XXX - 24 Ottobre

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Chemical Happiness

Linkin Park – One More Light

EREN

Sorseggio piano il mio latte e menta, comodamente sbragato sul divano di casa, una morsa d'ansia ad attanagliarmi dall'interno. Sono giorni che aspetto i risultati del mio test d'ingresso, giorni in cui ogni minimo segnale del telefono mi fa scattare all'erta; attendo quella mail con una trepidazione tale da oscurare tutto il resto.

Secondo Levi è andata bene, e quando sono uscito da quella fatidica aula una decina di giorni fa, anche io ero fiducioso. Ora invece, tutto sembra ridotto ad una matassa strettamente aggrovigliata di dubbi e incertezze. Certo, ho studiato insieme al corvino e rispettato la tabella di marcia, mi sentivo preparato mentre compilavo quel foglio delle risposte che tanto avevo temuto nelle settimane precedenti.

Il caldo afoso e umido delle prime settimane di settembre si fa ancora sentire, e sbuffo mentre raggiungo pigramente il telecomando del condizionatore sul piccolo tavolino in legno, accendendolo in cerca di un po'di refrigerio. Il telefono vibra su quella superficie, e immediatamente lo afferro sperando per l'ennesima volta di veder comparire quella notifica: quando mi trovo davanti una mail, la mail dell'università di Shiganshina, quasi mi sento svenire e il mio cuore salta qualche battito, come impazzito. Clicco sull'icona con dita tremanti, frenetiche, sudando freddo e caldo insieme. Quando leggo il mio nome su quella graduatoria lunghissima di fianco alla scritta "ammesso", sento gli occhi pizzicare di gioia.

Ce l'ho fatta.

"Mamma, mamma! Mi hanno preso!"

Urlo dalla mia camera, affrettandomi ad uscire e scendendo le scale a due a due, raggiungendola in cucina. Il muscolo cardiaco nella mia gabbia toracica pare impazzito mentre pompa sangue nelle mie vene ad un ritmo spasmodico.

"Oh, tesoro! Sono così fiera di te!"

Mi abbraccia commossa, mi stringe a sé con così tanto amore e così tanta tenerezza che mi sento spiazzato. Deve essere stato difficile per lei e per papà vedermi stare male, annullato nella malattia e completamente succube della mia mente; anche se questo è un piccolo successo, posso chiaramente percepire una punta di orgoglio e serenità in quell'abbraccio dolce. Da mesi ormai i suoi occhi non sono più piegati e segnati dall'angoscia, ma illuminati di una luce calda di sollievo.

"Devo dirlo a papà, a Levi! Ora li-"

Non ho il tempo di finire quella frase che il telefono, ancora stretto fra le dita tremanti, prende a squillare e a vibrare forsennatamente nella mia mano. Sensazioni contrastanti si fanno largo in me quando leggo il nome di Armin sul display. Rispondo, ma non faccio in tempo nemmeno a salutarlo.

"Eren! Sono usciti i risultati!"

La sua voce distorta dal microfono urla di euforia, e posso chiaramente immaginare la sua espressione in questo momento. Non c'erano dubbi sul fatto che avrebbe passato brillantemente il test, ma in questi giorni il suo cruccio era cresciuto in maniera esponenziale e infondata. Mi ero preparato per mesi a quella certezza, alla realtà che Armin si sarebbe trasferito a Trost per completare gli studi; ma nonostante tutto, non sono pronto a lasciarlo andare e vederlo una volta ogni chissà quanto. Non è bastato ripetermelo per giorni, tentare inutili rassicurazioni. Armin non sarà qui, niente più pomeriggi passati a casa mia davanti ai videogiochi e niente più passeggiate al parco. Ma allo stesso tempo sono felice, così contento per lui che è riuscito a realizzare il suo sogno di entrare in quell'università prestigiosa come poche.

"Primo in graduatoria! Primo in graduatoria al Trost Institute, ma ci pensi?"

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BORDERLINE - Ereri/Riren -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora