Il sole filtrava dalle finestre già da un pezzo quando Jack aprì gli occhi quella mattina. Si rigirò nel letto, guardandosi intorno lungo i muri della sua camera, soffermandosi sulle pile di vestiti sporchi ammonticchiati sulle sedie e sulla scrivania, sui libri iniziati e mai finiti, lasciati aperti a pancia in giù, con il dorso rivolto verso l'alto, sui residui di cibo accatastati a terra. Si alzò lentamente, sbadigliando e stiracchiandosi svogliatamente, mettendosi a sedere sul letto con il busto eretto e le gambe penzoloni. Diede un ultimo sguardo alle pareti ricoperte dai poster delle sue band preferite, tra i quali troneggiava una gigantesca fotografia degli Abba, scattata da suo zio ad uno dei loro concerti molti anni prima. Si avvicinò ad un mucchio di t-shirt e pantaloni, scavando a fondo per cercare di trovare qualcosa di abbastanza pulito da poter essere indossato, estraendo in fine un jeans scolorito ed una maglietta bianca a maniche corte, miracolosamente priva di macchie e non troppo sgualcita. Poggiò entrambi gli indumenti sul letto ed entrò in bagno, aprendo il rubinetto dell'acqua calda e lasciando che scorresse sulla sua pelle chiara e sulle sue guance ricoperte da lentiggini scure. Restò nella doccia per un tempo che parve interminabile, per poi asciugarsi con un telo e fare ritorno nella sua stanza. Con i ricci castani ancora bagnati, sollevò i vestiti dalle lenzuola e li infilò, facendo passare la maglietta sopra le sue spalle, sistemandosela lungo il petto. Diede un'occhiata veloce al suo cellulare, controllando l'orario:
12:05.
Era decisamente giunta l'ora di andare.
Prese la sua chitarra e la infilò nella custodia, appoggiandosela in spalla tramite l'apposita tracolla.
Scese al piano di sotto, indossò le sue Nike bianche e la sua giacca nera ed uscì dalla porta sul retro.
Camminò lentamente lungo il marciapiede, calpestando distrattamente le foglie che intralciavano il suo percorso, calciando tutti i sassolini che gli capitavano a tiro e sbuffando di tanto in tanto.
Dopo circa dieci minuti si ritrovò davanti alla porta del "Blue & White", il pub dove si recava tutti i giorni per suonare e dove restava l'intero pomeriggio, fino a notte fonda.
Bussò al campanello del locale e venne ad aprirgli Josh, il proprietario, colui che gli permetteva di esercitarsi e di racimolare qualche spicciolo con ciò che amava fare.
<<Amico, hai una pessima cera,>> esordì quest'ultimo, osservando Jack da cima a fondo.
<<Grazie tante, noto con piacere che sei gentile ed educato come al solito,>> rispose lui ironicamente.
<<Noto con piacere che sei in ritardo come al solito,>> affermò Josh di rimando.
<<Non sarei io se fossi puntuale, no?>> asserì il castano ridendo, <<Adesso che ne pensi di farmi entrare? O vuoi forse lasciarmi qui fuori al freddo per tutto il giorno?>>
<<Fosse per me rimarresti qui, ma mi serve un chitarrista che suoni, perciò sono costretto a lasciarti passare.>>
Jack scosse la testa con un lieve sorriso sulle labbra ed oltrepassò la porta, procedendo a passo spedito verso il piccolo palco allestito in un'ala del pub.
Estrasse il suo "tesoro inestimabile" dal fodero
e si sedette su di uno sgabello, accordandola ed iniziando le prove per la serata.
Verso le 17:30 iniziarono ad arrivare i primi clienti, affamati e desiderosi di un panino ed una birra, non molto interessati alla musica.
A Jack, però, non importava se gli altri fossero interessati o meno, lui suonava per se stesso e non per loro.
Iniziò ad accarezzare le corde delicatamente, componendo una dolce melodia che si diffuse nell'aria del locale, mentre il sole cominciava a tramontare sulla metropoli canadese.
Intonò le note di "Save Myself" di Ed Sheeran, continuando ad accompagnarsi con lo strumento, mettendoci dentro tutta la sua anima e la sua passione.
Il suo impegno arrivò anche ai commensali, i quali, inaspettatamente, applaudirono.
Jack inizialmente fu sorpreso da quel gesto: nessuno si era mai complimentato con lui, nessuno gli aveva mai detto che era stato bravo nella sua esecuzione, nessuno lo aveva mai applaudito.
Ripresosi dalla confusione iniziale, stirò le labbra in un piccolo sorriso e si alzò in piedi, inchinandosi lievemente.
Proprio mentre si accingeva a riprendere la sua esecuzione, un battito di mani più forte degli altri attirò la sua attenzione, facendogli alzare lo sguardo verso un tavolo in fondo a destra, occupato da due signori in giacca e cravatta, dall'aria austera ed importante.
Uno di loro si mosse verso di lui, osservandolo con occhi fissi e penetranti.
<<Sono Adam Stewart,>> disse non appena gli fu davanti, <<Sono il manager della "SHARK RECORDS", sarei interessato a produrti.>>
Jack rimase esterrefatto nell'udire quelle parole.
Era davvero possibile? Era sul serio successo a lui? Stava davvero avendo la più grande occasione della sua vita?
<<Lei vuole... produrmi?>>
<<Certo ragazzo, sei un talento nato. Faremo grandi cose insieme, sempre se sei disposto a sopportare lavoro duro e sacrificio, ovviamente. Perciò ti chiedo: sei pronto a sconvolgere la tua vita e a mettere la tua carriera prima di ogni altra cosa?>>
<<Sono pronto a tutto, signore. Non la deluderò.>>*
Scusatemi se non ho aggiornato domenica. Per farmi perdonare tra domani e dopodomani uscirà un capitolo "extra", oltre a quello che uscirà domenica come programmato.
Al prossimo aggiornamento!
-Vi💙
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SERENDIPITY
RomanceSerendipity: "an unplanned, fortunate discovery" Lui irruento, solitario, razionale. Lei testarda, romantica, sognatrice. Due sogni diversi, due passioni diverse, che li porteranno a prendere strade diverse, ma collegate. Ad accomunarli la determina...