capitolo 11

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Non riuscivo a chiudere occhio, continuavo a ripensare a quel pomeriggio. L'idea che Drake in passato fosse stato sposato mi fece un po' ingelosire. Chissà com'era sua moglie... sicuramente era bellissima e straordinaria se lo aveva fatto innamorare di sé.
Non riuscivo nemmeno a togliermi il pensiero della nekomata del bosco, chiedendomi per l'ennesima volta che ci facesse lì.
Continuavo a rigirarmi nel letto sperando di dormire ma era tutto inutile, non avevo sonno.
Maledicendo i miei pensieri e la gelosia, mi alzai dal letto. Forse una bella visita alla biblioteca poteva aiutarmi; non c'era niente di meglio di un buon libro per prendere sonno.
Aprii la porta della mia camera e come misi piede nel corridoio sentii una leggera melodia. Era davvero molto bella.
Incuriosita, cercai di capire da dove venisse e seguii il suono fino a raggiungere una porta socchiusa: la camera di Drake.
Ero combattuta e intimidita, mi sarebbe piaciuto molto entrare per ascoltare quella dolce melodia in compagnia di Drake ma temevo di disturbarlo, oltre a fare la figura della ficcanaso e della stalker.
Qualcun'altro decise per me.
- Entra pure, Luna - disse Drake al di là dalla porta.
- Come facevi a sapere che ero lì dietro? - gli domandai incuriosita e imbarazzata mentre entravo in camera.
Drake non si voltò, continuando a suonare il pianoforte - dall'odore. Hai un buonissimo profumo di lampone mischiato all'odore delle rose del mio giardino. Il tuo profumo è diverso dalle creature presenti in casa-
- Giusto... il tuo olfatto è più sviluppato - mormorai - posso? - facendogli cenno di sedermi vicino a lui.
Drake annuì.
Mi sedetti accanto a lui e cercai di seguire la musica; era molto bella e dolce ma aveva anche un non so che di malinconico.
- Si chiama "Inno alla Vita" - mi spiegò Drake - era la sinfonia preferita della mia sposa. La suono ogni sera -
- Ti manca molto, vero? - domandai tristemente.
- Un po' - ammise Drake malinconico -benche' sia passato più di un secolo dalla sua morte, sto faticando ad andare avanti. Però pian pianino ci sto riuscendo. Miyuki è ancora scossa, per lei era come una madre -
- Ma perché crede che voglia prendere il suo posto? - domandai.
- Mi vede spesso al tuo fianco - spiegò lui - e lei non lo accetta -
Non risposi, sentivo che c'era qualcos'altro sotto e che Drake non voleva dirmelo. Odiavo quando mi tenevano nascoste le cose.
Inconsciamente appoggiai la testa sulla spalla di Drake mentre ascoltavo quella sinfonia. Lo sentii irrigidirsi appena ma continuò a suonare senza sosta.
Non so quanto tempo passò, se minuti o ore, ma la musica cessò.
- Era davvero bella - sospirai - l'ascolterei per ore -
Drake mi sorrise - se vuoi posso suonartela tutte le sere -
- Davvero? Volentieri - esclamai entusiasta quando notai il suo sguardo, facendomi  sparire il sorriso. Nonostante mi stesse sorridendo, i suoi occhi erano tristi, spenti.
Non so cosa mi prese, forse un gesto istintivo, ma lo abbracciai. Non volevo vederlo così.
Lo sentii irrigidirsi nuovamente ma si rilasso' subito dopo, ricambiando l'abbraccio. Non so quanto restammo cosi'. Era piacevole stare fra le sue braccia, mi sentivo al sicuro.
Dopo un po' Drake sciolse l'abbraccio e mi afferro' il viso tra le sue mani, guardandomi negli occhi con aria seria.
Mi persi in quello sguardo di ghiaccio, era così magnetico e affascinante, così poco umano... sapevo di essere di fronte a un vampiro ma la cosa non mi spaventava. Sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male.
Si avvicinò lentamente al mio viso fino a posare le sue labbra sulle mie.
Inizialmente era un bacio molto tenero e cauto ma poi si incendio' quasi subito. Mi abbracciò forte a sé mentre la sua lingua cerco' avida la mia.
Portai le mani fra i suoi capelli, quasi ad avvicinarlo di più a me, e lui mi prese in braccio, portandomi verso il letto.
Ci ritrovammo sdraiati in quel bel letto enorme, avvinghiati l'uno all'altra, sentendomi in preda al calore e al desiderio. Volevo sentire il suo tocco su di me, farmi esplorare dalle sue grandi ed esperte mani e farmi assaggiare dalla sua lingua.
In preda al desiderio, iniziai a sbottonargli la camicia.
- NO! - esclamò lui di colpo, scostandosi da me.
Restai di sasso mentre osservai Drake di fronte a me ai piedi del letto, visibilmente scosso.
- Che succede? - domandai shockata - ho fatto qualcosa che... ? -
- No, non sei tu... - rispose ansimante Drake - è solo che... non posso... -
Giusto, non ci pensavo più. Era ancora legato al ricordo della moglie.
Sentii tutta l'eccitazione e il calore provati fino ad ora spegnersi di colpo, sentendomi ferita e respinta.
Cercai di non darlo a vedere - tranquillo, sarà come se non fosse successo nulla... non preoccuparti - mormorai e uscii dalla stanza, lasciando Drake ancora scosso mentre le lacrime iniziarono a sgorgare sul viso, capendo quanto mi fossi avvicinata a lui.

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