XXXI - 25 Dicembre

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Childhood Memories

David Bowie - Heroes

LEVI

Giro la chiave nella toppa, e il rumore della serratura che scatta rimbomba per il pianerottolo deserto; sospiro in un blando tentativo di rilassare le membra e i nervi tesi, corpo e mente provati dal turno di notte in reparto. I ragazzi sono stati particolarmente difficili da gestire, e le crisi continue di Falco non hanno aiutato.

Quello che non mi aspetto è di trovare la luce accesa all'interno del mio piccolo bilocale e un invitante profumo di dolci carezzare le mie narici e deliziarmi i sensi. Dannato, adorabile moccioso; gli angoli delle mie labbra si piegano all'insù senza che io possa impedirmelo. Neanche il tempo di chiudermi la porta alle spalle che mi dà il benvenuto con il suo meraviglioso sorriso che mi scalda il cuore, mi getta le braccia al collo e mi attira a sé, la mia testa poggiata sul suo petto, l'orecchio colmo del suo battito leggermente accelerato.

"Tanti auguri, Lee."

Sussurra, affondando il naso nei miei capelli e lasciandovi un bacio leggero. Da quando gli ho dato le chiavi del mio appartamento, non sono mancate le sue incursioni a sorpresa. Di certo però non mi aspettavo di trovarlo ai fornelli alle sette di mattina il giorno di Natale, soprattutto sapendo quanto gli piaccia dormire quando può concedersi qualche ora in più di riposo.

"Anche a te, moccioso."

Gli scompiglio i capelli e sciolgo il nostro abbraccio per alzarmi in punta di piedi e posare un bacio sulle sue labbra morbide e umide, modellandole dolcemente sotto le mie e concedendomi qualche istante per annullare i pensieri, per godermi unicamente l'essenza dolce e intossicante di quel momento. Le sue mani salde sulla mia nuca, le mie dita artigliate delicatamente fra le sue ciocche del colore del cioccolato più pregiato, il suo corpo che pare ardere pressato al mio: e d'un tratto tutta la stanchezza provata mi sembra superflua, insignificante di fronte alla ventata calda si sentimento che è Eren.

I colori assurdi delle sue iridi esplodono di nuovo nel mio campo visivo e lo colmano delle loro mille sfumature luminose. Esala un respiro sulle mie labbra.

"Ti ho fatto una torta, vieni..."

Mi lascio trascinare verso la cucina col sorriso ancora sulla bocca e alzo un sopracciglio alla vista del dolce familiare. Perfetti riccioli di panna sulla cima sono guarniti con ciliegie sciroppate, l'intera torta è ricoperta della stessa crema bianca e soffice su cui sono delicatamente adagiati riccioli di cioccolato. E questo mi riporta indietro all'impacciataggine di Eren di un anno fa, a quando ci eravamo scambiati i regali di Natale con l'imbarazzo sulle gote e di quando mi sembrava la cosa più fragile dell'universo, tanto vulnerabile quanto meravigliosa.

Il suo sguardo, una volta spento e remissivo, ora è acceso e luminoso mentre tiene salde fra le mani le redini della malattia e zittisce i suoi demoni con la sua determinazione; non è mai stato più bello, più coraggioso e più sicuro di sé. Ha il sapore dolce del progresso, questa giornata.

"Schwartzwälder Kirschtorte di nuovo, eh?"

Incrocio le braccia, un sopracciglio alzato in un'espressione interrogativa e divertita. Eren sorride e si stringe nelle spalle, tornando poi ad attirarmi delicatamente a sé poggiando le sue mani grandi sui miei fianchi e facendo combaciare le nostre fronti.

"Pensavo che potremmo farla diventare una tradizione."

Il mio cuore perde un battito al pensiero di Eren accanto a me ad ogni mio compleanno e in ogni singolo giorno della mia vita, colorando la mia esistenza con il verde intenso delle sue iridi che già da tempo è diventato il mio colore preferito. E non c'è altro che io possa desiderare; mi sento l'uomo più fortunato del mondo a poter stringere fra le mie braccia una creatura così unica, speciale e premurosa. Non ha bisogno di parole, so che ha già letto nei miei occhi la mia risposta.

BORDERLINE - Ereri/Riren -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora