Oh, when you look at me like that, my darling..

265 23 0
                                    

Come previsto, la casa è vuota.
Il telefono non segna chiamate perse, strano, è già tardi.
Aspetto qualche minuto facendo avanti e indietro per la stanza, sperando di sentir squillare il telefono da un momento all'altro ma l'attesa sembra non finire mai e inizio ad essere nervosa.
Bevo un bicchiere d'acqua, devo cercare di mantenere la calma, la sento fredda scendere giù per la mia gola mentre batto nervosamente il piede sul pavimento ripetutamente.
Un telefono inizia a squillare, per poco non mi va di traverso l'acqua.
Fisso il telefono di casa per qualche secondo prima di rendermi conto che è il mio a squillare, nella tasca posteriore dei miei jeans.
Sullo schermo leggo che la chiamata è di mio padre, rimango pietrificata a fissare lo schermo. La porta sul retro si apre improvvisamente, non sono sola come credevo.

"È maleducazione non rispondere al cellulare, Cari, non ti ho insegnato le buone maniere?" È mio padre a parlare.

Tiro un sospiro di rassegnazione, e lascio il cellulare scivolare di nuovo nella mia tasca.

"Ora io e te parliamo" continua.

Io sono ancora qui, inerme, senza riuscire ad emettere fiato, mio padre cammina verso di me, mi passa accanto e lo seguo in silenzio fino al salotto, dove lui si accomoda su una delle nostre poltrone di pelle bianca.

"Prego, siediti" mi dice, indicando con palmo aperto la poltrona di fronte a lui. Sembra molto tranquillo, lo è ancora quando mi accomodo.

"Perché non sei a scuola?"

"Non ho scritto la relazione di scienze"

"Per quale motivo non l'hai scritta?"
Muove il corpo in avanti e posa i gomiti sulle gambe unendo poi le mani, mentre il viso tranquillo e curioso mi fissa.

"Sono distratta ultimamente" perdo le parole.

"Per Travis, immagino, dopo tutta quella brutta situazione - dice, io mi limito ad annuire, con la testa rivolta sul pavimento - o è per Alycia?" continua.
Mi immobilizzo all'istante, cosa sa di Alycia? Probabilmente anche troppo, visto che l'aver saltato scuola è passato in secondo piano.

"Alycia?" chiedo dopo essermi ricomposta.

"Tua madre voleva buttare tutte quelle lettere, iniziavano a occupare troppo spazio - inizia a spiegare - si lamenta troppo spesso"

"Dove vuoi arrivare?" chiedo, voglio solo capire cosa sa, senza troppo giri di parole.

"Ne ho notata una non sigillata in camera tua, ho controllato le altre e ho notato che sono state aperte tutte, mi chiedevo cos'avessero di così interessante, poi ho capito: un amore non corrisposto, affascinante"

Ingoio a vuoto, chiudo gli occhi e tiro l'ennesimo sospiro nervoso, pensavo di essere stata discreta ma invece mi sbagliavo, mi sbagliavo di grosso.

"È stato un po' come leggere un racconto, tutto qui" dico.

"Oh sì, per me è stato così, ma non per te"

Il respiro diventa più pesante e il cuore tenta inutilmente di salirmi in gola.

"Bambina mia, non mentirmi perché peggioreresti la situazione"

È così fastidiosamente sicuro di sé, cosa che non ho ereditato, a quanto pare! Il suo sguardo arrogante è fisso sul mio e non sembra volersi staccare da me. È sempre stato così, coi suoi trucchetti psicologici prova a far crollare le tue bugie, da quando lo conosco non ha mai sbagliato.

"Cosa vuoi sapere?"

"Grazie per avermelo chiesto - è odioso - allora, vorrei sapere come mai passi così tanto tempo con quella ragazza" domanda con tono elegante.

Invitami per un tèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora