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«I vicini mi hanno chiamato allarmati dicendo che da casa mia usciva del fumo, oltre che molta puzza. Si può sapere che succede ?» senti la signora urlare quasi con una voce così acuta da avere abbastanza potenziale per spaccare i vetri.

«Ecco, io vede..» lo sento dire. Questo è un problema ed è solo colpa mia. «Spero che tu non abbiamo combinato qualcosa..» continua la signora. «Ecco le verità è che..» sento la voce di Dave. Non può colpevolizzare se stesso. Basta è colpa mia ora esco e glielo dico. Uscita dalla porta vedo una signora molto in carne, vestita in modo buffo e trasandato con un cappello alla francese che non c’entra assolutamente nulla con il vestiario che ha addosso. «Scusi signora, ecco è successo un incidente è colpa mia. La cucina ha preso fuoco e..» l’espressione inizialmente dubbiosa si trasforma in una molto molto incazzata, tanto che la vedo chiaramente passare sia David che me per proiettarsi nella porta della cucina alle mie spalle. Lo sguardo di Dave era a dir poco contrariato. Ci credo gli ho fatto prendere a fuoco casa. «Cosa è successo qui?» urla la donna allarmata.

Adesso Dave non mi parlerà più «Voi siete dei barbari, andate fuori da casa mia!» continua la donna dandomi adesso. «Se mi da la possibilità di spiegare» gli dico in fretta ma lei subito mi interrompe dandomi una spinta «Cosa c’è da spiegare eh ? Adesso vi faccio una denuncia che la ricorderete per sempre..».

Le sue parole furono una doccia fredda, iniziai a piangere e mi gettai ai suoi piedi. Che scena pietosa Lily. «Le pagherò tutti i danni ma non ci denunci la prego. Siamo dei semplici studenti.» le risposi continuando a lacrimare. Ad certo senti il mio braccio racchiuso in una morsa. Era la mano di Dave che mi sta facendo molto male, ma più di tutto era il suo sguardo a farmi paura. Dave mi tirò su con forza facendomi arrivare accanto a lui. La signora si ammutolì e disse «Ascoltate facciamo così..tu ragazzina mi ripagherai e tu te ne andrai oggi stesso da casa mia e tutto sarà risolto, siamo intesi ?».

Quella affermazione sembra carica di tensione, si vedeva che era terribilmente incazzata ma forse tutto si era risolto.

«Va bene signora grazie, le do il mio numero così ci accordiamo su tutto» le dissi rassegnata ma finalmente calma. Dav era accanto a me non disse una parola, non ci riusciva. Era arrabbiato con me ovviamente.

Un’ora dopo eravamo ancora a casa sua a sistemare tutte le sue cose in degli scatoloni. Lui non disse un parola è normale, non gli andava di parlare con me. È stato un lavoraccio ma gli scatoloni erano tutti pronti.

Detto questo devo farmi coraggio e parlargli. Mi alzai e mi misi davanti a lui, continuando a fissarlo.

«Ascolta Dave il minimo che possa fare e farti vivere da me. Tanto la casa è grande e così non dovrai pagare affitto ne niente. È il minimo che possa fare dopo avere combinato un disastro, mi spiace»

Lui stesso zitto per qualche minuto e dopodiché mi mise ridere fragorosamente.

«Ascoltami Lily prima di tutto ti ringrazio. Seconda cosa quello che è successo non è una tragedia quindi tranquilla non devi occuparti delle spese della signora. Anzi prima stasera stesso farò in modo di dare una somma consistente alla signora rompiscatole» disse tutto in tranquilla guardandomi con quegli così penetranti accarezzandomi il viso con un mano e circondando la mia vita con l’altra. Era terribilmente troppo vicino. Il mio cuore stava andando al collasso. La sua presenza così rassicurante mi faceva stare bene. Mi piace come mi guardava, come scherzava e come rideva. Mi piace anche quando è serio o incazzato, sebbene io lo abbia visto poche volte. È un angelo, in tutto questo mi sento uno schifo perché la mia amica Nicole non sa nulla di tutto ciò. Anche se le stessa dice che non gli importa nulla ormai di Dav. A lezione l’altra mattina ho affrontato questo discorso e lei ha continuato a ripetermi che andava tutto bene e che lei lo aveva dimenticato.

Ero ancora scombussolata dalla sua tenuta salda e confortante non sapevo che dire così semplicemente lo ringraziai «beh Dave, io ti ringrazio. Risolvi i casino che combino, devo sembrarti una stupida..». Non potei finire la frase perché lui mi mise il suo indice sinistro tra il naso e le labbra in modo da fare silenzio e poi sorrise. Il suo sorriso face fare un tonfo al mio cuore ormai legato alla essenza. Credo di non aver mai pensato qualcosa di così romantico su una persona.

«Tu sei semplicemente dolce anche se un po’ pasticciona » continuava a sorridermi e con la mano mi pizzicò dolcemente una guancia mentre con l’altro braccio continuava a cingermi dolcemente la vita.

«Mi piaci. Sei un’amica e per l’ospitalità che mi stai offrendo beh.. grazie» disse infine.

Cosa avevano sentito le mie orecchie? Da un lato mi aspettavo questa sua risposta. Diciamo che perora, con una lacrime che discende giù dal cuore, accetto questa sua affermazione. Del resto non posso fare altro, prima a malapena ci guardavamo.

Ad un passo da noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora