Nei due giorni che seguirono cercai di tenere un basso profilo per non attirare troppo l'attenzione della gente. Nonostante le occhiate maligne che mi lanciavano, una strana euforia mi pervadeva; per una volta ero libera, non mi ero nascosta. So bene che pagherò cara questa sensazione di libertà ma mi godevo il momento.
Avevo perfino smesso di usare la mantella per nascondere i capelli, lasciandoli finalmente liberi alla vista delle persone. Brillavano sotto la luce del sole, dando l'impressione di avere dei fili metallici opalescenti. Erano veramente splendidi, non capivo perché la gente mi doveva giudicare un mostro per colpa loro. Era proprio vero, ciò che non conosci lo temi.
Mamma prego' per la mia salvezza, sperando in un miracolo, ma sapevo già come sarebbe andata a finire: la mattina del sacrificio sarebbero venuti a prendermi e mi avrebbero condotto in piazza dal mostro al servizio del Conte per uccidermi.
Quel pomeriggio Percifal era venuto da noi, consapevole che quella sarebbe stata la mia ultima sera. Anche lui, come me, era certo che la gente sarebbe venuta a prendermi e non voleva perdersi un minuto della mia compagnia.
Proprio come mia madre, non aveva approvato la mia scelta di non nascondermi ma aveva deciso di non replicare. Sapeva bene quanto odiassi tutta quella situazione e che avrei preferito morire piuttosto che continuare così.
Mia madre si diede da fare con la cena, preparando un vero e proprio banchetto degno di una festa. Nessuno di noi tre lo disse ad alta voce ma sapevo che era per farmi godere al meglio quella che poteva essere la mia ultima cena. Io e Percifal chiacchierammo come sempre mentre mia madre teneva lo sguardo basso mentre le lacrime scivolarono silenziose sul suo viso sofferente. Cercava di spelucchiare qualcosa nel suo piatto ma non ci riuscì, mangiando appena due bocconi.
Anche Percifal non sembrava avere appetito ma cercò di non darlo a vedere, facendo finta di niente anche se aveva per tutto il tempo gli occhi lucidi, minacciando di strabordare da un momento all'altro.Giunse la notte e Percifal aveva deciso di passarla con noi per pregare insieme a mia madre (anche se in realtà avevo il forte sospetto che voleva essere lì con noi per proteggermi).
Non riuscii a chiudere occhio, ero spaventata all'idea di ciò che sarebbe accaduto fra poche ore. Nonostante avessi cercato di mostrarmi impassibile davanti a loro per non spaventarli o preoccuparli, avevo una fifa pazzesca. Chi sarebbe andato incontro alla morte senza averne paura?
Guardai mia madre e Percifal, entrambi addormentati appoggiati al tavolo. Dovevano aver pregato tutta la notte a giudicare dalla posizione.
Mi alzai lentamente, senza far rumore, ed iniziai a vestirmi. Visto che tra poche ore verranno a prendermi, è giusto che mi prepari in grande stile. Se dovevo essere una vittima sacrificale, volevo essere bellissima per il mio ultimo momento di vita.
Scelsi un bellissimo vestito ampio in velluto rosso bordato di pizzo, mi truccai leggermente gli occhi e misi fra i capelli una rosa rossa.
Mi esaminai allo specchio quando Percifal si svegliò.
- Mmmmh... mi sono addormentato di colpo... - sboffonchio' fino a quando si accorse di me. Mi squadrò dalla testa ai piedi rimanendo senza fiato - wow. Sei bellissima! -
Arrossii un po' - ti ringrazio -
- Come mai questo abbigliamento? - domandò Percifal perplesso.
Lo guardai cercando di mostrarmi sicura - visto che tra poco mi porteranno al patibolo, è giusto che ci vada in pompa magna -
- Non dirlo per scherzo - si arrabbiò lui afferrandomi per le spalle - non permetterò che ti sacrifichino -
Lo abbracciai con la speranza di calmarlo - non ce la faresti... sei da solo contro l'intero villaggio. Non voglio che ti fai del male per colpa mia-
Crollò in ginocchio mentre le lacrime iniziarono a solcargli il viso - non voglio che tu muoia. Sei troppo importante per me, Luna -
Lo abbracciai e lui ricambiò, stringendomi forte a sé, dando libero allo sfogo alle sue lacrime. Vederlo così mi fece male.
Improvvisamente qualcuno bussò. Prima piano fino a diventare sempre più forte.
Percifal aumentò la stretta dell'abbraccio - maledetti! Sono già qui!-
Cercai di liberarmi dalla sua presa - va tutto bene -
Alzò il viso, guardandomi negli occhi - non andare, ti prego! -
- Devo, purtroppo - mormorai con voce incolore, guardandolo teneramente mentre gli accarezzai una guancia. Percifal mi prese la mano, tenendola fissa sulla guancia -ho bisogno di te, Luna. Anche tua madre. Non puoi andartene così, sei ancora in tempo-
-Non ho più tempo- gli risposi con voce rotta mentre sentivo gli occhi pizzicare - prenditi cura di mia madre - e prima che potesse fermarmi mi diressi verso la porta.
Quando l'aprii trovai l'intero villaggio ad aspettarmi sulla soglia, tutti con un ghigno spaventoso e gli occhi bramosi di morte.
Era come se volevano vedermi spaventata... una soddisfazione che non gli avrei mai dati.
- Andiamo - mormorai e mi avviai al mio destino insieme ai miei carnefici.
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La sposa del Vampiro
مصاص دماءLuna, diciotto anni, è da sempre presa di mira dalla gente del suo paesino, Castelvania, per via dei suoi capelli argentati facendole passare una vita d'inferno. Castelvania è circondata da mostri di ogni tipo e il loro capo, il Conte, richiede ogni...