Ci sono giorni che ripenso a lei. Sapete che la mia ex ragazza è morta. Si è suicidata, lei stava male. Soffriva.
Stava male. In apparenza sembra una ragazza piuttosto timida che credeva che il mondo non si accorgesse di lei.
La prima volta che ci siamo incontrati.. Dio quando era bella. Avevo 15 anni. Ero un ragazzino io, un completo idiota. Frequentavamo lo stesso club di Basket. Io ero quello bravo, ero popolare. Tutti facevo a turno per stare con me, non capivo il dolore. Ero abituato ad avere tutto, quando ero in difficoltà tutti erano sempre lì per me. Questo l’ho ammetto mi ha reso un po’ stronzo. Un perfetto idiota. Lei era..un angelo.
Al club non era proprio ben voluta. Era timida, scostante ma più di tutto non sapeva giocare a Basket. E so che è una cosa da bambini, ma io ero un bambino quindi non riuscivo a capire il perché dovesse continuare a venire. Tutti parlavano di lei come un peso in squadra. Eravamo idioti, eravamo ignoranti. Un giorno mi ricordo anche di averle detto «non venire più qui al club, tutti i ragazzi ti odiano». Ve l’ho detto ero un coglione, un perfetto idiota.
Passavano i giorni e lei era sempre lì. Si allenava con noi, e nonostante non avesse idea di come si giocava, continuava a venire. Gli allenatori non capivano la situazione, del resto quale adulto capisce queste situazioni ? La maggior parte di loro non intuiva nulla e se lo faceva non interveniva mai. Probabilmente la nostra stronzaggine era dovuta anche a questo. Ma questo non ci giustificava eravamo stronzi punto, dei ragazzini immaturi che si prendevano gioco di lei.
Un giorno persi il mio telefono. Pensai di averlo perso al club, così tornai lì a controllare. Quando arrivai la vidi. Quel giorno cambiò tutto. Fino ad allora non capivo perché si ostinasse a venire. Credevo fosse una stupida. Invece mi sbagliavo. Non importa quanto lei si sentisse sola o quanto noi la bistrassimo lei continua a provarci. Dopo quel giorno rimasi tutti i giorni a guardarla di nascosto mentre si allenava.
Lei non si arrendeva, anche se non aveva nessuno accanto a sé. Questo mi faceva sentire uno povero sfigato ai suoi occhi. Lei si nascondeva dal mondo, rimaneva nel suo guscio ma solo perché noi eravamo troppo ciechi per guardarla dentro. Dopo alcune settimane iniziai a parlarle, quello fu il momento più faticoso. Nessuno si era mai permesso di ignorarmi, solo lei. Lei era una forza della natura ed io ero rimasto tremendamente affascinato.
Fu molto faticoso ma dopo esattamente 39 giorni iniziò a parlare con me. Fu allora che iniziai ad interessarmi a lei e al suo mondo. Lei era maledettamente complicata. Scoprì anche che lei non era timida. Era solo riservata e sfuggente. Quando riuscì a comprenderla capì quanto mi ero perso. Quante volte avevo fatto soffrire qualcun altro. Lei mi aveva dato la forza di capire ciò che gli adulti mi avevo sempre fatto ignorare.
Lei era trasparente. Si lo era, ma solo per quelli come loro. Avete capito bene ho detto loro e non noi. Forse perché adesso la capivo anche io, o almeno così credevo.
Quando riuscì a conquistarla era il ragazzo più felice del mondo avevo 16 e mezzo. Da quando stavo con lei non riuscì più a capire perché gli altri non la comprendessero.
Poi un ragazzo all’incirca della mia età face amicizia con lei. Ero un ragazzino poco più piccolo, era molto simile a lei. Piano piano la sua permanenza mi fece allontanare da lei. Ed io mi sentivo ferito, arrabbiato incazzato. Forse ero geloso che un altro mi avesse portato via il tesoro più prezioso mai scoperto.
Così inizia a frequentare di nuovo brutti tipi, mi allontanai da lei. In parole semplice l’abbandonai. Fu allora che si uccise perché io non ero stato in grado di proteggerla da me stesso e dalla mia stupidità. Io ero un mostro perché è come se l’avessi uccisa io.
Passò qualche anno e quando avevo 18 anni mi innamorai nuovamente di un'altra ragazza. Il suo nome era Katty. Katty Moore. Era bella, spensierata e più grande di me di un anno. Sembrava non avere problemi. Fino a quando non incontrò me. Io le stavo addosso, volevo conoscerla e averla solo per me. Poi successe. Ci mettemmo insieme. Eravamo una coppia.
Io non volevo che lei soffrisse, ma questa insicurezza si trasformò in un incubo.
Facevo di tutto per starle vicino, per non abbandonarla mai. I primi tempi andò benissimo ma quando le cose precipitarono era troppo tardi per tornare indietro. Io ero dannatamente ossessivo con lei. Non perché fossi gelosi, io mi fidavo di lei. Avevo paura. Non volevo sbagliare stavolta. Agli occhi di tutti eravamo una coppia perfetta. Erano convinti che saremmo finiti insieme anche all’università. Ma non fu così, la mia ossessione per lei la fece allontanare da me. Lei mi lasciò per stare con qualcuno che sembrava averla compresa meglio di me, mio fratello.
Da quel giorno capì che non dovevo più affezionarmi a nessuno, perché sarei stato solo un peso. Avrei finito per diventare un mostro. Ma non avevo fatto i conti che sarebbe arrivata Lily.
Oggi lei sa tutto, adesso è al corrente di tutto. Avevo paura del suo giudizio, pensavo di non avere bisogno di nessuno. Credevo che fosse possibile mantenermi a distanza. Adesso che sapeva tutto, che aveva compreso finalmente è felice. Noi lo siamo. Siamo una coppia, stiamo insieme. Tutto questo grazie a lei.
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Ad un passo da noi
RomanceTrama: Lily è una ragazza diretta, sincera, determinata quando si tratta di difendere i propri amici. Così un giorno decide di andare a dire quattro parole al belloccio che ha brutalmente scaricato la sua migliore amica Nicole. Questo "principino" d...