Save me from myself

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"Dovresti andare, lo sai?"
Sto ignorando le tue parole da almeno dieci minuti, so che stai dicendo la cosa giusta ma preferisco stare con te, nel tuo letto.
Mi avvicino al tuo collo e lo bacio ripetutamente, so che stai sorridendo.
Lasci tranquillamente che la mia lingua ti sfiori, non dici nulla neanche quando inizio a succhiare la tua pelle lasciando il segno.

"Così tutti sapranno che sei mia.." sussurro.

"Ah sì? E da quando?"

La tua risposta mi spiazza mandandomi nel panico, provo a balbettare una risposta ma non riesco.

"Scherzo, Cari - i miei muscoli si rilassano, mi sento un po' scema - ora dimmi in che senso sono tua però"

"Non lo so.. mia" rispondo.

"Nel senso che sono la tua ragazza?"

Abbasso la testa, tutto ciò che vorrei risponderti è sì, vorrei tanto che lo fossi, ma sono troppo in ansia e in imbarazzo per dire qualsiasi cosa.
Sposti i miei capelli per scoprirmi il collo, sento la tua lingua sulla mia pelle calda. Il mio corpo è totalmente asservito da te, basta un tuo lieve tocco per farmi perdere la ragione! Ti sento succhiare la mia pelle e mordicchiarla, chiudo gli occhi e li riapro solo quando ti stacchi da me.

"Ora sei mia anche tu" sussurri.

Il mio cuore perde nuovamente il controllo.

"In che senso sono tua?" provo a fare il tuo gioco.

"Nel senso che, se ti va, potrei essere il tuo '+1' allo stupido ballo della tua scuola di ricconi" 

"Mi piacerebbe tantissimo"

La tua risposta è un sorriso e io non posso fare a meno di baciarti.

"Ora però devi andare"

"Lo so, vado" dico a malincuore.

Mi rivesto e prendo tutte le mie cose lasciate sparse per la tua stanza, il cielo è diventato piuttosto scuro, è meglio fare in fretta.

Dopo averti salutata la giornata si rattrista ma nulla, davvero nulla potrà mai cambiare il mio umore e cancellare la felicità dei momenti passati con te oggi, o almeno così credevo..
Apro la porta di casa quasi dimenticandomi del caos che avevo lasciato lì dentro e vado dritto verso le scale.

"Cari, ti ho chiamata cento volte, dove sei stata?" dice mia madre raggiungendomi non appena sentita la porta di casa chiudersi.

Mi volto per guardarla, sono ancora abbastanza sorridente, non lascerò che la giornata si stravolga in negativo.

"Cos'è quel segno sul collo? Chi te lo ha fatto?"

"Già Cari, dovresti proprio dire a tua madre dove sei stata" aggiunge mio padre.

Mi guarda come per sfidarmi ma io non ci casco e sorrido a mia volta senza dire una parola.
Ignoro tutti e continuo a salire le scale.

"Cari!" sento mia madre strillare dal basso, la sua voce è.. diversa.
Mi volto verso di lei, piange.

"Mamma..non volevo spaventarti, sono stata via solo un paio d'ore.."
Scendo le scale e la abbraccio, vederla così mi spezza il cuore.
Mio padre è a pochi passi da noi, sento i suoi versi, è seccato da ciò che vede.

"Prima di abbracciarla dovresti farti dire dov'è stata" aggiunge.

Mia madre e i suoi occhi lucidi mi fissano, sta per succedere di nuovo, la cosa sta per saltare fuori di nuovo senza che io sia pronta, mi fa rabbia.

"Hai.. hai un nuovo fidanzato?" mi chiede.

Resto immobile a fissarla, cercando le parole giuste per non spezzarle il cuore ma proprio non le trovo..
È compito mio, non deve vincere lui, non deve essere lui a parlare per me.

"Devi sapere che Cari -"

"Mamma - lo interrompo, facendo voltare gli occhi di mia madre di nuovo su di me - non ho un nuovo ragazzo ma sono innamorata"

Il suo sguardo è confuso su di me, mentre mio padre alle sue spalle è compiaciuto, sembra stia godendo.

"Non è facile trovare le parole giuste per dirtelo ma credo a questo punto che non esistano parole giuste o sbagliate.. io mi sono innamorata ma di una ragazza, la ragazza delle lettere" confesso.

È agitata e confusa, guarda per terra, poi il soffitto, passa una mano sulla fronte ma non parla, non dice nulla.

"Mamma.." richiamo la sua attenzione, lei apre una mano e la tende verso di me come per fermarmi.

La porta alle mie spalle si spalanca.

"Sorpresa!" esclama mio fratello Matt facendo cadere per terra un borsone enorme, tendendo poi le braccia verso di noi, come per ricevere un abbraccio.

"Ho bisogno di un momento, non ce la faccio" dice mia madre per poi dirigersi verso la porta sul retro.

"Ringrazia tua sorella" è l'unica cosa che mio padre riesce a dire per poi seguire mia madre, chiamandola per farla fermare o rallentare.

È cambiato tutto, proprio ciò che volevo evitare.
Oltrepasso il borsone di mio fratello "Buone vacanze di Natale" dico mentre esco fuori casa.

"Cari!" mi chiama seguendomi.

Lo ignoro, stringo i pugni percorrendo a passo veloce il vialetto di casa.

"Cari! -ci riprova - mi spieghi cosa sta succedendo?"

Non ce la faccio più, alzo gli occhi al cielo e prendo un respiro profondo prima di sputare fuori tutto.

"Cosa succede? Vuoi sapere cosa succede? - alzo la voce voltandomi di scatto verso Matt, come se fosse colpa sua - c'è che mi sono rotta di giocare alla famiglia felice con la vita perfetta e questo fa piangere nostra madre e sta in culo a nostro padre!"

Mi sento stringere il busto in una morsa salda ma dolce.

"Mi sei mancata" dice lui, stringendomi un po' di più.

Ci sediamo sul portico e gli racconto tutto, dall'inizio alla fine, senza omettere nulla. È mio fratello, l'unico della famiglia in grado di capirmi.

"Quindi tu e questa Alycia state insieme?" mi domanda.

"Praticamente sì"

"E Travis si sbatte l'insegnante di economia nelle biblioteche del college"

Ci guardiamo e scoppiamo a ridere entrambi, è mancato anche a me.

"Non preoccuparti per la mamma, le passerà, ha solo bisogno di tempo.. papà invece al massimo ti minaccerà di non darti più neanche un centesimo ma tu non hai bisogno dei suoi soldi, e per il college sai che ci penseranno i nonni, come fanno con me" cerca di confortarmi.

"Già, il grande regalo per evitare tutti i compleanni e i regali di Natale" rispondo.

Matt sa sempre come sollevarmi il morale, sarà dura vederlo andar via, di nuovo..
Il cellulare vibra nella mia tasca, è un messaggio di Aly:
"Tutto bene?"
Sorrido, mi piace quando si preoccupa per me.

"Ti fa sorridere, siamo già a quel punto?" mi prende in giro.

"Smettila, stronzo" rispondo dandogli una piccola gomitata.

"Entriamo, a loro ci penso io" dice.

Invitami per un tèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora