XIV - Dragonslayer

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Aveva le mani sporche di sangue.

Era vero.

Ma sangue che non meritava niente, se non di scorrere sulle sue lame.

Chizome Akaguro, o come adesso era conosciuto... Stain.

Aveva fatto molte cose nella sua vita.

Ma mai aveva alzato la lama contro qualcuno senza difese.

Ma quest'uomo, o per meglio dire, il cadavere dell'uomo ai suoi piedi, aveva meritato la morte.

Forse questa era l'unica volta in cui aveva perso il controllo.

Ma aveva ragione.

Odiava chi feriva i deboli.

Soprattutto chi tentava di approfittare della loro vulnerabilità.

Lo vide per caso.

La seguiva con un ghigno sulla bocca.

Conosceva quello sguardo.

Uno sguardo sporco, lurido... Degradato.

Aveva agito in tempo, l'aveva salvata.

Rimase sorpreso da quello che aveva fatto.

Non solo aveva ucciso un uomo, ma prima aveva ucciso il suo drago.

Lo sguardo sofferente nei suoi occhi era indescrivibile, gli fece vedere come aveva distrutto parte di lui prima di ucciderlo definitivamente.

Era qualcosa che Stain odiava di aver fatto.

Amava i draghi, da giovane voleva studiarli, non diventare un "Seguace del sangue" e nemmeno un guerriero.

Ma come la dea scarlatta disse "La vita ha molte strade e se vuoi fare del bene... devi essere disposto a percorrere la via che può sporcarti le mani"

L'odore del sangue di drago gli invase le narici, ricordava l'incenso e la cannella, non sapeva perché.

Quella fu la prima volta che uccise un drago.

Ricordava come il suo l'avesse guardato con sospetto quella volta.

-non volevo farlo... Mi dispiace tu abbia visto-

Il muso aguzzo si strusciò contro la sua spalla e amorevolmente, Stain gli toccò la fronte squamosa.

-va tutto bene ragazzone... sto bene-

Non gli piaceva il soprannome che alcuni usavano con lui.

"Ammazza draghi"

Ma era utile, quando veniva scoperto, in quei rari casi, era difficile che l'avversario evocasse il drago.

Il dolore della perdita dell'animale era devastante.

Paragonabile ad una tortura, dicevano alcuni.

Meglio morire senza dover ascoltare i versi di dolore della creatura.

Capitò molte volte che Stain rischiasse di perdere il suo drago, quest'ultimo lo voleva proteggere.

-non farlo mai-

Il drago lo stava fissando con intensità, gli occhi cremesi bruciavano di molte emozioni.

-facciamo cosí... Guardiamoci le spalle a vicenda-

Il drago annuì.

La loro carriera da ammazza cavalieri andava bene.

Eliminavano tutti quelli che si dichiaravano cavalieri e portatori di giustizia, ed invece indossavano una maschera per nascondere la loro brama di fama e potere.

Approfittando di ogni persona e situazione.

Ora... Aveva quasi 30 anni, era stanco e ferito.

L'ultimo bersaglio l'aveva ridotto male, si aspettava una sua visita ma aveva dato per scontato che fosse solo, un errore da principiante.

Tirò un pugno sul terreno.

La sua rabbia non aveva confini in quel momento, odiava aver rinunciato solo per una banale ferita.

Barcollava e ogni passo era come camminare sul vetro a piedi nudi.

Cadde a terra con un tonfo.

Aveva raggiunto l'abitazione sulla collina puramente per miracolo, la sua vista era offuscata e poco a poco diventava nera.

Udì la porta aprirsi.

Qualcuno soffocò un grido.

Sentì qualcuno tirarlo dentro, dirgli qualcosa.

Ma non capiva.

I suoni erano ovattati e confusi.

Aveva perso per un attimo conoscenza, quando fu nuovamente lucido capí che era stato steso su un letto, era caldo e c'era odore di ciliegie.

Ma non si muoveva, era troppo debole.

-an... tu... ene-

Ancora quella voce, non ancora chiara.

Si addormentò senza possibilità di scegliere.

Sangue del mio sangue - MHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora