Al mattino il suono della sveglia portò a galla tutti i miei pensieri, quindi, oltre al fatto che Alycia era ufficialmente la mia ragazza, anche tutto il caos negativo che avevo generato dando questa notizia mi tornò in mente. Non furono 24h semplici quelle che seguirono, per fortuna però c'era mio fratello. Anche l'intera settimana non fu poi così diversa, mamma e papà mi rivolgevano la parola solo se costretti, riuscii a vedere Alycia pochissime volte e per pochissimo tempo a causa dei miei, mi volevano costantemente a casa con la scusa che mio fratello sarebbe andato via a breve. Cosa vera però, infatti Matt andò via il fine settimana successivo allo 'scoppio', facendosi accompagnare da mamma e papà, lasciandomi sola l'intero weekend. Lo aveva fatto un po' di proposito, credo, anzi ne sono sicura, sapeva che portandoli con sé io avrei potuto cogliere al volo l'occasione di passare un po' di tempo con Alycia in tranquillità. Gli sono grata, mi mancherà un casino!
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"A cosa stai pensando?" le chiedo fra un bacio e l'altro.
"Domani è l'ultimo dell'anno" dice lei.
Già, mio fratello era tornato per le vacanze di Natale ma l'atmosfera non era stata delle migliori, ed era andato via per festeggiare il capodanno assieme ai suoi amici, portando con sé mamma e papà, costringendoli a salire sul primo volo disponibile per.. beh, ovunque! Era solo una scusa stupida per cercare di farli ragionare insieme e lasciarmi un po' in pace. Al telefono Matt mi aveva detto che la meta scelta alla fine fu Milano e che non sarebbero tornati prima di qualche giorno.
"Sì, lo so" rispondo con aria tranquilla.
"Credo che non riusciremo più a festeggiare senza la mamma" il suo sguardo si spense, la mia piccola lucciola..
"Possiamo passarlo insieme, se ti va - lei mi guarda, è pensierosa - non sarebbe come festeggiarlo, prendiamolo come un semplice giorno come tanti altri ma passato insieme"
"Mi piacerebbe stare con te" ammette.
"Cuciniamo qualcosa, mettiamo su un film e beviamo un bel tè a letto, ti va?" le domando.
Il suo sguardo si accende di nuovo ma so bene che mai nessuno potrà riempire quel vuoto che ha nel petto, quello è un dolore che non se ne va, puoi solo imparare a conviverci.
Con tutti gli avvenimenti degli ultimi giorni ho completamente dimenticato di prendere un regalo ad Alycia, non è colpa mia però, non ho mai sentito il Natale, molte volte i miei sono partiti in vacanza lasciandoci con la babysitter, altre volte si cenava e poi ognuno per conto proprio, insomma, non ho mai sentito lo spirito del Natale, questa volta però vorrei sentirlo assieme a lei, anche se un po' in ritardo.
"Devo andare - dice - è tardi" le sorrido mentre mi lascia un bacio delicato sulle labbra.
"Ti aspetto domani"
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Alycia
Suono il campanello e aspetto che tu compaia sorridente e impacciata davanti la porta.
Mi dici un"Ciao" seguito dal suono di una di quelle trombette da festa.
Io resto qualche secondo a fissarti senza riuscire ad emettere fiato: il tuo corpo formoso si stringe in un vestito microscopico pieno di paillettes color argento, mentre i tuoi piedi sono ornati da un paio di tacchi scuri. In un attimo mi sento minuscola di fronte a te, invisibile nella mia felpa larga, mentre stringo al petto una busta della spesa.
"Pensavo non volessi festeggiare.." dico, quasi come un sussurro.
"Ho parlato del primo dell'anno, non ho mai parlato dell'ultimo però.." abbassi la testa, probabilmente ti stai sentendo un po', ecco.. stupida, il tutto misto a sensi di colpa.
"Credo che sia un'ottima idea"
Tu alzi la testa entusiasta e mi lasci entrare.
"Cos'hai portato?" domandi con fare curioso.
Io non riesco ancora a ragionare, come faccio ad ignorare l'impulso di saltarti al collo e baciarti?
"Non lo so - sei confusa - cioè, pensavo che magari sarebbe stato carino fare di nuovo i pancakes.."
Tu fai un verso, come se avessi già l'acquolina in bocca, mi prendi la mano e mi porti in cucina per lasciare la busta con gli ingredienti.
"Sono felice di stare con te stasera"
"Lo sono anche io" rispondo.
