Capitolo 5

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Dario

Tra il lavoro al bar e le serate in discoteca ho poco tempo per poter uscire, forse è proprio per questo che ho scelto di fare due lavori, così la mia mente è sempre impegnata e non posso fare troppe cazzate. Una volta passavo la vita a divertirmi. Perché non dovevo farlo? Non mi mancava niente, ogni piccola cosa che volevo la potevo avere, i soldi dei miei erano sempre stati utili e ancora di più lo era il loro lavoro che li teneva lontani da casa tutto il giorno. Ho perso il numero delle ragazze che mi  portavo a letto, delle feste organizzate che duravano fino all’alba e di tutta l’erba che mi sono fumato. Avevo tutto ma in realtà non avevo niente, un giorno però le cose cominciarono a cambiare, il giorno in cui incontrai Simone. Era sempre stato un vero amico, non so cosa trovasse in me, ma non era mai stato interessato ai miei soldi, era la prima volta che incontravo qualcuno del genere, era un fratello. All’inizio non capivo perché fosse così serio e silenzioso, il suo mondo girava solo intorno ai libri e a sua sorella, poi scoprii dei suoi genitori. Era incredibile come un ragazzo di appena 14 anni riuscisse a non demordere. Ricordo il giorno in cui la professoressa di scienze ci mise in gruppo insieme, fu il principio di un nuovo inizio. La prima volta che andai a casa sua non sapevo fosse una casa famiglia. A quanto pareva i loro parenti più stretti vivevano all’estero per problemi di salute di uno dei due, perciò dovevano vivere lì fino al loro ritorno. La prima volta che vidi Katlin era terrorizzata da tutto e da tutti, Simone mi diceva che una volta non era così, era piena di energie, ma era normale il cambiamento per una perdita così grande. Era triste vedere una bambina così piccola tutta da sola, così quando andavo da loro cercavo di farla ridere. Andavo sempre più spesso da loro, per parlare con Simone e giocare con lei, era come se fossero la mia famiglia, era bello non passare le serate in una casa vuota o con qualche ragazza di cui a malapena conoscevo il nome. Iniziai ad andare a meno feste, ma non riuscivo a smettere di fumare erba, certo non lo facevo mai in loro presenza ma un giorno fui scoperto da Katlin a comprarla, aveva 14 anni ed era uscita da poco dalla casa famiglia. Da quel giorno iniziò a comportarsi in maniera strana, era distante da me, mi evitava! Non lo sopportavo. La mia piccola Katlin era cresciuta, era diventata una ragazza attraente che usciva con i ragazzi e mi aveva abbandonato, aveva scelto di di stare con loro piuttosto che con me, tutto perché l’avevo delusa. Non capivo perché mi faceva così male vederla con quei tipi, ne parlai con Simone per dirgli di tenerla lontana da loro ma lui disse che non voleva, che da quando era uscita dalla casa famiglia era cambiata e in meglio, stava tornando ad essere lei perciò finché non facevano qualche casino non le avrebbe detto niente. Non volevo stare senza far niente ma stetti in silenzio e la guardi mutare più volte fino a diventare la Katlin trecce e occhiali, almeno così feci fino a due anni fa. Dopo che ebbi capito che non volevo essere un dottore e tornai a Roma per parlare con Simone, per vedere lei, commisi un errore.

Dopo quel giorno iniziai a vivere a Milano, nuova città nuova vita e soprattutto iniziai ad essere indipendente. Non contavo più sui miei genitori però questo non lo avevo detto ne a Katlin ne a Simone, ospitarla gratis è un modo ridicolo di chiedere perdono.

«Rio! Il Dj non può più venire postresti sostituirlo per questa sera?» mi chiese Erica riportandomi al presente.

«Nessun problema» mi recai alla console del dj ed iniziai a mettere qualche brano degli anni 90’ che ammettiamolo, erano meravigliosi.

Tornai a casa alle 7 di mattina, ero esausto. Non vedevo l’ora di andare a dormire. Aprii la porta di casa e la vidi. Era tutta rannicchiata sul divano con indosso dei pantaloncini da yoga e una maglietta dei Kiss. Era troppo carina, sembrava essere tornata bambina. Chissà se da qualche parte c’era ancora la mia piccola Katlin, la stessa che quando mi vedeva arrivare mi correva incontro con il suo orsacchiotto. Senza rendermi conto le stavo spostando una ciocca di capelli. Mi manca la mia piccolina, mi manca farla arrabbiare, mi mancavano le sue labbra. Mi avvicinai e con un dito le sfiorai le labbra, erano così morbide. Non resistetti e la baciai. Le sue labbra iniziarono a muoversi con le mie fino a quando non apri gli occhi.

«Che cazzo fai?» disse spingendomi via.

«Scusa, non so cosa mi sia preso» in un certo senso era vero.

«Non mi interessa, stai lontano da me!»

«Tranquilla non succederà di nuovo»

«Meglio! Già che ci siamo ti avverto che domani… cioè oggi» disse vedendo l'ora «verranno dei miei compagni di corso»

«Va bene. Visto che sei sveglia che ne dici di raccontarmi del tuo primo giorno?»

«È andata bene, ma non sono fatti tuoi, ora scusa ma vado a prepararmi per le lezioni»

«Vuoi che ti accompagni?»

«No grazie, vado con un amico?»

«Alex?»

«Ripeto, NON SONO AFFARI TUOI»

«Sempre gentile la mia Kittykat»

«E tu sei sempre il solito rompipalle» e così dicendo se ne andò. La vera Kitty era una vera stronza, ma era anche terribilmente sexy.


Katlin

«Stasera ci sarà una mega festa da Valeria, una tipa dell’ultimo anno, vi va di andare?» disse Alex.

«Se c’è da bere io ci sono»

«Questa è la mia gattina!»

«Per me va bene!»

«Bravo il mio Leo» disse Alex

«Non lo so ragazzi, dovremmo studiare»

« Sai Vero, ho saputo che ci sarà anche Stefano, quel tipo di ingegneria per cui hai una cotta da non so quanto tempo»

«Come lo sai? Comunque non importa, non mi guarderebbe mai»

«Se uniamo le forze sono convinta di sì» le disse facendole l’occhiolino.

«Mmm… mi affido a voi!»

Veronica era bellissima con il suo vestito in pizzo rosso e senza occhiali risaltava il trucco, sarebbe sicuramente riuscita a conquistare Stefano, io invece puntavo ad ubriacarmi per tutta la sera, in fondo domani non avevamo lezione perciò potevamo spassarcela.

Nella stanza si sentiva odore di erba, la musica era a palla e i ragazzi erano scatenati. Mi buttati nella mischia. Iniziai a ballare, la birra e la vodka erano entrate in circolazione, era come se non esistessero problemi, ero viva come non mai.

Due mani mi si posarono sui fianchi ed iniziarono a muoversi. Scendevano, risalivano, mi toccavano in ogni punto facendomi impazzire, ad un tratto mi strinsero più forte e mi portarono indietro facendomi scontrare con qualcosa di duro, chiunque fosse non era messo male. Iniziai a strusciarmi e lui fece lo stesso. Mi girò ed infilò la sua lingua nella mia bocca, il sapore di vodka mi invase. Due occhi blu mi travolsero e dopo quel momento tutto divenne buio.

Dario

Sono esausto dopo questa dura settimana, per fortuna oggi è domenica e si dorme. Magari potrei fare una sorpresa a Kitty e portarle il suo cornetto preferito e magari anche un latte macchiato con uno spruzzo di cannella. Presi il tutto alla caffetteria sotto casa ed andai a svegliarla. Aprii la porta di casa, misi tutto su un vassoio ed andai verso la sua porta. La aprii e per poco non mi venne un infarto, non potevo crederci…


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