completamente, non sarei riuscita a mettere insieme i cocci.
Non quella volta.
«Te lo dico un'ultima volta», tornai a guardalo, «stai fuori dalla mia vita».
Più rimanevo in quella stanza, più mi sentivo oppressa dal vortice di sensazioni che mi stava tormentando. Ero arrabbiata, ferita, confusa e spaesata.
STAI LEGGENDO
Baciami ancora
RomanceNell'universo esistono persone che sono ammaliate da favole romanzate, storie strappalacrime e zuccherosi nomignoli sussurrati sotto le coperte. Altre, invece, che considerano tutto ciò come qualcosa dal quale stare alla larga. Arianna non era mai s...