La busta non riesce a stare in equilibrio e si rovescia sull'isola, facendo rotolare sul piano e poi giù, sul pavimento, la ciotola di plastica contenente le more.
Pieghi il tuo corpo fino a giù, mantenendo le gambe dritte, portando il tuo sedere in bella vista mentre la raccogli.
Dio, così non mi aiuti.
Ti volti e mi sorprendi a fissarti, probabilmente l'hai capito anche tu ora, che sei irresistibile per me e mi lasci senza fiato.
Sorridi compiaciuta."Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?" mi stuzzichi.
No, però vorrei usarla per darti piacere. Ecco, è esattamente ciò a cui sto pensando ora.
Scosti i tuoi lunghi capelli biondi scoprendo il collo pallido, intenta a sistemare la busta di carta sul ripiano, riesco a scorgere una vena sottile.
Non resisto più.
Ti bacio il collo con una ferocia repressa mentre stringo fra le mani i tuoi fianchi. Sento il tuo sedere e il mio corpo incontrarsi."Sei bellissima" sussurro al tuo orecchio.
"Ti prego, fammi sentire quanto mi desideri" mi preghi con voce eccitata.
Le mie mani finiscono sotto al tuo vestito paillettato per poi tirare giù i tuoi slip di pizzo nero, decisamente poco coprente.
"Cosa vuoi?"
"Aly.."
"Cosa vuoi?" ripeto.
"Toccami.." la tua voce è un bisbiglio imbarazzato.
La mia mano destra scende, tu divarichi le gambe e pieghi il busto sul ripiano.
Le mie dita scivolano sulla tua intimità, e a giudicare dal tuo respiro affannoso, credo proprio che ti piaccia.
Contemporaneamente ti accarezzo la schiena, la mia mano si nasconde sotto ai tuoi lunghi capelli che oggi porti lisci.
Le tue gambe tremano e stai stringendo le mani all'isola di marmo scura.
Lascio insinuare due dita dentro di te."Non venire, Cari" ti chiedo.
"Co-come faccio..?" rispondi tu.
"Aspetta ancora"
Entro ed esco velocemente ascoltando la tua eccitazione, guardando il tuo corpo tremare per me.
Mi blocco ma solo per voltarti verso di me e piegarmi fra le tue gambe. Spingi il mio viso verso di te, tirando un po' i miei capelli.
Il tuo sapore pervade ogni angolo della mia bocca. Mi piace."Io sto per venire, amore.."
Il mio cuore si inceppa, non sento parlare d'amore da un sacco di tempo e sinceramente non riesco ancora ad ammettere a me stessa ciò che sento.
Intanto è finita, è mia e probabilmente non si è accorta nemmeno di avermi chiamata amore.-
La mezzanotte la ignorammo completamente, così come i fuochi e tutto il baccano attorno a noi. Facemmo l'amore ovunque, scordandoci dell'appetito, avendo fame solo di noi.
Quella prima intera notte insieme avevo una paura tremenda.
Crollasti fra le mie braccia e io non chiusi occhio quasi per nulla, ti ho ascolta respirare e muoverti fra le lenzuola del tuo letto sgualcito da una notte di baci, col terrore che da un momento all'altro te ne saresti andata alzandoti di scatto, rendendoti conto che era un errore quello che stavamo facendo, e che ti avrei vista uscire dalla porta di casa. Che sciocchezza, è casa tua! Però mi capita spesso di avere paura quando sto con te, ti guardo e mi domando come possa essere possibile che tu, proprio tu, nei tuoi vestiti tutti per bene, nei capelli mossi ma sempre in ordine e sotto al tuo trucco, tu, proprio tu, possa aver notato una come me, nelle mie movenze goffe, innamorata delle ragazze da sempre, nei miei vestiti larghi e senza un filo di trucco.
Non lo so, però con te ho paura, temo che da un momento all'altro tu possa esordire con qualche frase del tipo "era solo una fase" o "eri solo un'infatuazione" e questo mi terrorizza a morte. Dopo Eliza non credevo che avrei mai potuto provare dei sentimenti per qualcuno, per di più così forti!
Basta, non voglio più pensare."Amore.. - sussurro - spero che tu stia facendo bei sogni".
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Invitami per un tè
Romance"Nulla n'è mai valsa la pena, ma tu sei la mia unica eccezione, e io avrò sempre e per sempre cura di te, lo giuro - sorridi di cuore e questa vista è impagabile - ti amo irrimediabilmente anche io". E qui, esattamente qui, incastrato in questo ista...