XII - 24 Dicembre, Giorno 22

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Christmas Eve

Linkin Park - Somewhere I Belong

EREN

Alzano tutti lo sguardo dal loro cibo incolore scondito e decisamente poco commestibile alla mia richiesta, e mi ritrovo sette paia di occhi puntati addosso che mi scrutano interrogativi. Nanaba è la prima a rompere il silenzio creatosi, le sopracciglia aggrottate in un cipiglio interrogativo.

"Vuoi fare una torta? Ho capito bene?"

Non so cosa ci veda di strano e perché tutti si ostinino a guardarmi con un'espressione curiosa e stranita sul volto, neanche mi fosse spuntata all'improvviso un'altra testa. Abbiamo una cucina in reparto, sto soltanto chiedendo il permesso di usarla per addolcire un po' il Natale.

"È questa la prima domanda che ti passa per la testa? Piuttosto, sai davvero cucinare razza di bastardo suicida?"

"Jean!"

Lo zittisce Mikasa, stizzita. Ho stretto davvero un buon rapporto con la corvina; è silenziosa e riservata ma è davvero una persona dolce e premurosa con tutti, a tratti materna al contrario di quanto possa trasparire dal suo vestiario gotico ed eccentrico.

"Esatto, vorrei fare una torta. E sì, razza di faccia da cavallo, so cucinare."

Sputo fuori, facendogli il verso e imitando il suo tono secco.

"È per il compleanno di Levi?"

Si intromette Isabel con tono allegro. Stavolta è il mio viso ad essere segnato da un profondo cipiglio interrogativo, le sopracciglia folte corrugate e unite insieme.

"È domani. È spuntato fuori il giorno di Natale neanche fosse Gesù Cristo. Ma assomiglia più a Satana, visto il caratteraccio che si ritrova."

Nanaba anticipa la risposta al mio quesito, scatenando una risatina generale mentre si porta alla bocca una generosa forchettata di pasta.

"No, in realtà non lo sapevo, Levi non mi ha detto niente... ma già che ci siamo potremmo comprare anche delle candeline."

"Sarebbe una cosa carina da fare e sono sicurissima che Levi apprezzerà! E poi Hanji e Petra che saranno di turno domani, accetteranno volentieri di darvi una mano! Soprattutto Hanji! Non è così?"

Il tono di Isabel è euforico, e di nuovo gli sguardi di tutti sono puntati su di me. Mi sento profondamente in imbarazzo ad essere al centro dell'attenzione; le occhiate della rossa e della castana bruciano particolarmente sulla mia pelle, e nei loro occhi leggo una scintilla di malizia che non riesco a giustificare. Si rivolgono un cenno del capo a vicenda, complici di qualcosa che ignoro totalmente. Nanaba le guarda, poi si lascia andare ad un sospiro di rassegnazione e punta i suoi occhi nei miei.

"E va bene, potrai usare la cucina, ma solo sotto supervisione. Mi auguro che tu sappia quello che fai, perché se fai esplodere qualcosa, sei morto. Sopracciglia ti fa a fette."

________

Abbiamo camminato per una decina di minuti abbondanti per arrivare al supermercato, sotto la stretta sorveglianza di Isabel ed Hanji. Jean e Marco sono rimasti in disparte, muovendo passi lenti fianco a fianco per tutto il tragitto e parlando a voce bassa per non far arrivare le loro conversazioni alle orecchie indiscrete di Ymir, che continua a ghignare sommessamente nella loro direzione e a rivolgergli occhiate maliziose. Mi si scalda il petto alla vista del timido sorriso che il corvino rivolge ad un Jean imbarazzato che tenta in tutti i modi di nascondere il rossore che gli imporpora le guance. Spero davvero che Marco realizzi i sentimenti del biondo per lui e che riesca ad accettarli; anche se Jean sa essere un completo idiota, in fondo se lo merita davvero.

BORDERLINE - Ereri/Riren -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora