Non so quanto tempo passò, se qualche ora o qualche giorno, ma finalmente mi svegliai. Un timido raggio di sole fece capolino dalla finestra, svegliandomi dolcemente.
- Mmmmmh... - mormorai stiracchiandomi - mamma mia che sogno! Sembrava quasi ve... - ma mi morirono le parole in gola quando mi accorsi di non essere in camera via.
Era una camera molto più grossa e bella della mia, dallo stile vittoriano. I mobili erano in legno massiccio di mogano e le lenzuola del letto a baldacchino erano in pura seta bianca. Mai visto tanto lusso in vita mia.
La porta si aprì improvvisamente. Con un gesto automatico, mi tirai su le lenzuola come per coprirmi.
Una bella ragazza si affacciò sorridente - ehi, finalmente sei sveglia! -
- Ehm... - fu la mia risposta mentre la osservavo confusa.
La studiai attentamente mentre questa si recò alla finestra e aprì le tende per fare più luce.
Aveva i capelli castani legati in due trecce laterali che le accarezzavano le spalle mentre la parte dietro erano sciolti. Indossava una divisa da cameriera molto carina, nera con il grembiulino bianco a balze. La sua pelle era diafana mentre il suo viso sorridente sembrava gentile e molto bello.
Poi notai i suoi occhi e il respiro mi sì mozzo' in gola. Erano color oro!
Quella davanti a me non era una ragazza umana. Era...era...
La cameriera notò il mio sgomento - va tutto bene? -
- I... i tuoi occhi... - balbettai spaventata - sono... sono... - degluttii a fatica - sono dorati! -
- Aaaaah, quello - esclamò sorridendo - niente di che... per la mia specie è normale! Sono un licantropo - aggiunse vedendomi spaesata.
- Un... licantropo... ? - ripetei incredula, pensando di non aver capito bene.
- Oh sì! - confermò allegramente mentre aprì l'armadio - mio padre è il consigliere del Conte e lui mi ha offerto questo lavoro! Non sono l'unica, ci sono altre cameriere di ogni specie! demoni, ghoul... credo che io e papà siamo gli unici licantropi qui dentro! -
Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Demoni? Ghoul? Ma dove ero finita? E poi lo disse con una tale disinvoltura da farlo sembrare una cosa normale.
Magari stavo ancora sognando... non c'erano altre soluzioni.
Provai a darmi un pizzicotto mentre la cameriera era distratta. A giudicare il dolore che stavo sentendo, era lampante che ero sveglia.
La mia attenzione finì nuovamente su quella ragazza. Non potevo credere che fosse un vero licantropo, sembrava una persona normalissima! Ripensai ai miei compaesani quando mi chiamavano " figlia della Luna" per i miei capelli... sicuramente non sarebbero mai riusciti a riconoscerla per quello che era veramente.
A quell'idea, lacrime cariche di rabbia fecero capolino, dando libero sfogo alla mia sofferenza. Scoppiai a piangere senza rendermene conto.
Lei se ne accorse - ehi, che succede?- chiese mentre si avvicinò, sedendosi sul letto accanto a me - va tutto bene, sei al sicuro qui. Nessuno ti farà del male... -
- Sei un licantropo... - cercai di spiegare fra i singhiozzi -sembri una ragazza come tutte... a Castelvania non capirebbero mai la tua vera natura... -
- Non capisco... - mormorò lei preoccupata -dove sta il problema?-
Cercai di fare un respiro profondo per calmarmi -fin da quando ero piccola mi hanno sempre considerata un licantropo per il colore dei miei capelli... non ti dico le angherie che mi hanno fatto passare per colpa loro... - aggiunsi mentre sventolavo fra le dita una ciocca dei miei capelli argentati.
La cameriera restò in silenzio, la sua espressione sembrò turbata.
- Gli esseri umani sono spregevoli... -mormoro' con aria disgustata -temono tutto ciò che è diverso da loro e lo bollano subito come pericoloso. I licantropi dal manto argentato sono solo una leggenda, non esistono sul serio-
Tratenni il fiato mentre quelle parole mi scombussolarono. Per tutto questo tempo ero stata presa di mira per colpa di una leggenda? Tutte le angherie subite, quelle ingiustizie... per una leggenda? Sentivo la rabbia montarmi dentro, desiderosa di vendicarmi per tutto quello che avevo passato per colpa loro.
-Non preoccuparti - aggiunse con un sorriso dolce, accarezzandomi teneramente i capelli - qui sei fra amici, anche se siamo dei mostri come veniamo definiti. Nessuno ti farà del male, al massimo sarai osservata per il fatto che sei un'essere umano. Faranno poco caso ai capelli! -
Riuscì a strapparmi un sorriso -grazie -
Lei ricambiò il sorriso. Era la prima volta che qualcuno mi fece un discorso del genere. Era strano avere qualcuno che mi supportava. Ero abituata a Percifal, ma dagli sconosciuti era una cosa inconsueta.
- Adesso dobbiamo prepararci - fece lei alzandosi dal letto, riavvicinandosi all'armadio -devi far colazione e poi ti mostro la casa! -
- Non ho ancora chiesto come ti chiami... - dissi sentendomi in colpa.
- Mi chiamo Alina - si presentò lei mentre frugo' nell'armadio.
- Io sono Luna - mi presentai.
- È il nome adatto a te - ridacchiò Alina voltandosi versodi me, scoccandomi un'occhiatad'apprezzamentocoi suoi occhi dorati - si abbina ai tuoi capelli! Ora indossa questo - mi porse uno splendido abito blu - abbiamo tante cose da fare. La giornata è appena iniziata! -
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La sposa del Vampiro
VampirLuna, diciotto anni, è da sempre presa di mira dalla gente del suo paesino, Castelvania, per via dei suoi capelli argentati facendole passare una vita d'inferno. Castelvania è circondata da mostri di ogni tipo e il loro capo, il Conte, richiede ogni...
