Capitolo 5

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-Hai barato! Stavo parlando con Greta!- sbraitai.
-Non si parla durante una partita- rise lui, con espressione ovvia.
-Sono una donna, è la mia natura! Capiscimi!- lo pregai.
-Perchè dovrei?- rise più forte.
-Deficiente- borbottai, andandomi a sedere.
-Mi ferisci così- si portò una mano sul petto, fintamente dispiaciuto.
Alzai gli occhi al cielo.

Vidi il ragazzo riccio di ieri avvicinarsi.
-Ciao, che combinate?- disse, lasciando poi un piccolo e casto bacio a Greta, che gli sorrise innamorata.
-Osserviamo Anna e Leonardo litigare- rispose Michele.
Gli lanciai un'occhiata trucida, mettendomi a braccia conserte.
-Perchè lei non è abituata a perdere- aggiunse Leonardo, guardandomi.
-Perchè lui è uno stronzo- ricambiai lo sguardo di sfida.
-Oh, oh- rise Michele, mettendosi un pugno davanti alla bocca e soffiando leggermente.
-Zitto- dicemmo in coro io e il ragazzo dagli occhi pece.
-Almeno su questo vanno d'accordo- disse Chiara, scuotendo leggermente la testa e girando la pagina della rivista che aveva tra le mani da più o meno un'ora.

-Io vado a fare un tuffo- disse Leonardo dopo qualche secondo.
-Affogati- risposi. Lui rise
-Lo farò solo per te- ammiccò, facendomi un occhiolino.
Feci finta di prendere qualcosa dalla tasca ed invece cacciai il dito medio.
Ero infantile, ma solo con chi mi irritava. E "Leonardo" era uno di quelli.
Michele strozzò una risata, Chiara rise sotto i baffi e Greta non si contenne proprio.
Il riccio mise una mano sulla spalla di Leonardo -amico, ti ha spezzato- rise.
-Lo vedremo. Oh, Anna cara Anna ti ricordo che vincendo ho diritto al premio- scosse una mano e se ne andò. Salutando con un cenno una ragazza che era sdraiata li vicino a fissarlo da venti minuti buoni, con quasi la bava accanto alla bocca.
-Patetico- sbuffai.

-Andiamo a magiare fuori questa sera? Conosco un pub qui vicino che fa degli ottimi hamburger, inoltre poi possiamo trattenerci a ballare un po'- propose Greta.
Si alzò un'ondata di -si!-, -fantastico!-, -bell'idea!-
E appena io invece dissi -no, non credo- tutti si girarono a guardarmi.
-Perchè no?- mi fece gli occhioni Chiara.
-Io e l'alcol non andiamo molto d'accordo- scossi la testa, ripensando alle serate a cui partecipavo prima con il mio vecchio gruppo di amici.
-Allora non berrai, ma ti prego, non lasciarmi sola! Greta starà con Luca-disse indicando il ragazzo riccio dagli occhi verdi - e Michele con Leonardo. Perfavore- mi supplicò. Mi dispiaceva lasciarla sola e d'altronde mi piaceva il fatto che ci conoscessimo da un giorno scarso e già le stessi così simpatica da volermi a tutti i costi a questa serata.
Nel frattempo vidi Filippo venirmi incontro, forse per chiamarmi a tavola data l'ora di pranzo.
-Va bene, ma io torno presto- acconsentii. Leonardo, tornato dal suo bagno rinfrescante fece una smorfia.
-Hai qualcosa da ridire?- lo stuzzicai, vedendolo scoppiare a ridere.
-No, no, tranquilla, ti riporteremo a casa entro il coprifuoco così il "papi" non ti farà la ramanzina-
Diventai rossa dalla rabbia e mi alzai di scatto, Fil mi prese per la vita, tirandomi verso di lui. Mi mise una mano sulla bocca per farmi tacere -va bene, vero, Anna? Tornerai da "papi" prima che si arrabbi- lanciò uno sguardo di fuoco a Leonardo, che fossi stato in lui mi sarei messo paura, ma che lui invece interpretò come uno scherzo. Che demente.

Gli altri mi guardavano straniti. Già avevo fatto la figura della pazza, ed era passato un solo giorno.
-E tu chi sei?- chiese Chiara, a mio fratello.
-Filippo, il fratello della peste- mi indicò.
-Ehi!- gli diedi una piccola spinta.
Chiara lo guardò ammaliata. -Non sapevamo avessi un fratello. Anna, perchè non ce l'hai detto?- mi chiese, continuando a fissare mio fratello quasi come se volesse mangiarselo.
-Ci conosciamo da meno di ventiquattr'ore!- esclamai.
Poi feci un verso di disgusto vedendoli scambiarsi sguardi insistenti.
-Beh, vieni anche tu stasera?- chiese il riccio che scoprii si chiamasse Luca. Fil lo guardò per qualche secondo prima di rispondere -se sono invitato si- scrollò le spalle con non-chalance
-Certo che sei invitato- rispose Chiara.
-Ora dobbiamo andare, ciao a tutti- lo presi per un braccio e mi allontanai insieme a lui, verso casa che distava qualche metro.

La sera tirava un'aria abbastanza fresca da far rizzare i pochi peli biondi che avevo sulle braccia.
Decisi di indossare una maglia leggera, ma con le maniche lunghe e lo scollo a barca, così da lasciare all'aria le spalle, ma senza prendere freddo. Misi un pantaloncino a vita alta bianco, senza zip e bottoni. Semplice ma elegante. Passai un po' di mascara ed un rossetto rosso che risaltava la leggera abbronzatura di inizio estate. I capelli li lasciai naturai, quindi in morbide onde lunghe, che ricadevano sulla schiena.
Spruzzai il mio profumo preferito sul collo ed i polsi e scesi ad aspettare Fil che per ora che si faceva la doccia sarebbe finito l'anno.
La mamma finì di passare l'aspirapolvere in cucina e poi venne in sala, squadrandomi.
-Anna, sei così bella- le luccicarono gli occhi, della stessa luce in cui splendevano anche i miei mentre mi parlava. Le diedi un bacio sulla guancia e l'abbracciai. E' sempre stata una mamma forte che ha amato i suoi figli in un modo che non ritenevo neanche possibile.

Appena scese Fil fece un fischio. -Tu così non esci-
-Scusa?-
-Hai sentito bene, ragazza. Vatti a mettere una felpa ed un jeans- disse, più serio che mai.
-Ma se ci saranno almeno venticinque gradi!- sbuffai. La mamma rise e mi diede un bacio sulla fronte, poi anche a Filippo. -Sono fortunata ad avere voi. Siete la mia ragione di vita. Ora andate a divertirvi che l'adolescenza capita una volta sola- ci sorrise dolcemente, spingendoci leggermente verso la porta d'ingresso. Fil sospirò. -Se magari ti fossi mantenuta a concedere la bellezza solo al primo figlio, magari, sarebbe più facile farla uscire, mamma- disse poi. Gli diedi una pacca sulla spalla. -E' tardi-

-Mio Dio Anna, sei favolosa!- esclamò Chiara, osservandomi mentre a passo lento con mio fratello raggiungevo l'entrata del pub. Tutti si girarono, sentendo il suo commento, e puntarono il loro sguardo su di me. Arrossii quando vidi lo sguardo di Leonardo, che da uno stato assente passò ad uno concentrato di me e su i miei passi. -Smettetela idioti-
-La mia bellissima rag...- iniziò a dire Michele cercando di mettermi un braccio sulle spalle -Provaci e ti massacro- lo ammonii con lo sguardo, puntandogli un dito contro. Lui rise e mio fratello ridacchiò -attento che lo fa davvero-.
-Ah giusto, tu sei la ragazza del "toccami e ti mangio in un boccone"- mimò con le dita le virgolette. Ricordai il nostro primo incontro e ridacchiai tra me e me.
-Ma Luca e Greta che fine hanno fatto?- chiese Chiara esasperata.
-Si saranno appartati da qualche parte- ridacchiò Leonardo, che fino a quel momento aveva tenuto uno sguardo basso. Mio fratello sbuffò. Sicuramente lo irritava il fatto che ci fosse anche lui. -Chi è Greta?- chiese poi.
Nessuno rispose. Io ero troppo impegnata a fissare Leonardo che puntò il suo sguardo profondo nel mio. Mio Dio. Mi passarono alcuni brividi sulle braccia, ma scossi la testa risvegliandomi da quello stato di trance in cui solo lui sapeva cacciarmi.
Gli comparve la fossetta, dopo aver ghignato, come suo solito, ed io lo mandai a quel paese, come mio solito.

A volte l'equilibrio rendeva stabili le situazioni, altre volte invece no.

La Felicità Dipende Da Noi StessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora