Struck by lightning

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Alcune cose sono improvvise, cadono come i fulmini di un insolito temporale estivo: un'ora prima c'è il sole e quella dopo sta piovendo a dirotto. La mia vita è sempre stata un po' una giornata di sole, cosa che mi è stata sempre invidiata, ahimè, non sapete che noia mortale! Però me lo aspettavo, essere la figlia di un ricco e rispettabile imprenditore comporta un sacco di cose, una di queste è che io e mio fratello dobbiamo giocare a fare i figli perfetti. Il bello è che credo che mio fratello sia davvero perfetto, va al college già da due anni ormai e la sua media è impeccabile, tanto quanto il suo aspetto e la sua rispettabile ragazza. Io invece non so più cosa sono, o meglio, ad oggi credo di essere finalmente me stessa, ma non so chi io sia stata per gran parte della mia vita, non ne ho proprio idea. La mia vita ha sempre e solo visto la mia media da prima della classe, il mio fidanzato da ballo scolastico, le lezioni di danza, di piano, gli allenamenti di nuoto ma vi giuro che tutto questo non mi è mai appartenuto, tutto quello che ho sempre voluto è disegnare, dipingere me stessa e le mie emozioni, non quel mucchio di roba forzata. Devo ammettere però che sono stata brava, fantastica, ad ingannare tutti, sarà forse merito del corso di recitazione, perchè nessuno si è accorto che stessi fingendo.
Le mie giornate di sole però iniziarono a spegnersi, e no, non è per nulla una metafora che rimandi ad un sentimento negativo, anzi! Il temporale, quella tempesta nel petto, fu la sensazione più bella del mondo per me, un fulmine mi colpì in una comune e banale giornata di sole e il mio cuore iniziò a battere più veloce e la mia mente ad aprirsi.
È ottobre, precisamente il 17, e sto cercando delle scarpe da abbinare al vestito rosa antico che indosserò al 20esimo compleanno di Travis, il mio ragazzo. Mia madre è a lavoro, praticamente come la maggior parte del tempo, prima di uscire però aveva nominato una scatola bianca in cui avrei trovato le scarpe perfette per quell'abito. Non le conservava nella cabina armadio, lì ormai non c'era più spazio, mi disse di provare a cercare sotto al letto, lì nascondeva un'altra manciata di scatole.
Fu proprio lì che il fulmine colpì il mio petto, e la mia interna vita cambiò.
Avvertii una sensazione insolita afferrando la terza scatola riposta sotto al letto, una sorta di avvertimento, ecco, che ad oggi potrei spiegare in ogni più piccola e perfetta sfaccettatura, ma quel giorno ancora non potevo comprendere.
Trovai delle lettere, centinaia di lettere. Ogni lettera era numerata e portava su il nome e l'indirizzo del mittente. Scrutai ogni lettera e tutte erano perfettamente sigillate. 'Mio padre tradisce mia madre e lei ha intercettato le lettere dell'amante senza avere però il coraggio di leggerle!' pensai, che fantasia.. Una seconda scatola era colma delle stesse lettere, colma come la mia testolina lo era di curiosità, così iniziai ad aprirne una, quella col numero '1' scritto a matita sul dorso.
Lessi nella mia mente:

