Capitolo 11

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«Buon pomeriggio. È un onore per me essere qui, a presentare la prima sfilata dell'anno scolastico. Per chi non mi conoscesse, il mio nome è Lorenzo Pellegrini e sono uno stilista. Prima di diventare stilista ero un professore in questa magnifica scuola e prima ancora ne ero studente» il discorso di apertura del signor Pellegrini ipnotizzò tutti noi, forse perché nessuno sapeva che aveva studiato qui, in mezzo a questi banchi, aveva iniziato da dove siamo noi ora e ciò vuol dire che abbiamo una speranza di diventare come lui «so cosa state provando in questo momento, terrore, paura, vi sentite in bilico, sentite tutti gli sguardi su di voi e ciò vi fa vacillare, ma non dovete avere paura, dovete credere nel vostro talento, nei vostri sogni! Questo è solo l'inizio di una serie di sfide, non tutti potranno vincere ma tutti voi verrete ammirati. Non voglio rubarvi altro tempo, anche perché sarete impazienti di iniziare» una risata riecheggiò tra il pubblico «buona fortuna a tutti! Che la sfilata abbia inizio!»

«Dai Kat, era solo la prima sfilata, andrà meglio la prossima e poi non è andata malissimo, siamo arrivati secondi» Leo cerca di tirarmi su di morale ma senza avere troppi risultati. Non ci posso credere che abbia vinto il progetto di quell'oca di Chiara! L'hanno definito “originale”, perché una gonna composta da cravatte è originale, giustamente! Noi abbiamo creato una divisa IMPERMEABILE e loro preferiscono una gonna come quella. All'inizio ero davvero nervosa, salire sulla passerella era davvero terribile per me, ma alla fine mi sono fatta coraggio. Quando feci il primo passo tremai, forse qualche professore se ne è reso conto, ma la paura durò poco, sparì quando lo vidi, era lì, nel pubblico che mi guardava con occhi fiduciosi, pieni di orgoglio, rispetto e un sentimento che non riuscivo a decifrare. Quello sguardo mi incantò e mi diede la forza di andare avanti, come ipnotizzata da quegli occhi color ambra, andai avanti un passo dopo l'altro, senza distogliere mai lo sguardo, ero talmente ipnotizzata che il getto d'acqua mi spaventò, riportandomi alla realtà. La nostra presentazione è stata esplosiva, nessuno si aspettava che venissimo bagnati con dei tubi, ma la cosa che ha sorpreso di più era che gli abiti erano perfettamente asciutti.

Ero soddisfatta.

Leonardo cercava di tirarmi su di morale ma nessuno ci sarebbe riuscito. Dovevamo vincere, ne avevo bisogno per avere la conferma che quello che stavo facendo ne valeva la pena, che non era sbagliato mentire a mio fratello se poi avessi realizzato il mio sogno. Uno scroscio d'acqua invade il mio corpo. Scatto in avanti e mi volto per vederne la causa. Dario è davanti a me, un sorriso a trentadue denti e una luce divertita nello sguardo, in mano ha una bottiglia d'acqua.

Ma che cavolo?!

«Ma sei scemo?!» urlo.

«Wow! Sono davvero impermeabili!»

«Non l'avevi ancora capito? Mi hanno spruzzato con circa dieci litri d'acqua!»

«Davvero? Così tanta? Allora questo non sarà stato niente per te» disse con un ghigno fastidioso. Non sarà stata una gran quantità d'acqua ma è pur sempre fastidioso essere bagnati.

Ho i capelli fradici!

Quel bastardo me la pagherà!

«Non è stato così male, certo il progetto che ha vinto è superiore al vostro, di gran lunga, ma anche voi siete stati...decenti» vuole morire? Davvero ha osato dire che siamo stati decenti? Noi siamo stati spettacolari!

«Si può sapere che ci trovate in quella divisa?!»

«Semplice! È sexy!» che? Mi sta prendendo in giro? Davvero ha detto sexy? «Le cravatte lasciavano vedere il fondoschiena della modella e devo dire che non era affatto male» disse facendomi l'occhiolino. Avrei voluto strappargli quel sorriso del cavolo.

«Se l'hanno fatta vincere per questo, vuol dire che non capiscono niente! Nel nostro lavoro c'era ragionamento, praticità e stile. Risolve tutti i problemi delle divise, dando la possibilità agli studenti di sfruttarle al massimo. Non importa quello che possano dire gli altri, noi abbiamo fatto un grande lavoro e ne siamo fieri! Vinceremo noi la prossima volta!» guardai i miei amici, erano fieri delle mie parole, guardai Dario con sguardo di sfida e lo vidi soddisfatto. Sul suo viso c'è un sorriso a trentadue denti, mi guarda con occhi luminosi, pieni d'orgoglio, ora capisco, voleva tirarmi su di morale, anche se a modo suo. Non sarà questo piccolo ostacolo a fermarmi, è solo l'inizio di questa mia avventura!

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