Hoseok e Jimin quella mattina partirono alle prime luci dell'alba poiché il viaggio dal borgo al castello era molto lungo, e quando Hoseok uscì di casa vide una carrozza ad attenderli per lui era stato difficile separarsi dalla madre, aveva tanti pensieri e preoccupazioni aveva anche ponderato di non seguire Jimin poiché l'idea di lasciare la madre da sola non gli piaceva, soprattutto dopo che suo padre l'aveva lasciata da sola con i debiti fino al collo, ma alla fine aveva preso la decisione di andarsene per poter dare un dignitoso futuro a sua madre più che a se stesso. Il tragitto proseguì in religioso silenzio e ad Hoseok quel dettaglio non piacque affatto, non era mai successo che tra i due amici ci fosse un silenzio così pesante da sopportare, il corvino si rese conto che Jimin non gli aveva parlato di nulla anzi sembrava che non ne volesse parlare preferendo addirittura il silenzio, ma c'erano molte cose che in quella situazione poco piacevano ad Hoseok lui non apparteneva alla realtà con qui presto si sarebbe interfacciato, e non credeva di potersi mai amalgamare a quel lusso che i nobili ostentavano, il ragazzo proveniva da un'altra realtà ed era la povertà tuttavia però ad Hoseok piaceva perché quello era il luogo a cui apparteneva e sarebbe appartenuto per sempre e, mai avrebbe cambiato ciò che era, paradossalmente nonostante in quel borgo fossero tutti squattrinati tutti si aiutavano a vicenda come se fossero una famiglia, ciò che ai nobili mancava erano ricchi ma poveri dentro e quella povertà era più spaventosa della realtà da cui proveniva Hoseok. I due arrivarono al palazzo nel primo pomeriggio, e quando Hoseok scese dalla carrozza si meravigliò di quanto sfarzo quel castello conteneva di fronte a lui c'era un grosso cancello nero in ferro battuto con lo stemma del casato, alcuni servitori vestiti elegantemente e tutti uguali accorsero ad aprire il cancello per permettere ad Hoseok e Jimin di entrare, e dinnanzi al corvino si stagliò un lungo viale che portava al palazzo reale, mentre di fianco in un infinito spiazzale che altro non era che il giardino c'erano delle statue in marmo, mentre camminava Hoseok si accorse che Jimin era perfettamente a suo agio in quell'ambiente, ostentando un portamento elegante sembrava essere uno di loro. E fu spontaneo per Hoseok pensare che Jimin avesse volutamente dimenticato chi era, tuttavia però Hoseok era contento che Jimin si fosse rifatto una vita anche se lontano da lui, e che si fosse adattato a quella realtà facendola sua almeno non aveva sofferto, questo era ciò che ingenuamente pensava Hoseok . una volta arrivati davanti al castello ai lati delle figure dei due ragazzi vi erano delle spesse colonne in marmo in stile gotico, e quando le porte furono aperte Hoseok rimase senza fiato se ciò che aveva visto fuori lo aveva stupito ciò che vedevano i suoi occhi era molto di più, davanti a lui un salone enorme con delle colonne ad arco e quando il ragazzo volse lo sguardo al soffitto poté notare dei bellissimi affreschi, camminando Hoseok intravide delle scale, ma Jimin sembrava che lo stesse portando in tutt'altro luogo il biondo aprì una porta ed invitò il suo amico ad entrare e quando fu dentro subito poté sentire un odore invitante catturarlo, e pensò che quelle fossero le cucine del palazzo, Jimin si fece strada tra i vari inservienti che erano li fino ad arrivare al cospetto di un giovane ragazzo intento ad impartire ordini ai servitori, Jimin fece un colpo di tosse per attirare la sua attenzione e quando la ottenne Hoseok poté guardarlo meglio, era alto potendo scorgere una frangia bionda dal buffo ed enorme copricapo che indossava, l'incarnato era niveo, con degli occhi a mandorla di un castano scuro, un naso perfetto, delle labbra carnose e di un rosa pallido, delle spalle larghe e un fisico asciutto ma tuttavia aggraziato, non vi era alcun dubbio che fosse un bel ragazzo quel tipo di bellezza che poteva appartenere solo alla nobiltà.- Oh Jimin caro sei tornato in compagnia vedo.- Disse il biondo interrompendo qualsiasi cosa stesse facendo.- Si signore lui è Jung Hoseok sa per caso se sua grazia è in casa?- Rispose il biondo educatamente e chiamare quel enorme castello casa alle orecchie di Hoseok suonò come uno schiaffo alla povertà, ma quello adesso era il luogo dove avrebbe dovuto lavorare e doveva farci l'abitudine per quanto la cosa lo infastidisse, i suoi pensieri li tenne per se.- Oh è un piacere per me conoscerla signor Jung.- Disse il biondo rivolgendo al corvino un cortese e gentile sorriso che Hoseok dal canto suo ricambiò.- Il piacere è mio signore.- Rispose Hoseok inchinandosi in segno di rispetto.- Oh suvvia chiamami solo Jin o Jinnie se vuoi.- Disse per poi voltarsi verso Jimin.- Comunque per quanto riguarda il principe non l'ho visto, credo che per te sia più opportuno domandare al generale Kim.