XXVII - 18 Luglio

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Feelings

Nightwish – Ever Dream

LEVI

“L-Levi?”

La sua voce attraverso il telefono mi giunge spezzata e rauca per il pianto; a quel suono mi tiro immediatamente su dal letto, scostando malamente il lenzuolo.

“Ren? Cosa succede?”

Sopprimo a stento uno sbadiglio, i sensi all’erta e il corpo teso fino all’inverosimile mentre mi stropiccio un occhio e scosto i capelli dalla fronte.

“Sono un fallito, vero? N-Non c’è niente di buono in me, s-solo un peso…”

La sua voce si affievolisce per lasciare spazio a singhiozzi spezzati, il mio cuore inizia a battere forsennatamente nella gabbia toracica adottando un ritmo malato, tanto veloce da farmi fisicamente male.

“Non sei niente di tutto questo, Ren. Vuoi che venga da te? Dove sei, nella tua stanza? Sveglia i tuoi e non farti del male, ti prego.”

Il mio tono stavolta è urgente, frenetico mentre con un balzo felino scatto giù dal letto per frugare nel mio armadio, alla ricerca malata del primo paio di pantaloncini e della prima maglietta che capitano sotto tiro.

“Mi sento solo uno scarto, Lee, come se non valessi il tempo di nessuno e non mi meritassi niente.”

“Sei la cosa più preziosa che ho, questo non ti basta?”

Contro ogni previsione, lo sento ridacchiare in un singhiozzo tremolante.

“Ora respira piano, cerca di rilassarti e dimmi cosa c’è che non va. Possiamo stare al telefono mentre mi preparo per venire da te, ok?”

“N-Non c’è bisogno… Davvero Levi, non è nulla. Solo brutti pensieri che non mi fanno dormire e che mi fanno sentire inutile”

“Eren, ti sei fatto del male? Non mentirmi, domani lo verrei a sapere comunque.”

Torno a sedermi sul letto, rigirandomi fra le dita il sottile tessuto in cotone di una maglietta, pensieroso. Dovrei dargli ascolto o dovrei andare da lui? Non voglio tradire la sua fiducia, perché so già che si sentirebbe sotto pressione se azzardassi gesti che non vuole. Mi ha confessato che spesso si sente come un bambino tenuto sotto una campana di vetro per paura che si faccia del male, che vorrebbe più indipendenza.

“No, non ci ho neanche pensato. Ho chiuso con quella roba, lo sai.”

L’orgoglio mi scuote da dentro nel sentire quelle parole e una dolce leggerezza pervade la mia anima, facendomi sospirare; rilascio tutta la tensione che fino a quel momento aveva reso le mie membra rigide.

“Cosa c’è che non va? Cosa senti?”

“M-Mi sento un buono a nulla, come se non fossi capace di fare le cose come le fanno gli altri.”

Mi acciglio a quel commento, indispettito.

“Ren, hai fatto dei progressi invidiabili e riesci bene in ogni cosa. Stai meglio nonostante Erwin abbia iniziato a scalare i tuoi farmaci, stai riprendendo in mano la tua vita giorno per giorno; ti sei appena diplomato con ottimi voti nonostante tutte le difficoltà e hai una splendida famiglia che ti sostiene sempre, non scordartelo mai.”

“E uno splendido ragazzo.”

Aggiunge subito dopo ridacchiando sommessamente, e io ringrazio che in questo momento non possa vedere la mia espressione decisamente imbarazzata. Poi sospira, e sembra rabbuiarsi di nuovo.

BORDERLINE - Ereri/Riren -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora