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Nel fondo di ogni anima ci sono tesori nascosti che solo un bacio può scoprire

Quella sera c'era aria di tempesta.

Una tempesta colma di lampi, tuoni e frasi urlate a pieni polmoni. Frasi costellate da parole poco pensate e affronti affilati che sconquassavano la quiete del momento come un violento terremoto.

Sarebbe dovuto essere un semplice appuntamento che, invece, si era trasformato nell'ennesima guerra senza senso. Una guerra composta da cuori spezzati e lacrime trattenute, combattuta da due adolescenti che, in realtà, della guerra non sapevano proprio nulla. Eppure continuavano imperterriti a distruggersi a vicenda, pur costudendo con gelosia quell'amore che li aveva fatti avvicinare.

Mi ero innamorata di Samuele con il tempo.

Lo amavo perché capiva parti della mia vita che non sarebbero state chiare a nessun altro, perché aveva continuato a corteggiarmi con discrezione, perché aveva sopportato le mie assurde richieste e perché, fra tutte, aveva scelte me.

Io che ero l'emblema del caos più assoluto. Io che avevo abbandonato l'idea di una relazione per paura di soffrire. Io che ancora non avevo trovato il coraggio di affidare completamente il mio cuore ad un'altra persona.

Però, ormai, quell'amore era solo un fantasma appartenente passato, lasciato marcire all'interno di una relazione che non sapevamo come far funzionare.

Eravamo fidanzati da poco più di un anno e quell'intesa iniziale, così forte e dai colori vivaci, si era spenta giorno dopo giorno, lasciando che un malinconico grigio fumo prendesse il suo posto.

Avevo iniziato a provare un certo interesse nei suoi confronti ad inizio della terza superiore, quando eravamo capitati nella stessa classe dopo lo smistamento per gli indirizzi di studio.

All'epoca credevo fosse un'ordinaria ammirazione nei confronti di un ragazzo che non solo mi attraeva fisicamente, ma anche mentalmente.

Credevo mi sarebbe passata e, per quel motivo, scelsi di non lasciarmi influenzare da stupide sensazioni. Le reputavo solamente frutto di un'idealizzazione bella e buona.

Avevo sempre preferito tenere la testa sulle spalle piuttosto che gettarmi da un precipizio con il cuore in mano.

Il divorzio dei miei genitori mi aveva fatto capire che, talvolta, le conseguenze di una scelta azzardata si espandevano a macchia d'olio. Per quanto l'euforia del momento potesse essere elettrizzante, non sempre se ne usciva indenni. 

Era principalmente per quel motivo che avevo sempre anteposto il realismo alla fantasia, così come le piccole avventure alle relazioni.

Tuttavia, per quanto avessi provato a tenermi alla larga da quelle sensazioni, Samuele era riuscito a trascinarmi a fondo. Verso quel mondo che tanto cercavo di evitare.

L'inizio della collaborazione lavorativa dei nostri padri ci portò a trascorrere più tempo insieme, e bastò una cena per farmi realizzare che non sarei mai riuscita a sottrarmi alle mie stesse emozioni o controllare ciò che desiderava il mio cuore.

Affrontare insieme eventi esagerati e piccoli ritrovi più esclusivi ci portò ad interfacciarci con una realtà ben diversa da quella scolastica. Una realtà in cui la nostra affinità era molto più che evidente e le nostre intenzioni non così chiare.

Cominciammo seriamente ad uscire insieme all'inizio della quarta superiore, frequentandoci e scambiandoci pezzi del nostro modo di essere, del nostro passato e dei sogni velati da un'aura di incertezza.

Ufficializzammo la nostra relazione poco dopo.

I primi momenti, gli scambi di messaggi, le ore passate a scherzare, parlare e ridere, si rivelarono nient'altro che una mera illusione di un qualcosa di impossibile da mantenere.

Baciami ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora