Capitolo 10

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«Che ci fa lui qui?» mi chiese Leonardo. Mi è venuto a prendere come ogni mattina per andare a scuola insieme, non si aspettava di vedere Dario e onestamente non lo vorrei nemmeno io qui! Volevo parlare da sola con Leo di quello che stava per succedere ieri, ci stavamo per baciare, vero? Non mi sono immaginata niente, giusto? Ieri notte ci ho pensato per tutto il tempo con il risultato che non ho chiuso occhio. In più si deve aggiungere l'antipatia ingiustificata di Dario nei suoi confronti e la prima sfilata che si terrà oggi, il motivo per cui Dario è qui, non so che ne pensate voi, ma non mi piace il risultato che potrà avere questa equazione.

«Perchè dovresti venire pure tu?» provo a parlare ancora con lui, con la speranza che se ne torni a casa.

«Voglio vedere la tua scuola e soprattutto il tuo lavoro»

«No, è imbarazzante!» è come quando i tuoi ti portano a scuola al liceo e tu spero con tutto il cuore che spariscano prima che qualcuno li veda «Non dovresti lavorare?»

«E perdere la tua prima sfilata! Mi sono preso il giorno libero, così poi andiamo a festeggiare!»

«Non ti faranno entrare»

«Ho già chiesto il permesso al preside» il suo sorriso a trentadue denti mi sta dando sui nervi! Leo mi posa una mano dietro la schiena e mi regala uno sguardo di comprensione, non sopporta nemmeno lui questa situazione, lo capisco, ma cerca di non creare confusione per non agitarmi ulteriormente, anche perché potrei sentirmi male per tutta l'ansia che ho in corpo, spero di non cedere come una fessa nel bel mezzo della sfilata.

Per fortuna non impiegammo molto ad arrivare, non ne potevo più di sentir parlare Dario del fatto che la maggior parte dei ragazzi con i tatuaggi e i piercing sono pericolosi, che si drogano, sono violenti e bisogna stargli lontani, cazzate più grandi non le poteva dire, soprattutto visto che il suo amichetto, quello che ci ha provato con me in discoteca aveva dei tatuaggi sul braccio e mi ha pure offerto una canna.

«Mi pare che il tuo amico rispecchia questa descrizione, allora perché lo frequenti?»

«Vito è un tipo apposto, è l'eccezione alla regola»

«La tua eccezione mi ha infilato la lingua in gola!» l'espressione di Leonardo era confusa, forse anche un po' ferita, ma trasalii «e mi ha anche offerto una canna»

«Dimmi che l'hai rifiutata!» dal mio silenzio capì. «Cazzo Katlin! Lo uccido quel bastardo!»

«Ti ricordo che anche tu ti droghi! Se non ricordo male una volta ti ho beccato mentre ti facevi con una tua amichetta.»

«Drogavo! Passato! E poi è diverso, tu sei più piccola, sei una ragazza, sei...»

«Sono cosa? Senti ora basta, dobbiamo andare. Se vuoi rimanere fai pure, noi andiamo a prepararci!» presi per un braccio Leonardo e lo trascinai verso l'aula. Mi sono stufata! Non è che mi drogo, mi sono fatta qualche canna, niente di ché, ma mi da fastidio il suo atteggiamento, come se solo lui sapesse cos'è meglio per me! Sono adulta e vaccinata, se mi voglio fare una canna o alzare un po' il gomito con qualche birra, mi deve lasciare stare!

Ora però devo solo pensare alla sfilata e non a quel cretino che si crede chissà chi!

«Muoviamoci!» dissi aprendo furiosamente la porta. Capirono che era meglio non dirmi niente, andai da Veronica, mi feci sistemare trucco e parrucco, presi i vestiti ed andai a cambiarmi. Ero arrabbiata per colpa di quella specie di hippie e non avevo nessuna voglia di fare finta che andasse tutto bene! Viene a predicare con che tipo di persone devo uscire, come mi devo comportare e giustamente, secondo lui, io non riesco a fare scelte giuste, l'ha detto chiaramente dicendo che Leonardo non era uno per bene solo perché ha qualche tatuaggio e qualche piercing!

Ma poi da che pulpito!

Lui era quel tipo di persona che si drogava, si portava a letto una ragazza diversa a sera, le illudeva, senza fregarsene del male che faceva.

«Kat, tutto bene?» chiese Leonardo. Era preoccupato, si vedeva. Come si può pensare male di un ragazzo così dolce? Si dice sempre di non giudicare un libro dalla copertina ma alla fine succede sempre. Mi avvicino, gli posò una mano sul braccio e mi sporgo per baciarlo sulla guancia. Una scintilla compare nel suo sguardo sorpreso, ma lo fece durare poco, poiché mi regalò subito un sorriso dolcissimo.

«Tutto bene, Pudding, non ti preoccupare. Scusa per le cazzate che ha detto Dario, non capisco perché si è comportato così, l'unica spiegazione è che è un coglione!»

«Si comporta così perché gli piaci, possibile che non l'hai capito?»

«Ti sbagli, sono solo la sorellina del suo amico» me lo ha fatto capire tempo fa, anzi forse nemmeno quello. Dopo quella sera penso di non essere niente per lui, l'unico motivo per cui mi fa rimanere è perché l'ho ricattato, almeno da quella sera ho avuto qualcosa di buono «pensa a me come ad una qualsiasi ragazza. Piuttosto, come sto?» feci un giro su me stessa per farmi ammirare meglio.

«Sei bellissima, come sempre» disse arrossendo e girandosi dall'altra parte imbarazzato, abbassai lo sguardo e arrossii anche io.

«Grazie»

«Dopo la sfilata ti va di andare al cinema? Sempre se non hai altri impegni, altrimenti potremmo fare un'altra volta, sempre se ne hai voglia» iniziò a blaterare mentre torturava il suo povero ciuffo.

«Va bene» dissi ridendo «basta che non andiamo a vedere qualche film sdolcinato, non sono il mio genere»

«Dovrebbe essere uscito Doctor strange, potremmo andare a vedere quello»

«Perfetto! Adoro i film della Marvel!»

Era il momento di avviarsi verso il palco.

Alex era calmissimo, ma come faceva a voler diventare modello? Io non sarei riuscita a sopportare tutto questo stress.

In un certo senso, il pensiero dell'uscita con Leonardo mi distrasse un po' dall'ansia della sfilata, dandomi il tempo di calmarmi.  Avrò fatto bene ad accettare? Sto bene con lui, mi sento al sicuro, così come non succedeva da tempo.

Andrà bene, vero?

«Gattina, mi stai ascoltando?» mi chiese Alex. Ci eravamo recati sul retro del palco insieme agli altri modelli.

«Scusa, ero distratta»

«Ti stavo dicendo che l'ospite è un ex insegnante della nostra scuola, è un grande onore averlo qui, ora è un grande stilista! Il grande Lorenzo Pellegrini!»

«Non ci credo!» lo adoro fin da piccola, con mia madre seguivamo tutte le sue sfilate, adoro la sua linea! Vorrei riuscire ad avere un pizzico del suo talento.

Ora ero ancora più nervosa.

«Eccolo!» disse indicando un uomo alto con i capelli castani e gli occhiali.

Era incredibile essere così vicino ad uno stilista del suo calibro! Sto sudando freddo, ho paura di rovinare il trucco.

Il pubblico si è accomodato ed ora la sfilata ha inizio.

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