capitolo 10

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- Ecco dov'eri finita! - esclamò Alina, svegliandomi con la sua voce.
- Eh? Cosa? - sussultai sbattendo le palpebre, ancora confusa per il sonno.
- Mi hai fatto preoccupare! - sbraitò Alina inginocchiandosi accanto a me - non ti trovavo da nessuna parte, temevo che ti fosse successo qualcosa e invece eri a dormire sotto questo albero!! Quante volte ti dobbiamo dire di non uscire da sola?!? -
- Scusa, Alina - dissi stiracchiandomi - e' che non avevo voglia di stare in casa. Sono venuta qui in giardino e mi sono appoggiata a quest'albero... mi sono addormentata senza accorgermene -
Alina si addolcì - sai che se vuoi uscire non ci sono problemi, ti chiediamo solo di avere qualcuno con te in modo tale che in caso di bisogno ti può proteggere -
Sospirai, sempre la solita solfa.
Mai uscire da casa da sola, tieni qualcuno con te.
- Anche Drake me lo ripete in continuo, ma di cosa avete paura? Che possa scappare? O che uno scoiattolo possa uccidermi? - sbottai irritata senza pensarci.
L'avessi mai detto.
Alina mi afferro' per le spalle e mi sbatte' contro l'albero - vogliamo solo proteggerti, stupida ragazzina! - ringhiò furiosa mentre i suoi occhi dorati lanciarono dei bagliori pericolosi - essendo un semplice essere umano sei alla mercé di chiunque, umani e mostri! Lo stiamo facendo per te! -
Era la prima volta che vedevo Alina perdere così il controllo, faceva davvero paura. Solo in quel momento mi resi conto di aver a che fare con un licantropo ed iniziai a sudare freddo. Era così facile dimenticarsi che abitavo con delle creature estremamente mortali.
- C... calmati, Alina - sussurai spaventata - ho capito, ok! Non uscirò più da sola -
Alina sembrò calmarsi - scusa, ho esagerato. È che noi tutti conosciamo il pericolo che circonda questa casa... non vogliamo che possa ripetersi... -
- Ripetersi? - domandai incuriosita - cos'e' successo? -
Alina si rese conto di aver parlato troppo - n... niente. Devo andare e non farne parola con nessuno! - e corse verso casa.
- Che è successo? - mormorai basita quando mi accorsi di essere osservata.
Da una delle finestre dell'ultimo piano vi era una piccola figura che mi guardava. Quando si accorse di essere stata vista, si allontanò dalla tenda.
- Ma che diamine... ? - sbottai.
Senza pensarci troppo corsi subito in casa. Se non mi ricordavo male quella finestra doveva appartenere alla stanza chiusa a chiave.
Salii le rampe di corsa e raggiunsi la stanza. La porta era socchiusa.
Feci per afferrare la maniglia della porta ma esitai, era come se non fossi convinta di voler sapere cosa ci fosse dall'altra parte.
" Non essere codarda " pensai fra me e, facendo un bel respiro, aprii la porta.
Davanti a me si paro' una camera da letto meravigliosa. Tutti i mobili erano in ebano ed avevano un'aria lussuosa, le pareti erano ricoperte dalla carta da parati rosso sgargiante con disegni arabescati color oro ed era ricoperto da librerie e scaffali colmi di libri. L'enorme letto a baldacchino aveva sia i tendaggi che le lenzuola di seta blu e dava l'impressione di essere usato molto poco, se non niente. Solo dopo mi accorsi della presenza vicino alla finestra.
Era una bimba molto graziosa, avrà avuto forse cinque/sei anni (vai a indovinare l'età delle varie creature di questa casa; Alina aveva appena duecento anni!).
Aveva gonfi capelli biondi (sembravano bianchi da quanto fossero chiari) che le incorniciavano quell'ovale perfetto del viso e le accarezzavano dolcemente le spalle e, nonostante mi osservasse imbronciata con i suoi occhioni rossi, era incredibilmente tenera. Indossava una camicetta bianca piena di merletti e fiocchetti azzurri, perfettamente in tinta con la gonna in crinolina azzurra. Un grosso fiocco azzurro era posato sui suoi capelli.
Osservai ipnotizzata i suoi occhioni rossi, notando che la pupilla era sottile come quella di un gatto. Per un momento ripensai al gatto a due code che avevo visto nel bosco tempo fa.
- Ciao - le dissi dolcemente avvicinandomi pian piano - non avere paura, non sono pericolosa -
Lei mi fissò imbronciata - so benissimo che non rappresenti un pericolo per me, semmai è il contrario -
Accidenti, che caratterino aveva questa bambina.
- Ovvio - dissi cercando di mostrarmi sorridente - e dimmi piccola, come ti chiami? Non ti ho mai visto per casa-
- Perché non volevo incontrarti! - mi urlò lei - sei cattiva! -
Aggrottai le sopracciglia - cattiva io? E cosa avrei mai fatto? -
- Vuoi prendere il suo posto! - urlò la bimba - tu non sei lei e non potrai mai sostituirla! -
Prima ancora che potessi dire qualcosa, giunse Drake con aria allarmata.
- Miyuki! Ti ho sentito dalla biblioteca, che succede? - poi si accorse della mia presenza - ah... capisco -
La bimba corse in braccio a Drake - non la voglio qui, papà -
Un momento, papà? Ho capito bene?
Drake le rivolse uno sguardo severo - cosa ti ho detto al riguardo? -
- Lo so... - sbofonchio' la piccola -pero'... -
- Niente "ma" - disse lui risoluto -ne abbiamo già parlato, sai come la penso. Vai da Alina e cerca di darti una calmata!-
- Ok... - mormorò Miyuki e, scoccandomi un'ultima occhiataccia, uscì dalla stanza.
Drake sospirò -ti chiedo scusa per Miyuki, purtroppo non vede di buon occhio gli estranei... - poi notò la mia espressione - che succede, Luna? -
Finalmente riacquistai l'uso della parola - papà? -
- Ah, quello... - ridacchiò Drake - ho adottato Miyuki centoventi anni fá e per lei sono come un padre -
- Centoventi... - ripetei sbalordita - ma quanti anni ha??? E che creatura è? Sembra una bambina! -
- Miyuki è una nekomata - mi spiegò lui - una creatura soprannaturale della folkore giapponese evolutasi da un gatto caratterizzata dalla presenza di due code. È una creatura non presente qui nel nostro territorio ed è dotata di grandi poteri necromantici e sciamanici -
Ripensai nuovamente a quel gatto del bosco, dandogli finalmente un nome.
Era una nekomata.
Possibile che si trattasse di Miyuki?
- E come ti ci sei imbattuto? - chiesi perplessa.
- Tempo fa avevo fatto un viaggio in Oriente e incontrai Miyuki. All'epoca era sola e spaventata, incapace di controllare i suoi poteri. Insieme alla mia sposa decidemmo di ... - e si interruppe, consapevole di ciò che aveva detto.
Non ci pensavo più che Drake fosse sposato in passato, ero stata così stupida a non ricordarmelo.
Cercai di ricordare le leggende che circolavano a Castelvania su questa storia: i nostri antenati avevano catturato la sua sposa e convinti di purificare la sua anima poiché era la moglie di un vampiro, una creatura malvagia senz'anima e non-morto, le misero al rogo, bruciandola viva.
"È che tutti noi conosciamo il pericolo che circonda questa casa... non vogliamo che possa ripetersi... " aveva detto Alina.
Iniziai a capire di che pericoli si trattassero e perché fossero così paranoici.
Un silenzio imbarazzante calo' fra di noi. L'espressione di Drake si fece triste.
- Drake, mi dispiace. Io...-
- Non importa, non è colpa tua... - mormorò lui senza guardarmi - non devo toccare certi discorsi, scusa... - e fece per allontanarsi quando lo tratenni.
-Aspetta, vorrei chiederti un'ultima cosa- feci titubante -quando si trasforma, di che colore ha il manto la piccola Miyuki?-
Drake mi guardò perplesso -bianco con sfumature dorate, perché?-
-E...era solo una curiosità...- mormorai lasciandogli il braccio, sentendomi gelare.
Drake mi scruto' pensieroso -va tutto bene?-
-Si, tranquillo-
Con un'ultima occhiata, Drake si allontanò da me. Sicuramente era giù di morale per avergli fatto accennare di sua moglie.
Bella mossa, Luna!
Vagai per la casa con la mente altrove, beccandomi delle occhiate curiose delle varie cameriere al servizio di Drake.
La nekomata che avevo visto non era Miyuki, non c'erano dubbi. Drake aveva detto che la pelliccia di Miyuki era bianca con sfumature dorate mentre quella che ho visto io era nera come le tenebre. Non riuscivo a capire, se viveva a Oriente che ci faceva qui? Era parecchio fuori mano.
Sapevo solo che non volevo parlarne con Drake o le altre creature al suo servizio, temendo di farle preoccupare per niente. Una scelta che in futuro avrei rimpianto.

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