Capitolo 12

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Dario

Sono le nove di sera, la testa di Katlin è poggiata sulla mia spalla, ciocche nere ricadono dolcemente sul suo viso. Con la mano ne scosto una per vedere la sua espressione dormiente. Sembra stare meglio.

Odio quando ha gli attacchi, anche perché si sente debole, cosa che non è. È riuscita a superare la perdita importante ad una tenera età,  non si è fatta intimorire dalle difficoltà della vita, anzi, sta lottando per il suo sogno. Lei è una gattina con le unghie affilate.

Mi alzo dal divano, la prendo in braccio e la porto in camera sua per farla riposare meglio, il letto sicuramente è più comodo. Poggio il ginocchio sul letto per aiutarmi, cerco di fare piano per non svegliarla, è stata una giornata ricca di emozioni, sia belle che brutte. È così bella mentre dorme, sembra un angioletto, è completamente diversa da sveglia. Inizio a pensare che sia bipolare, a volte è una stronza sexy -adoro quando lo è- altre è fragile come la neve, basta un po' di calore e si scioglie, ma la neve può essere forte e meravigliosa, così come un fiore ghiacciato illuminato dal sole il cui ghiaccio lo protegge e lo rende ancor più prezioso. Lei è così, riesce ad incantare le persone, proprio come i fiocchi di neve. Fredda, calda, pazza, dolce, elegante, sexy è un mix che mi incanta sempre di più.

Mi preparo velocemente ed esco di casa. Non mi va di prendere la macchina, preferisco andare in bici così posso fare un po' di movimento e sfogare un po' di stress. Ultimamente si è accumulato per cercare di aiutare Simone. Ultimamente sono stato sempre con Kat, anche se non le piaceva. Rido al pensiero della suo viso imbronciato.

Chissà cosa preoccupava Simone…

Brr...che freddo!

Sta diventando sempre più difficile andare a lavorare la sera, sarei rimasto volentieri con Kat.

In venti minuti arrivo in discoteca, in ritardo, come al solito ultimamente, di sicuro Erica mi rimprovererà.

«Sei in ritardo!» ecco, appunto.

«Lo so, ho avuto un imprevisto, mi dispiace»

«Ultimamente ne hai sempre! È una settimana che arrivi in ritardo o assonnato, l'altro giorno sembravi uno zombie» è infuriata, devo farla calmare «ti rendi conto che non mi sei utile così!? Tu devi attirare i clienti, flirtare con loro per fargli spendere soldi al nostro bar!» mise le braccia incrociate per accentuare il suo disappunto.

«Tranquilla, ho risposto e soprattutto ho risolto il problema che avevo, non arriverò più in ritardo, promesso» le sfioro il braccio, la guardo dritta negli occhi con lo sguardo più sensuale di cui sono capace, lo stesso sguardo che mi ha aiutato in passato a conquistare molte donne, ora lo uso solo in caso di necessità, anche perché non voglio avere nessun relazione o scappatella, non dopo di lei. Ebbene sì, lavoro in una discoteca piene di ragazze ubriache, o facili come direbbe qualcun altro, e non ci provo con nessuna di loro, a differenza di Vito, a cui mi devo ricordare di dare un pugno. Il vecchio me si sarebbe divertito con una donna diversa a sera ma ora l'unica cosa che conta è tenere il lavoro. Guardo gli occhi verdi smeraldo di Erica, incantati nei miei, le sue guance arrossate per l'imbarazzo e capisco di avercela fatta, un sorriso si fa avanti sul mio viso.

«Emm… p-per questa volta v-va b-bene» troppo facile «Ti va di uscire insieme la prossima volta che hai un giorno libero?» disse tutta in un fiato guardano in basso. Questo non l'avevo previsto...

«Mi piacerebbe, ma non ho tempo da quando è arrivata Kat»

«Lei ti piace?» sì, cioè no! La risposta a questa domanda deve essere sempre no!

Continua ad illuderti.

Ma sta zitto!

«Certo che no!» non sembra molto convinta.

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