- Disse il biondo prima di parlare di nuovo.- E per l'ennesima volta Jimin chiamami Jin, non signore sono ancora troppo giovane e bello per quell'appellativo.- terminò vantandosi della sua bellezza, e non che avesse tutti i torti ma Hoseok constatò che la modestia li non era di casa.- Va bene Jin.- Disse Jimin imbronciato per essere stato appena sgridato dal maggiore.- Oh ma come faccio ad essere arrabbiato con un dolce angelo come te.- Disse Jin scompigliando la folta capigliatura bionda di Jimin.- Mi trovate d'accordo con voi.- Disse una voce e tutti i presenti si voltarono richiamati da essa, Hoseok notò il rossore sulle gote di Jimin e lo stupore dipinto sul suo angelico volto, Hoseok si voltò di nuovo verso quel giovane ragazzo che aveva tutta l'aria di essere un nobile, era anche lui alto capelli castani, occhi grandi e vispi, un naso piccolo, delle labbra fini ma ben delineate con un adorabile neo sotto di esse, guardandolo meglio Hoseok poté notare dei tratti dolci e fanciulleschi, tuttavia però il fisico era in contrapposizione con tutto il resto poiché sembrava assai massiccio.- Un'altra delle tue scappatelle Jungkook?- Disse Jin con tono di rimprovero e il nominato si fece sfuggire una risatina.- Che posso farci non posso stare troppo lontano dal mio chef preferito.- Disse il castano facendo gli occhi dolci al biondo.- Smettila di adularmi disgraziato sappiamo entrambi perché sei qui e la ragione non sono di certo io.- Rispose Jin colpendo nel segno, dopo tutto era a conoscenza del fatto che il giovane Jungkook si era invaghito di Jimin. E lo stesso Jimin ne era a conoscenza dopo tutto Jungkook lo ricopriva di complimenti e attenzioni andando al castello del suo amico Yoongi apposta per vedere Jimin, inventando ogni sorta di scusa ma lui e Jungkook erano appartenenti a mondi diversi e nessuna relazione che non sia semplice amicizia poteva avere luogo tra loro, dopo tutto nonostante Jimin ci avesse provato non poteva rinnegare ciò che era e da dove veniva, non avrebbe mai potuto e la sua pelle ne portava i segni indelebili.- Mi hai scoperto.- Disse il castano rivolgendo un sorriso a Jimin e a parere di Hoseok quello non era un normale sorriso ma qualcosa di più, quel ragazzo era chiaramente invaghito di Jimin e da come il suo migliore amico aveva reagito il sentimento sembrava reciproco, tuttavia però Jimin sembrava essere bloccato da qualcosa e Hoseok capì anche cosa c'era negli occhi di Jimin c'era paura, paura per ciò che era e nessuno meglio di Hoseok poteva capirlo.- Oh che sbadato si è fatto tardi.- Disse il castano dando un ultima occhiata al biondo prima di scomparire da quelle cucine e, Hoseok vide il biondo rilassarsi dopo che quel nobile se ne fu andato.- Jimin sai che per me sei come un fratello minore, ma stai sbagliando so le tue ragioni e le comprendo tuttavia però ti consiglio di non illudere quel ragazzo, poiché mi è molto caro.- Il biondo abbassò il capo e questo intristì Hoseok tanto da farlo parlare senza pensare a ciò che diceva.- Io credo che dovrebbe essere quel ragazzo a fare un passo indietro e accettare la realtà dei fatti, e fin troppo comodo affibbiare tutte le colpe Jiminie ma questo non è giusto quel nobile ragazzo dovrebbe sapere che Jimin non è del suo ceto.- Disse Hoseok con rabbia crescente, non sopportava che il suo amico gli venissero attribuite colpe che chiaramente non aveva, poiché lui a differenza di quel ragazzino sapeva quale era il suo reale posto in quel mondo che gli era sempre stato ostile.- Tu hai certamente ragione ma conosco il piccolo Jungkook da quando era un fanciullo, l'ho visto crescere fino a diventare il giovane uomo che è e posso assicurarti che Jungkook sa molto bene a quale ceto sociale appartiene Jimin, ma il suo ceto non importa a Jungkook sono sicuro che sa prendersi le proprie responsabilità.- Rispose il biondo con tono pacato e saggio.- Jin io provo dei sentimenti sinceri verso il principe Jungkook, ma come può uno come me osare pensare di stare con uno come lui? Cosa mai potrà offrirgli un umile servitore come me? Niente io gli porterò solo sventura, quindi seguirò il tuo consiglio col fine di allontanarlo da me per il suo bene, e adesso se non ti spiace vorrei chiudere questo argomento.- intervenne il biondo per poi parlare nuovamente.- Ho portato il mio migliore amico qui sperando che il principe Yoongi gli permetta di farlo lavorare al castello.- Continuò il biondo indicando Hoseok.- Tranquillo non serve il permesso di Yoongi lui è già assunto, non dimenticare che questo è il mio regno e qui le regole le detto io.- Disse il maggiore posando una mano sulla spalla di Hoseok sorridendogli bonariamente e il corvino si sentì apprezzato e protetto da quel ragazzo, se fino ad ora Hoseok era pieno di incertezze quel sorriso gentile bastò per farle dissolvere come fumo.
Jin aveva gentilmente preparato un pasto caldo ad Hoseok, mentre Jimin era andato via dicendogli che gli sembrava opportuno avvisare Yoongi della presenza di Hoseok al castello, dopo aver mangiato Hoseok non avendo ancora alcuna mansione decise di perlustrare il castello, ma ben presto perse l'orientamento e non sapeva dove egli si trovasse ma una voce roca lo costrinse a bloccarsi.- E voi chi siete?- Hoseok si voltò di scatto ma mai avrebbe pensato di trovarsi al cospetto della più bella creatura che avesse mai visto, al corvino gli sembrò star commettendo un peccato mortale guardandolo, ma in realtà il vero peccato era il non farlo per tutto il tempo si chiese chi era quel ragazzo basso, dai capelli corvini, quegli occhi sottili con due perle nere incastonate al loro interno, quel naso piccolo e grazioso, le labbra quelle labbra sottili color ciliegia e infine quella pelle diafana che sembrava brillare di luce propria, Hoseok rimase stordito da tale sconfinata bellezza.- Allora? Madre natura è stata così crudele da negarvi la parola?- Hoseok Sbatté le palpebre tornando alla realtà, quale strano incantesimo gli aveva fatto quel demonio? Lui odiava tutti i nobili.- No signore, per fortuna è stata magnanima su questo punto di vista.- Rispose Hoseok con una punta di sfacciataggine nel tono della voce.- Oh direi che madre natura è stata molto più che magnanima con voi donandovi una bellezza quasi ultraterrena oserei dire, mai i miei occhi hanno avuto il piacere ammirare tale meraviglia ma ditemi qual è il vostro nome?- Disse il corvino rivolgendo ad Hoseok un sorriso gentile.- Il mio nome è Jung Hoseok.- Disse Hoseok arrossendo senza un apparente motivo.- Oh nome bello quasi quanto voi, io sono Min Yoongi è un piacere fare la vostra conoscenza.- Disse con un tono fiero e, Hoseok dopo quelle parole si pietrificò come poteva il destino essere così crudele con lui, come poteva quel ragazzo essere il ragazzo che più odiava al mondo? Hoseok provò una stretta al cuore e desiderò di non aver mai posato lo sguardo su di lui, in quel momento apparve Jimin e Hoseok ne fu sollevato non voleva passare un altro minuto in più con quella serpe che lo aveva tentato con la sua bellezza per poi beffeggiarlo.- Hoseok finalmente ti ho trovato ti ho cercato da per tutto.- Disse il biondo raggiungendo il corvino e notando solo dopo la presenza del principe.- Oh santo cielo buonasera signorino Yoongi.- Disse Jimin inchinandosi dinnanzi a lui, come se fosse una divinità e per certi versi lo era.- Suvvia Jimin non inchinarti siamo amici no?- Disse il maggiore con tono gentile.- Si avete ragione, comunque volevo chiederle se il mio amico qui presente può lavorare al castello.- Disse Jimin sperando in una risposta positiva.- Certo che può sarà il mio servitore personale, dopotutto Jimin non ti negherei mai nulla lo sai.- Disse scompigliando i capelli biondi di Jimin e riservare uno strano sorriso che Hoseok non riuscì ad interpretare, prima di andarsene lungo il corridoio Hoseok rimase immobile con lo sguardo perso nel vuoto, mentre Jimin esultava contento ma Hoseok non riusciva ad esserlo poiché al suo interno percepiva una bruttissima sensazione legata a quel ragazzo dalla pelle come la porcellana, perché sentiva che quel ragazzo non solo sarebbe stato il suo più grande tormento, ma avrebbe segnato anche la sua disfatta.
N.D.A: Salve donzelle ❤❤
Ecco a voi il secondo capitolo di questa storia, il nostro Hoseok è approdato nel castello sbagliato credo xD but adesso credo che sia chiaro a tutti per chi lavorerà e quale mansione avrà poverino, capitano tutte a lui xD
But bando alle ciance spero che questa ff vi stia piacendo e che vi appassioni almeno un pò, bhe che dire io vi ringrazio per le visualizzazioni, i voti e gli splendidi commenti che mi lasciate ci vediamo al prossimo capitolo, a presto I love you girls ❤❤
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The dark side of the sun. ❙❙ Sope ❙❙
FanfictionDal primo capitolo: Quel giorno le strade del borgo erano più desolate del solito, le tasse erano aumentate a dismisura e l'aria era impregnata di sofferenza e disperazione, Hoseok odiava tutto ciò odiava vedere bambini denutriti che elemosinavano u...