"16 Maggio

Sto cercando di venirne fuori, sai? Mi impegno ogni giorno, faccio sempre tutto ciò che va fatto ma malgrado questo, ancora non ci riesco. Molto spesso tutto sembra essere contro di me, ma proprio tutto eh, ogni singola forza dell'universo, anche quella più insignificante! Ogni volta che mi dico "Ci sono quasi, manca solo un piccolo pezzo di te da mandare via", ogni maledetta volta trovi il modo di tornare per intero nella mia vita: ieri è stato l'odore di hot dog provenienti dalla paninoteca in centro, oggi invece è colpa di questo libro in soffita. Non ricordavo neppure di averlo, "Che tu sia per me il coltello", lo avevo iniziato anni e anni prima senza mai finirlo, e tu sai bene come sono fatta, mi sono detta "Cavolo, un libro che non ho ancora letto!" e così ho commesso lo stupido, stupidissimo errore di stringere fra le mani quel libro sepolto da milioni di granelli di polvere e tirarlo fuori dallo scatolone. Ho trovato la tua t - shirt sotto quel libro, quella piena di cactus che mi avevi regalato perché sapevi che mi piacciono tanto, ed era proprio lì, in quello scatolone in soffitta . Ricordo quel giorno come fosse ieri, avevi deciso di darla a me nonostante fosse tua, nonostante il piccolo buco in basso a destra. Ho trovato quella tua maglietta e ho dimenticato completamente quel libro. Ho corso per le scale della soffitta e poi per quelle che portano all'ingresso, sono salita sulla mia bici e ho pedalato fino a casa tua, poi ho fatto una cosa abbastanza strana, mi sono seduta sul ciglio della strada in modo tale da poter osservare la finestra della tua camera. Dopo un'ora e mezza che stavo lì ho conosciuto i nuovi proprietari, il signore e la signora Colmar. All'inizio erano solo questo per me, il signore e la signora Colmar ma poi hanno iniziato a farmi domande, tu cosa penseresti se da un momento all'altro trovassi un estraneo di fronte casa tua a fissare una delle finestre? Comunque poi sono diventati Kevin e Pàmela, so che hanno due figli e che il maggiore ora occupa la tua stanza ma non ho avuto il piacere di conoscerli. Sono stati davvero molto gentili, mi hanno invitata ad entrare e mi hanno offerto una limonata. Sono stati gentili anche quando chiesi loro di poter inviare delle lettere a quell'indirizzo. Lo so, ora ti spiego:

"Delle lettere?"
"Sì signore"
"A quest'indirizzo?"
"Sì, è quello che ho detto"
"E perché mai?"

Kevin Colmar si chiedeva come mai volessi inviare delle lettere a casa sua e continuò a chiederselo anche quando gli spiegai che una mia cara amica e la sua famiglia erano i precedenti proprietari.

"E lei non ha il loro nuovo indirizzo?"
"No signore, ho rifiutato di segnare il loro nuovo indirizzo proprio per evitare di spedire delle lettere"

Kevin Colmar proprio non capiva, pover uomo, non capiva proprio perché avevo preferito non segnare il tuo nuovo indirizzo e soprattutto il perché della mia voglia di scriverti a quello vecchio, consapevole che tu mai e poi mai avresti letto le mie parole. Dopo qualche minuto riuscii a farlo cedere e acconsentì alla mia bizzarra proposta mentre sua moglie mi promise che mai avrebbe fatto leggere a nessuno il contenuto di questa e delle future lettere. Disse che le avrebbe riposte con cura in una vecchia scatola di scarpe sotto al letto. Quando fu tutto chiarito pedalai tranquillamente verso casa, durante tutto il tragitto pensai alle migliaia di cose da raccontarti, ne sono passati di mesi dall'ultima volta! E ora sono qui, ho pensato che questa piccola precisazione delle circostanze fosse necessaria, devi pur sapere perché ti sto scrivendo! Comunque ho capito una cosa molto importante: potrai anche andare via dalla mia mente, ma se torni probabilmente è perché sei ancora incastrata nel mio cuore. Adesso è un po' tardi, sono le 03.27 e mio padre ha notato la luce accesa della lampada sulla mia scrivania, quindi devo proprio lasciarti, non voglio che mi rimproveri ancora un'altra volta!
Buonanotte, Eliza, ricordati di sognare."

Accidenti! Chi diavolo sei e chi diavolo è Eliza? Questa ragazza è stata in casa mia, conosce i miei genitori e invia delle lettere qui, lettere che mia madre nasconde, lettere a cui mai nessuno risponderà..


Invitami per un tèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora