capitolo 6

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Alina mi aiutò a prepararmi. Mi fece indossare un bellissimo abito blu in velluto con delle arricciature sul seno, le maniche a sbuffo e tantissime balze e pizzi sulla gonna. Era così bello che il mio abito rosso, in confronto, era uno straccetto da due soldi. In compenso era anche molto pesante. Non ero abituata ad abiti di questo tipo.
Mi acconcio' i capelli in una cascata di riccioli eleganti e li adorno' con delle rosse rosse, mi trucco' appena e mi diede un bellissimo girocollo in pizzo nero.
Quando mi guardai restai senza fiato, sembravo un'altra persona! Non mi ero mai vista così bella.
- W... wow... - sussurai meravigliata - sei una maga! -
Alina ridacchiò - esagerata! E poi in passato ero io che... - e si zitti' di colpo.
Mi voltai verso di lei e rimasi perplessa alla vista della sua espressione. Era così triste che sembrava voler piangere da un momento all'altro.
- Alina, tutto ok? - le domandai cauta.
- Tutto ok - cercò di ricomporsi - stavo per toccare un argomento molto delicato... dai, devo mostrarti la casa -
- Ok... - risposi.
Chissà di cosa si trattava. Doveva essere un ricordo molto triste se si è zittita in quel modo. Morivo dalla voglia di chiederle di cosa si trattava, ero troppo curiosa, ma non mi sembrò il caso. Mi limitai a seguirla.
Mi fece fare il giro della casa... se si poteva definire così. Era una villa maestosa dall'arredamento che andava tra il gotico e il vittoriano. Per essere la tana dei mostri era molto bella e luminosa.
In ogni stanza c'erano almeno due cameriere dalle sembianze umane che mi osservavano con un mix di curiosità e sgomento al nostro passaggio. Visto i miei precedenti credevo che fossero per i miei capelli.
- Sei un'essere umano - mi spiegò Alina - sei una novità... ma non prenderla a male, è una cosa temporanea. Da loro il tempo di abituarsi alla tua presenza, poi non ci faranno più caso-
Non sapevo cosa rispondere, ancora non capivo cosa ci facevo lì. Io con loro non c'entravo niente, perché sono stata portata qui?
E poi avevo la sensazione che Alina non mi stesse dicendo tutto e il modo di guardarmi che avevano quelle creature era la prova. Oltre alla curiosità c'era qualcos'altro: devozione, ammirazione... alcune di loro avevano addirittura le lacrime agli occhi. Che stava succedendo?
Alina mi portò a vedere il corridoio che dava al giardino, era pieno di colonne di pietra adornati di rose rosse.
- A quanto pare siete appassionati di rose - notai. Mai viste così tante rose tuttu insieme. Non era un fiore tipico di Castelvania e le avevo viste rappresentate solo nei libri. Dal vivo erano veramente bellissime.
Alina ridacchiò - sono il fiore preferito del Conte. Il giardino è il suo orgoglio. Guai se tocchi una rosa senza il suo consenso! Pensa che una volta... - ma non l'ascoltai, la mia attenzione era stata attratta da altro.
Un bellissimo ragazzo stava ammirando il rosetto davanti a lui. Aveva lunghi capelli azzurri legati in una treccia ed indossava una camicia bianca con un un gilet bordeaux e un cravattino nero. Dei pantaloni eleganti neri fasciavano le gambe lunghe e toniche, facendolo apparire slanciato. I suoi occhi erano di un azzurro così chiaro che sembravano del colore del ghiaccio e sotto l'occhio sinistro vi era un neo. Trasudava sensualità ed eleganza da ogni poro della sua pelle.
Mi allontanai da Alina senza che lei se ne accorgesse e mi avvicinai a quel ragazzo. Non sapevo perché ma mi attirava come una calamita.
Quando mi avvicinai a lui sentii l'impulso di toccarlo ma riuscii a resistere. Che mi stava succedendo?
- E' davvero un bel fiore - dissi cercando di rompere il ghiaccio, attirando la sua attenzione -si vede che sono ben curate! -
Il ragazzo si voltò sorpreso della mia presenza, studiandomi con i suoi occhi color ghiaccio. La sua espressione mi stupi', sembrava quasi incredulo che fossi lì.
Potevo capirlo, non succedeva tutti i giorni che un umano girasse indisturbato nel covo dei mostri.
- Già... - rispose meditabondo - e poi le rose sono dei fiori molto particolari. Mi rispecchio molto ad esse - aggiunse tornando sulle rose.
- Nel senso che avete la stessa bellezza? - domandai impulsiva.
Mi sarei mangiata la lingua. Così sembrava che ci stavo provando spudoratamente. Non era da me un comportamento del genere, eppure con lui mi sentivo a mio agio nonostante non lo conoscessi.
Il ragazzo trattenne una risata - non solo... la rosa è un fiore molto pericoloso che va maneggiato con attenzione -
Aggrottai le sopracciglia - come "pericoloso"? -
Il giovane affero' una rosa, staccando il gambo dalla pianta - e' un fiore meraviglioso, non per niente è considerata la regina dei fiori. Ma con la sua bellezza nasconde le sue spine, acute e letali. Se non vuoi ferirti devi maneggiarla con cura, fai presto a farti del male con lei - e mi porse la rosa.
Avvicinai la rosa al viso, aveva un profumo buonissimo.
Poi mi tornò in mente quello che mi aveva detto Alina - un momento. Alina mi ha detto che non si possono toccare le rose senza il consenso del Conte! Non finirai nei guai? -
Il ragazzo mi guardo' divertito, come se avessi detto una barzelletta -credo che non mi farà niente. Oggi è di buon umore- e se ne andò.
Osservai in silenzio la sua figura allontanarsi, non riuscivo a proferir parola mentre una strana sensazione mi pervadeva.

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