Capitolo 17

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Thomas

I giorni che mi dividevano da Natale furono un Inferno.

Non solo per la sproporzionata eccitazione dei miei due amici.
Le parole del professore mi rimbombarono nella testa per tutto il tempo, facendomi passare notti insonni.

Non avrei immaginato che Newt stesse nascondendo un segreto del genere. Nessuno, nemmeno io, sarei riuscito a nasconderlo, persino a mia sorella.

Io lo stavo guardando crollare davanti a me, mentre io rimanevo a sorridergli come se i miei problemi fossero maggiori.

Ma quando in realtà i tuoi genitori ti abbandonano sul ciglio della strada, non c'è molto da fare.
Newt e Sonya sono stati fortunati ad incontrare il professore Alby, è solo grazie a lui se entrambi possono frequentare questa scuola.

Quel uomo era un eroe per i due fratelli.

Quel giorno Alby mi raccontò di tutti i problemi che Newt aveva dovuto affrontare, prima di incontrare il professore, per proteggere Sonya.

Quando lo vidi quel giorno, fuori dall'aula, non riuscii a guardarlo in faccia. Perché?

Semplicemente perché per molto tempo avevo pensato che i miei problemi fossero i più grandi, quando invece affianco a me c'era un ragazzo pieno di cicatrici profonde.
Ero solo un egoista, non meritavo la sua amicizia.

Così come i forti sentimenti che stavo iniziando a provare.

Quella sera ci sarebbe stata la festa di Chris e, sempre quel giorno, ci saremo scambiati i regali.

Nel mio cassetto conservavo ancora quello per il biondo, eppure il pensiero di darglielo mi sembrava sempre più lontano.

* * *

«Se non esci da questo fottuto bagno entro 5 secondi, entro e ti raso a zero! Hai capito principessa di 'sto cazzo?!» La voce di Gallura risuonò in tutti i corridoi.

Ecco... Gally era leggermente arrabbiato. Ma solo leggermente, eppure non aveva tutti i torti.

La festa sarebbe iniziata mezz'ora dopo e, quel coreano, era chiuso nel bagno da quasi un'ora e mezza.

Il povero biondo aveva un bisogno urgente del bagno e, ormai, le sue gambe stavano iniziando a perdere il loro aiuto.

Nel mentre, dietro quella porta, Minho si stava dando gli ultimi ritocchi, con tanto di Single Ladies di Beyoncé in sottofondo.

Almeno una decina di prodotti per i capelli erano disposti sul lavandino mentre, in una piccola scatola di plastica, cinque spazzole diverse erano disposte ordinatamente.
Per lo meno non era disordinato.

Quando uscì dal bagno, non ebbe tempo di respirare che Gally si fiondò all'interno della stanza.
«Qualcuno è di fretta?» Urlò l'asiatico per farsi sentire dal biondo.

«Sappi che ho scoreggiato sul tuo cuscino!»
«Tanto non mi fa schifo! Sono stato cresciuto in una casa di quattro uomini e una donna! Io vivo nel metano!»

Sentendo i loro discorsi insensati, scoppiai a ridere.
Amici normali? Neanche per sogno!

Ero davanti allo specchio e, mentre finivo di allacciarmi l'ultimo bottone della camicia nera, Minho entrò nella camera con tutta la sua trousse.
Posò tutte le sue cose sul suo comodino e, successivamente, sentii un'aria pesante riempire la stanza.

Dal riflesso dello specchio vidi Minho osservarmi, con uno sguardo mai visto prima: serio.
«Dobbiamo parlare.»

* * *

Brenda

Mi guardai allo specchio.
Il vestito nero mi arrivava alle ginocchia e, le maniche lunghe e in pizzo coprivano le mie braccia.

Chris aveva insistito nel farmi indossare quell'abito, così da mostrare a quella troietta che io ero forte.

Ma in quel momento, ero tutto eccetto che forte.
Mi sentivo a pezzi, sempre stanca e, a volte, mi sentivo come tanto tempo fa. Quella sensazione orribile, che ti attanaglia lo stomaco e non ti lascia andare. La sensazione che ti dice che tu sei inutile, che tu deludi tutti e che la tua esistenza è inutile.

I miei occhi erano arrossati e, per un attimo, un brivido mi percorse la spina dorsale.

La festa sarebbe stata all'appartamento di Chris, fuori dal campus. Aveva fatto tutto lei, rifiutando l'aiuto di chiunque.

Sbuffando, controllai di avere tutto a posto.

Ai piedi portavo degli anfibi, i tacchi per me erano solamente dei mostri terribili.

I capelli, corti com'erano, lì avevo lasciati lisci, eccetto per una ciocca: ero riuscita a legarla in una piccola treccia e a farla passare attorno alla mia testa. A tenerla ferma, una forcina mimetizzata in tutto quel nero.

Mi guardai ancora una volta.
«Sono forte. Come una roccia. Di sicuro quella Sangster non mi distruggerà, anzi, sarà il contrario!» Dissi tra me e me.

Sorrisi al mio riflesso, prima di prendere il mio giubbotto e la mia sciarpa sul mio letto e uscire dalla camera.

Avrei aspettato i ragazzi nella sala comune. Ero pronta ad aspettare un'eternità, conoscendo Minho, difatti mi ero portata dietro un libro.

Mi sedetti sul divanetto e iniziai a leggere, quando una voce mi solleticò il nudo.
«Dobbiamo parlare.»

Conoscevo troppo bene quella voce.
«Cosa vuoi, Newt?»

S.a.
Scusate per... Beh...
1. L'enorme ritardo!
2. Per il capitolo corto.
Come avrete capito la festa di Chris occuperà un paio di capitoli, ma tranquilli, mi saprò far perdonare!

Scusatemi ancora e, come ultima cosa, cosa ne pensate del capitolo?

Fatemelo sapere nei commenti!
Bye!

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